Preghiera per il Conclave, del Card. Burke

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Preghiera della Novena per il Sacro Collegio dei Cardinali
riunito in Conclave per eleggere il Romano Pontefice
26 aprile – 5 maggio 2025

Mi prostro davanti a voi, o Vergine Madre di Dio, Madonna di Guadalupe, madre compassionevole di tutti coloro che vi amano, vi invocano, vi cercano e confidano in voi. In questo tempo di grande prova e pericolo per la Chiesa, vi imploro. Come accorreste in aiuto della Chiesa a Tepeyac nel 1531, così intercedete, vi prego, per il Sacro Collegio dei Cardinali riunito a Roma per eleggere il Successore di San Pietro, Vicario di Cristo, Pastore della Chiesa Universale.

In questo tempo turbolento per la Chiesa e per il mondo, supplicate il vostro Divin Figlio affinché i Cardinali di Santa Chiesa Romana, Suo Corpo Mistico, obbediscano umilmente alle ispirazioni dello Spirito Santo. Per la vostra intercessione, possano scegliere l’uomo più degno di essere il Vicario di Cristo sulla terra. Con voi, pongo tutta la mia fiducia in Colui che solo è il nostro aiuto e la nostra salvezza. Amen.

Cuore di Gesù, salvezza di chi confida in Voi, abbi pietà di noi!

Madonna di Guadalupe, Vergine Madre di Dio e Madre della Divina Grazia, pregate per noi!

+ Raymond Leo Cardinal BURKE
24 Aprile, 2025

da: https://www.atfp.it/notizie/chiesa/3044-preghiera-della-novena-per-il-sacro-collegio-dei-cardinali-riunito-in-conclave-per-eleggere-il-romano-pontefice

Bologna, 2 maggio 2010, Chiesa assegnata al Comitato fattisentire.org.
Il Card. Carlo Caffarra offre il Sacrificio Eucaristico in Rito Romano Antico.

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La morte di Papa Francesco (2013-2025)

La foto ritrae il Santo Padre Francesco I durante la visita pastorale alla Bolivia, nel 2015. In tale occasione, il Presidente boliviano, un macellaio marxista-leninista, donò al Santo Padre un crocifisso composto da falce e martello: una copia del crocifisso posseduto da don Luis Espinal, gesuita seguace della teologia della liberazione. Durante il viaggio di ritorno, il Santo Padre dichiarò: “Il crocifisso su falce e martello di Evo Morales per me non è stata un’offesa. Ho lasciato alla Madonna di Copacabana le due onorificenze che mi ha dato il presidente, ma il Cristo lo porto con me”.

Alle 7,35 del 21 aprile 2025, Lunedì dell’Angelo, l’anima di Jorge Mario Bergoglio si è separata dal suo corpo mortale per presentarsi al Giudizio divino. Solo il giorno del Giudizio universale sapremo quale sia stata per papa Francesco la sentenza del supremo Tribunale al quale ognuno di noi dovrà un giorno presentarsi. Preghiamo oggi in suffragio della sua anima, come prega pubblicamente la Chiesa nei suoi novendiali, e, proprio perché la Chiesa è una società pubblica, uniamo alle nostre preghiere un tentativo di giudizio storico sul suo pontificato.

Jorge Mario Bergoglio, 266mo Pontefice romano, primo con il nome di Francesco, è stato per dodici anni il Vicario di Cristo, anche se a questo nome ha preferito quello di vescovo di Roma. Ma il vescovo di Roma diviene tale nel momento in cui, dopo l’elezione, accetta il munus petrino. Accettando il pontificato, il Papa assume anche i titoli, riportati dall’Annuario Pontificio, di Vescovo di Roma, Vicario di Gesù Cristo, Successore del Principe degli Apostoli, Sommo Pontefice della Chiesa Universale, Primate d’Italia, Arcivescovo e Metropolita della Provincia Romana, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano, Servo dei Servi di Dio, Patriarca d’Occidente (titolo quest’ultimo ripristinato nel 2024, dopo che era stato rimosso nel 2006 da Benedetto XVI).
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Osservazioni canonistiche sul Rescriptum del 21 febbraio

Se formalmente il Rescriptum ex Audientia Ss.mi del 21 febbraio 2023 – che è un atto amministrativo col quale un capo dicastero chiede e ottiene (Rescriptum: “scritto due volte”) qualcosa dal Sommo Pontefice (Sanctissimi) al termine di una udienza (ex Audientia) – si prefigge lo scopo di “implementare” il Motu Proprio Traditionis custodes del 16 luglio 2021, da un punto di vista pratico, in realtà, lo altera nella sua struttura sostanziale.

Il Rescritto, infatti, sovverte la base sul quale si fonda proprio Traditionis custodes, le cui prime parole, eco di Lumen gentium n. 23 (la costituzione dogmatica del Concilio Vaticano II sulla Chiesa) sono destinate ai Vescovi: «Custodi della tradizione – esordisce il preambolo del Motu Proprio di papa Francesco che modifica il m.p. Summorum Pontificum di Benedetto XVI – i vescovi, in comunione con il vescovo di Roma, costituiscono il visibile principio e fondamento di unità nelle loro Chiese particolari».

Ma se Traditionis custodes aveva puntato sui Vescovi diocesani per una regolamentazione dell’uso delle forme liturgiche anteriori alle riforme post-conciliari, il Rescritto del 21 febbraio scorso rovescia quel principio riservando alla Santa Sede (e dunque al Dicastero per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti) la regolazione di un’intera materia che però, di per sé, sarebbe stata demandata alla discrezionalità dei singoli Ordinari locali dallo stesso provvedimento al quale il Rescritto dice di voler dare “implemento”. Siamo, dunque, davanti a un paradosso kafkiano – logico prima ancora che giuridico – per il quale la stessa Autorità che con un atto normativo dispone una cosa, con un successivo atto revoca, di fatto, il precedente principio, senza però formalizzare tale “inversione di marcia”, e dunque lasciando una contraddizione insolubile.
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Come ricordare Papa Ratzinger?

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Forse, il miglior modo per ricordare Benedetto XVI è quello di leggere (o rileggere) qualcuno dei suoi libri.
Noi siamo particolarmente legati a “Rapporto sulla Fede”, perché scosse la Diocesi di Bologna nel profondo: fu davvero un “libro bomba”!
Il neo-arrivato Card. Giacomo Biffi ne trasse forza per tentare (senza purtroppo riuscirvi) di riportare l’ortodossia e l’ortoprassi ecclesiale.
Il Servo di Dio Padre Tomas Tyn O.P. utilizzò quel volumetto come “cavallo di battaglia” per le tante conferenze, ritiri, riunioni e incontri che gli venivano richiesti.

In questo momento, 9 gennaio 2023, il libro è ancora soggetto ai diritti dell’autore e dell’editore: cosa ormai immorale, quanto negare il pane agli affamati.
Per tale ragione non possiamo inserirlo tra gli e-book scaricabili gratuitamente da http://www.totustuus.cloud.

Tuttavia, è scaricabile “clandestinamente” 🙂 da due siti:
1) https://www.sangiorgio-porcia.it/parrocchia/strumenti/lettura/Libri/Rapporto%20Sulla%20Fede/Rapporto%20Sulla%20Fede.html
2) https://papst.pro/static/download/Rapporto-sulla-Fede-Vittorio-Messori-a-colloquio-con-Joseph-Ratzinger.pdf

Anche se ora non possiamo leggerlo, salviamolo subito sul computer o sullo smartphone: lo leggeremo appena possibile e lo potremo far girare tra i nostri amici!

Per il quadro più generale, quello del “Mistero dei due Papi”, rimandiamo a uno studioso serio: https://www.corrispondenzaromana.it/i-due-papi-e-il-mistero-della-chiesa/

iGpM
totustuus.it

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Card. Muller: no unioni civili, anche lo Stato laico deve rispettare la legge naturale

Il card. Müller: La costituzione antropologica della persona umana non è rispettata in questa nuova antropologia Lgbt
«
Unioni civili per le coppie omosessuali? Io sono leale al Papa ma non è al di sopra della parola di Dio».
«Tutto questo ha creato una grande confusione, ho ricevuto centinaia di chiamate, i fedeli sono totalmente smarriti: che cosa voleva dire, il Papa? Possibile? Perché non si esprime chiaramente?».

Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, 73 anni a fine dicembre, teologo e curatore dell’opera omnia di Ratzinger, fu nominato nel 2012 da Benedetto XVI prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è rimasto in carica fino al 2017.
«In Germania, con Benedetto, mi dicevano che ero troppo papista, adesso sono diventato un nemico del Papa! Una cosa assurda, per me: sono un cattolico, un sacerdote, ho scritto tanti libri sul primato del Papa, l’ho sempre difeso contro protestanti e liberali. Però…».

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Card. Burke: «tutti i fedeli sono tenuti ad opporsi al riconoscimento legale delle unioni omosessuali»

I notiziari di tutto il mondo hanno riferito, con grande enfasi, come un cambio di rotta, la notizia che Papa Francesco abbia dichiarato che le persone nella condizione omosessuale, in quanto figli di Dio, abbiano “diritto di essere in una famiglia” e che “Nessuno dovrebbe essere estromesso o reso infelice per questo”.
Inoltre, hanno scritto che abbia dichiarato: “Ciò che dobbiamo creare è una legge sulle unioni civili. In questo modo sono coperti legalmente. Mi sono battuto per questo”.
Queste dichiarazioni sono state rilasciate nel corso di un’intervista con Evgeny Afineevsky, regista del documentario Francesco, proiettato in anteprima il 21 ottobre 2020 in occasione del Festival del Film di Roma.

Dichiarazioni simili generano un grande smarrimento e sono causa di confusione ed errore fra i fedeli cattolici, dal momento che sono contrarie agli insegnamenti delle Sacre Scritture e della Sacra Tradizione e al recente Magistero tramite il quale la Chiesa custodisce, protegge e interpreta l’intero deposito di fede contenuto nelle Sacre Scritture e nella Sacra Tradizione.

Sono causa di stupore ed errore riguardo l’insegnamento della Chiesa alle persone di buona volontà che sinceramente vogliono sapere cosa la Chiesa Cattolica insegni. Impongono ai pastori delle anime il dovere di coscienza di apportare correzioni e dare necessari chiarimenti.

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Centenario S. Giovanni Paolo II: “Noi reagiremo!” (sette volte!)

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S. Giovanni Paolo II mentre consacra il mondo al Cuore Immacolato di Maria, affinchè il socialismo non diffonda i suoi errori nel mondo.

Il celebre “noi reagiremo” ripetuto sei volte, è un eccellente modo per ricordare il centenario della nascita di San Giovanni Paolo II.
E’ l’esortazione rivolta al laicato perchè si impegni in difesa dei valori che fondano una società cristiana.
Si tratta di un impegno oggi dimenticato e falsato dal confondere gli “ultimi e i poveri” con quelli che non han soldi. Mentre i veri ultimi sono gli atei e gli indifferenti.

Oggi il Papa polacco sarà ricordato all’insegna del buonismo, della capacità mediatica e altri aspetti minori: noi ne ricordiamo l’opera del Santo Padre
per la custodia del Deposito della Fede: oltre 400 condanne di eretici, modernisti e catto-comunisti (qui: https://www.totustuus.it/1978-2005-aspetti-meno-noti-nei-xxvii-anni-di-pontificato-di-giovanni-paolo-ii/ )

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Papa Benedetto XVI parla ancora: c’è una “dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche”

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Papa Benedetto XVI in una nuova biografia di prossima pubblicazione  (in italiano qui) parla esplicitamente del “potere spirituale dell’Anti-Cristo” presente in una certa mentalità molto diffusa nella nostra società.

Maike Hickson, parla di questa nuova biografia nel suo articolo pubblicato su Lifesitenews da cui riprendiamo e traduciamo un passo dalla pagina 1074 la cui foto trovate piu sotto:

Domanda: Una frase della Sua predica durante la messa per l’inizio del pontificato è rimasta particolarmente impressa nella memoria: «Pregate per me, perché non fugga davanti ai lupi.» Aveva previsto tutto quello che avrebbe dovuto affrontare?

Benedetto XVI: Anche qui devo dire che si tende a ridurre troppo la dimensione di quanto può incutere paura a un Papa. Naturalmente questioni come i «Vatileaks» sono incresciose e, soprattutto, non comprensibili e causa di grande turbamento per gli uomini del nostro grande mondo. Ma la vera minaccia per la Chiesa e quindi per il ministero petrino non risiede in queste cose, bensì nella dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddicendo le quali si resta esclusi dal consenso sociale di fondo. Ancora cento anni fa, tutti avrebbero considerato assurdo parlare di matrimonio omosessuale. Oggi chi vi si opponga viene scomunicato dalla società. Similmente stanno le cose per l’aborto e la produzione di esseri umani in laboratorio. La società moderna sta formulando una fede anticristica, cui non ci si può opporre senza essere puniti con la scomunica sociale. È quindi più che naturale avere paura di questa forza spirituale dell’Anticristo e ci vuole davvero l’aiuto della preghiera di un’intera diocesi e della Chiesa universale per opporvi resistenza.

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Aborto: Papa Francesco spiazza i vescovi tiepidi e i falsi pro-life

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Signori Cardinali,
venerati fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle,

buongiorno e benvenuti. Saluto il Cardinale Farrell e lo ringrazio per le sue parole di introduzione. Saluto i partecipanti al Convegno internazionale “Yes to Life! Prendersi cura del prezioso dono della vita nella fragilità”, organizzato dal Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita e dalla Fondazione “Il Cuore in una Goccia”, una delle realtà che nel mondo si adoperano ogni giorno per accogliere alla nascita bambini in condizioni di estrema fragilità. Bambini che, in taluni casi, la cultura dello scarto definisce “incompatibili con la vita”, e così condannati a morte.

Ma nessun essere umano può essere mai incompatibile con la vita, né per la sua età, né per le sue condizioni di salute, né per la qualità della sua esistenza. Ogni bambino che si annuncia nel grembo di una donna è un dono, che cambia la storia di una famiglia: di un padre e di una madre, dei nonni e dei fratellini. E questo bimbo ha bisogno di essere accolto, amato e curato. Sempre! Anche quando piangono, come quello [applausi]. Forse qualcuno potrà pensare: “Ma, fa rumore…portiamolo via”. No: questa è una musica che tutti noi dobbiamo ascoltare. E dirò che ha sentito gli applausi e si è accorto che erano per lui.  Bisogna ascoltare sempre, anche quando il bambino ci dà un po’ fastidio; anche in chiesa: che piangano i bambini in chiesa! Lodano Dio. Mai, mai cacciare via un bambino perché piange. Grazie per la testimonianza.

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Una “riserva indiana” per i tradizionalisti?

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Poco prima dello scioglimento della Commissione Ecclesia Dei, il periodico digitale Monday Vatican (1) ha pubblicato un’acuta riflessione sull’orientamento del Santo Padre nei confronti della “galassia” tradizionalista. Ecco la tesi di fondo dell’autore, Andrea Gagliarducci:
«Mentre i lefebvriani sono una realtà ben strutturata e definita […] i gruppi tradizionalisti all’interno della Chiesa sono, alla fine, piccoli gruppi, anche se il numero dei loro seguaci è in aumento. Papa Francesco è probabilmente più preoccupato di avere molti piccoli gruppi all’interno della Chiesa cattolica che di affrontare un singolo gruppo al di fuori della Chiesa».

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