Omelia 11 luglio – XV del Tempo Ordinario

DOMENICA QUINDICESIMA DEL TEMPO ORDINARIO

LETTURE
Prima: Deut 30, 10-14
Seconda: Col 1, 15-20
Vangelo: Lc 10, 25-37

NESSO TRA LE LETTURE
La questione Gesù potrebbe essere il centro di convergenza dei testi liturgici. Gesù è una grande domanda, e la Bibbia ci offre una grande risposta. Nel vangelo Gesù si autopresenta come il buon samaritano, disponibile per qualsiasi necessità, laddove esista e chiunque sia il bisognoso. La prima lettura ci parla della Parola vicina, sulle labbra e nel cuore, e tale Parola vicina si identifica con Gesù, il Dio-uomo, che ci parla con parole di uomo. Nella lettera ai Colossesi, in un antico e bellissimo inno cristologico, Gesù è cantato come il primogenito di tutta la creazione, al quale tutto fa riferimento e nel quale tutto incontra pienezza.

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Omelia 4 luglio – XIV del Tempo Ordinario

Domenica Quattordicesima del Tempo Ordinario

Letture
I Lettura: Is 66, 10-14
Salmo: 65
II Lettura: Gal 6, 14-18
Vangelo: Lc 10, 1-12.17-20

Nesso logico tra le letture
Cercare in tutto il fine: questa frase può sintetizzare i testi liturgici. Il fine della missione dei settantadue non è il successo, ma che ´i loro nomi siano scritti nel cieloª (vangelo). L´Isaia post-esilico vede anticipatamente il fine di tutti i suoi sogni: la città di Gerusalemme che riunisce tutti i suoi figli, come una madre (prima lettura). L´esistenza cristiana non ha altro fine se non appropriarsi della vita di Cristo in tutta la sua realtà storica, specialmente nel mistero della croce. È ciò che ci insegna san Paolo con la sua parola e con la sua vita (seconda lettura).

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Omelia 26 giugno 2010 – XIII del Tempo Ordinario

Omelia per la Tredicesima Domenica del Tempo Ordinario

Letture
I Lettura: 1Re 19, 16b.19-21
Salmo: Sal 15
II Lettura: Gal 5,1.13-18
Vangelo: Lc 9, 51-62

Nesso logico tra le letture
"Chiamata e risposta": due parole che riassumono il contenuto sostanziale delle letture della presente domenica. Gesù, nel suo camminare verso Gerusalemme, chiama alcuni a seguirlo e a dargli una risposta radicale (vangelo). In questo, Gesù supera le esigenze della chiamata e della sequela nell´Antico Testamento, particolarmente nella vocazione di Eliseo (prima lettura). I gàlati — e tutti i cristiani in generale — sono stati chiamati alla libertà dello spirito, di conseguenza debbono rispondere con il loro comportamento alla nuova condizione di uomini liberi, evitando di cadere un´altra volta nella schiavitù (seconda lettura).

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Omelia 20 giugno 2010 – XII del Tempo Ordinario

DOMENICA DODICESIMA DEL TEMPO ORDINARIO

LETTURE
Prima: Zac 12, 10-11; 13,1
Seconda: Gal 3, 26-29
Vangelo: Lc 9, 18-24

NESSO TRA LE LETTURE
Chi è Gesù Cristo? Questa è la grande domanda degli uomini da ventuno secoli, ed è la domanda che ci pone la liturgia di questa domenica. Le risposte sono varie: un profeta redivivo: Elia, Geremia, per esempio, o un altro Giovanni il Battista. Pietro, in nome dei Dodici, giunge ad affermare che è il Messia di Dio. Per Gesù, le risposte sono insufficienti, e dà a se stesso il nome del Figlio dell’uomo, che terminerà la sua vita su una croce (vangelo). Alla luce evangelica si coglie il senso ultimo della profezia di Zaccaria: "Guarderanno a me, a colui che hanno trafitto" (prima lettura). Per san Paolo, alla luce della Pasqua, Gesù Cristo è colui che fa passare l’uomo dall’infanzia sotto il pedagogo fino all’età adulta dell’uomo libero e figlio di Dio (seconda lettura).

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Omelia 13 giugno 2010 – XI Domenica del Tempo Ordinario

Omelia per la XI Domenica del Tempo Ordinario – 13 giugno 2010

LETTURE
2 Sam 12,7-10.13
Sal 31,1-2.5.7.11
Gal 2,16.19-21
Vangelo: Lc 7,36-8,3 (forma breve: Lc 7,36-50)

NESSO TRA LE LETTURE
Il messaggio di questa domenica è semplice, ma non facile da assimilare per la nostra natura umana, ferita dal peccato. Le letture esprimono chiaramente che il mistero della salvezza, il mistero della misericordia di Dio, passa attraverso il sacrificio e la rinuncia di sé. Il profeta Zaccaria ci dice che il Signore riverseà grazia e consolazione sulla casa di David, ma che le genti guarderanno "a colui che hanno trafitto" — cioè Dio stesso —, sarà un giorno di lutto e pianto come per si fa per un figlio unico (prima lettura). San Giovanni accosterà questo oracolo a Cristo Gesù, ma il suo primo significato rimanda a Dio stesso (occorre ricordare che Zaccaria scrive circa cinquecento anni prima dell´interpretazione offerta da san Giovanni). Guarderanno a Dio, cioè si convertiranno a lui. E guarderanno "a colui che hanno trafitto", cioè a Dio stesso che avevano offeso nella persona dei più poveri. È il mistero dell´amore di Dio offeso dai nostri peccati. Il vangelo, da parte sua, ci dà la risposta che Dio offre agli uomini: manda suo Figlio affinché ci redima mediante i suoi patimenti, la sua morte e la sua resurrezione. Cristo stesso dice chiaramente ai suoi apostoli che deve soffrire e che, se desiderano seguirlo, ognuno dovrà farsi carico della propria croce (Vangelo). Messaggio arduo, perché contraddice spesso le nostre aspirazioni più intime e, tuttavia, questo è il messaggio di salvezza. Per mezzo del battesimo siamo stati incorporati a Cristo, rivestiti di Lui, e nostra è la promessa di salvezza (seconda lettura).

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Omelia 6 giugno – Corpus Domini

Solennità del Corpus Domini

Letture
I Lettura: Gn 14,18-20
Salmo: Sal 109,1-4
II Lettura: 1Co 11,23-26
Vangelo: Lc 9,11b-17

Nesso tra le letture
Quanto è consolante pensare che Dio stesso viene incontro alle nostre miserie e si prende cura di noi e ci sostiene nelle difficoltà della vita! Questa è l´idea che raccogliamo dalla meditazione della liturgia della solennità del Corpus Domini. La prima lettura ci mostra il Re-sacerdote di Salem (Gerusalemme) Meclhisedek che offre pane e vino e benedice Abramo. Questo personaggio misterioso è immagine, secondo il salmo 110, del Re David, che allo stesso modo è simbolo del Messia. Nel vangelo vediamo che Gesù stesso, il vero Messia, si offre agli uomini come alimento. È quasi una prefigurazione del banchetto messianico degli ultimi tempi. Vediamo Gesù che viene per rendere libero il suo popolo, ma non con una liberazione politica o militare, come molti credevano, bensì mediante il suo sacrificio e la conversione dei cuori. Gesù ci offre il pane di vita che è il suo corpo ed il suo sangue, come testimonia solennemente Paolo nella seconda lettura. Ed in questo gesto si rivela l´amore più grande.

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Omelia 30 maggio 2010 – Ss.ma Trinità

Solennità della Santissima Trinità — Ciclo C

Letture
I Lettura: Prv 8, 22-31
Salmo: Sal 8 (9)
II Lettura: Rm 5, 1-5
Vangelo: Gv 16, 12-15

Nesso tra le letture
La solennità della Santissima Trinità ci introduce nel mistero dell´autorivelazione di Dio. Dio stesso ci viene manifestato nell´unità della natura e nella distinzione delle persone. La liturgia del ciclo C sottolinea in modo particolare l´amore di Dio Trinità per l´uomo. Nella prima lettura, tratta dal libro dei Proverbi, troviamo una personificazione della Sapienza che è come un´anticipazione preparatoria alla rivelazione delle Persone della Trinità. La Sapienza non è ancora una persona, ma è personificata e, così, si vuole esprimere che tutto è stato creato con ammirabile concordia, con armonia e bellezza, "ponendo le delizie tra i figli dell´uomo" (prima lettura). La Lettera ai Romani sottolinea il tema della "speranza nella quale ora ci troviamo grazie a Cristo". Questa speranza è già realizzata, ne siamo parte, cioè siamo già stati giustificati e redenti, tutto questo è già una magnifica e profonda realtà; ma, allo stesso tempo, è una speranza che si deve realizzare nel tempo, cioè non è ancora possesso pieno della Gloria. "Già, ma non ancora", come recita una splendida espressione escatologica. Continuiamo ad essere pellegrini per la via e, di questa speranza, ci vantiamo nelle tribolazioni (seconda lettura). Nel vangelo si dà ancor più rilievo all´amore di Dio per gli uomini: Cristo saluta i suoi apostoli ed annuncia loro che lo Spirito Santo verrà e li guiderà alla verità completa. Lo Spirito Santo spiegherà loro "le cose che devono venire", spiegherà loro il mistero della passione, della morte e resurrezione del Signore (Vangelo). La solennità della Trinità è, dunque, la grande solennità di Dio, Uno e Trino, e del suo ineffabile amore per noi uomini.

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Omelia 23 maggio 2010 – Pentecoste

Solennità di Pentecoste – 23 maggio 2010

Letture
I Lettura: At 2,1-11
Salmo: Sal 103 (104)
II Lettura: Rm 8,8-17
Vangelo: Gv 14,15-16.23-26

Nesso delle letture
Il giorno di Pentecoste celebra la venuta dello Spirito Santo sugli apostoli. Oggi, nell´orazione colletta, la liturgia supplica così il Signore: "diffondi sino ai confini della terra i doni dello Spirito Santo, e continua oggi, nella comunità dei credenti, i prodigi che hai operato agli inizi della predicazione del Vangelo". Il libro degli Atti degli Apostoli narra essenzialmente la venuta dello Spirito Santo sul collegio apostolico: tutti sono pieni di Spirito, si compiono meraviglie nei loro cuori e intraprendono con coraggio la predicazione evangelica (prima lettura). Nella lettera ai Romani, che ci presenta la seconda lettura, è posta in rilievo la contrapposizione tra la carne e lo spirito. Viene così espressa quella lotta interiore che ogni uomo che vuole vivere come figlio di Dio sperimenta in se stesso (seconda lettura). Nel vangelo, Cristo risorto dona lo Spirito Santo agli Apostoli. Gesù alita sugli apostoli, e così ci rammenta di quell´altro alito di Dio, all´atto della creazione dell´uomo. Il dono dello Spirito Santo, da parte di Gesù ai suoi Apostoli, è descritto nel vangelo di san Giovanni come il dono della vita che Dio comunicò all´uomo alle sue origini. Ora, in effetti, ci troviamo all´origine di una nuova umanità, siamo di fronte ad una nuova creazione (Vangelo).

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Omelia 16 maggio 2010 – Ascensione del Signore

Omelia per la Solennità dell´Ascensione del Signore — Ciclo C

Letture
I Lettura: At 1,1-11
Salmo: Sal 46 (47)
II Lettura: Eb 9,24-28;10,19-23
Vangelo: Lc 24,46-53

Nesso delle letture
"In molti Paesi, tra i quali l´Italia, la solennità dell´Ascensione di Cristo è stata posticipata ad oggi. Con questa festa ricordiamo che Gesù, dopo la sua risurrezione, si mostrò vivo ai discepoli per quaranta giorni (At 1,3), al termine dei quali, avendoli condotti sul monte degli Ulivi, "fu elevato in alto sotto i loro occhi e una nube lo sottrasse al loro sguardo" (At 1,9). Risorto e asceso al Cielo, il Redentore costituisce per i credenti l´àncora di salvezza e di conforto nel quotidiano impegno al servizio della verità e della pace, della giustizia e della libertà. Salendo al Cielo, Egli ci riapre la via verso la Patria beata, non però per alienarci dalla storia, ma per dare al nostro cammino il respiro della speranza" (Giovanni Paolo II, Regina coeli, 12 maggio 2002). Il vangelo di san Luca mette particolare enfasi sulla necessità di rendere testimonianza a Cristo, morto e risorto. Lo Spirito Santo sarà inviato per fortificare gli apostoli (Vangelo). La lettera agli Ebrei contempla l´ingresso solenne di Cristo "nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore" (seconda lettura).

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Omelia 9 maggio 2010 – Sesta Domenica di Pasqua

Sesta Domenica di Pasqua — Ciclo C

Letture
I Lettura: At 15,1-2.22-29
Salmo: Sal 66 (67)
II Lettura: Ap 21,10-14.22-23
Vangelo: Gv 14, 23-29

Nesso delle letture
La liturgia di questa domenica presenta la problematica che la Chiesa affrontava al tempo degli apostoli: da un lato, alcuni si aggrappavano alle tradizioni ebraiche e chiedevano la circoncisione e il rispetto di altri precetti per i neo-convertiti al cristianesimo; dall´altra, vediamo Paolo, pieno di zelo per Cristo e per la predicazione del vangelo, che invita tutti ad aderire unicamente a Cristo risorto. Per risolvere il conflitto intervengono le "colonne" della Chiesa, ma soprattutto, interviene l´azione dello Spirito Santo che illumina il cuore degli uomini ed indica loro la via che devono seguire (prima lettura). Gesù, nel dialogo coi suoi apostoli nell´ultima cena, aveva annunciato loro che lo Spirito Santo sarebbe venuto per insegnar loro e per ricordare tutto quello che Cristo stesso aveva detto (Vangelo). Lo Spirito Santo ricorda loro, in modo speciale, l´amore di Cristo. Ricorda loro che devono rimanere nell´amore, nell´unità, nella comunione, devono mantenere la parola del Signore, essere dimora della Trinità stessa.

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