Cose dell’altro mondo: i Novissimi
Padre Rocco Camillò, Cose dell’altro mondo. I Novissimi e dintorni, Edizioni Fede & Cultura , 2011, pp. 112, € 10
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INTRODUZIONE
Cosa sono i Novissimi?
Oggi che non si studia più il Catechismo di S. Pio X, questo termine non ci è più molto familiare. In latino, il termine novus significa ultimo. Novissimus è lo stesso termine al superlativo, ultimissimo.
Quando si parla dei Novissimi si intende, dunque, parlare delle cose ultime della nostra vita – nel senso di definitive – quelle realtà corporali e spirituali che si prospettano per noi a conclusione del nostro percorso terreno.
I Novissimi sono classicamente quattro nel catechismo: Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso. Ma ci sembra opportuno, in questa sede, aggiungere anche una riflessione sul Purgatorio e sulla Risurrezione dei Corpi, per completare il quadro delle realtà che ci attendono oltre questa vita.
Questo libro non ha la pretesa di essere un trattato di escatologia, ma nasce semplicemente dal desiderio di offrire delle meditazioni, che sgorgano dalla fede della Chiesa, circa le realtà future a cui andiamo incontro.
Oggi più che mai la cosa maggiormente necessaria a questo mondo è parlare dell’Altro. Il peggior inganno della modernità è quello, infatti, di farci pensare che tutto inizi e finisca quaggiù, che siamo già approdati nel paese delle meraviglie, fatto di prodigi scientifici e cullato da tante illusioni, allontanando da noi il pensiero che invece passa la scena di questo mondo (1Cor 7,31).
Che ci faccia piacere o meno, passerà anche questa nostra vita.
Una verità di cui tanto volentieri ci scordiamo.
Qualcuno è morto? Le uniche speranze sono che abbia sofferto il meno possibile e che fosse vecchio. Non si coglie più un minimo interesse circa la preparazione spirituale alla morte: ci si prepara ancora a morire, al di là di quanto siamo vecchi? Si prepara la coscienza all’incontro con Dio? Preoccupatissimi, anche giustamente, a mantenere la salute fisica quaggiù, ma non altrettanto preoccupati per la salute dell’anima in vista della nostra partenza da questo mondo, di cui ignoriamo il giorno.
Si muore. Muoiono sempre gli altri. E la vita va avanti. Ma è proprio questa frase a rivelarci che la vita è in cammino verso una meta. Questo è il punto: dove siamo diretti?
Non abbiamo una città stabile in questo mondo (Eb 13,14). Siamo tutti in cammino verso un’altra città, verso la Patria dei Cieli.
Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né mai entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per coloro che lo amano (1Cor 2,9).
È molto utile, allora, darsi da fare durante questa vita per conoscere e portare il pensiero a quelle realtà che ci attendono oltre questo nostro mondo visibile.
Anzi, visto che parliamo della vita eterna, è probabilmente la cosa più interessante da fare. Per questo mi pare necessario che, oltre all’attuale e morboso interesse per le riviste di gossip, spettacolo e cronaca mondana, le quali oggi sono attualità e domani avranno il compito – pur nobile – di foderare i cestini della pattumiera, l’interesse degli uomini e delle donne si rivolga anche, ogni tanto, alla lettura di un buon libro che abbia invece il compito di prepararli alla vita eterna.
Chi non sale spesso in Cielo col pensiero mentre è in vita,
corre grandemente il pericolo di non salirvi
neanche dopo la morte.
(San Filippo Neri)