Omelia 2 maggio 2010 – Quinta Domenica di Pasqua

Quinta Domenica di Pasqua

Letture
I Lettura: At 14,21-27
Salmo: Sal 144 (145)
II Lettura: Ap 21,1-5
Vangelo: Gv 13,31-33.34-35

Nesso delle letture
"Io, Giovanni, vidi un nuovo cielo e una nuova terra". La seconda lettura, presa dell´Apocalisse ci introduce in un mondo nuovo, il mondo che avrà il suo compimento alla fine dei tempi, ma che ha avuto inizio in questo dal momento in cui Gesù Cristo si è offerto in sacrificio e ha proclamato solennemente: "Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri". Il mondo non conosceva in pienezza l´amore, non conosceva quella forza sovraumana che spinse gli apostoli, Paolo e Barnaba, a logorarsi e consumarsi per donare agli uomini il tesoro della fede, come ci mostrano gli Atti degli Apostoli. È Dio fatto uomo che ci ha manifestato nell´amore il senso ultimo dell´esistenza umana, Dio che è "paziente e misericordioso lento all´ira e ricco di grazia", "buono verso tutti, e la cui tenerezza si espande su tutte le creature". L´amore apre un´altra tappa nella storia dell´uomo: "io faccio nuove tutte le cose".

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Quarta Domenica di Pasqua — 25/4/2010

Quarta Domenica di Pasqua — Ciclo C
25 aprile 2010

Letture:
I Lettura: At 13,14.43-52
Salmo: Sal 99 (100)
II Lettura: Ap 7,9.14-17
Vangelo: Gv 10,27-30

Nesso delle letture
Questa domenica, nota come la domenica del "Buon Pastore", ricorre la giornata di preghiera per le vocazioni al sacerdozio e alla vita consacrata. Dalla liturgia di oggi emerge la figura del "Buon Pastore" che bada alle sue pecorelle. Già nelle catacombe e nei mosaici delle antiche basiliche troviamo l´immagine del "Buon Pastore", giovane e forte che porta una pecorella sulle sue spalle. Pastore e agnello sono immagini terrene usate dalla Chiesa primitiva per rappresentare il Cristo pasquale. Il vangelo del ciclo liturgico C proclama l´ultima parte della parabola, e mette in rilievo la relazione che esiste tra le pecorelle e il pastore, Gesù, che presenta se stesso come il vero pastore.
´Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eternaª (Vangelo). Queste parole del vangelo trovano il loro compimento definitivo nella visione celestiale che san Giovanni ci descrive nell´Apocalisse: ´ l´Agnello [Cristo Risorto] che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita [vita eterna]ª. Quelle pecorelle guidate sono la ´moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all´Agnello, avvolti in vesti candide [la nuova umanità], e portavano palme nelle mani [l´umanità vittoriosa]ª; questi ´sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazioneª (la persecuzione, per esser stati fedeli alla voce del loro Pastore), (prima lettura). Sono, come ci dice san Luca negli Atti degli Apostoli, "quelli che glorificavano la Parola di Dio", quelli che "abbracciarono la fede", "che erano destinati alla vita eterna". In loro si realizzò il Mistero Pasquale: la Morte di Cristo, nella persecuzione (gli insulti, l´espulsione), e la Resurrezione di Cristo, nel frutto della Missione Apostolica (´La parola di Dio si diffondeva per tutta la regioneª e ´i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santoª). (altro…)

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III Domenica di Pasqua – 18/4/2010

Omelia della III Domenica di Pasqua

Letture
I Lettura: At 5, 27-32.40-41
Salmo: Sal 29 (30)
II Lettura: Ap 5, 11-14
Vangelo: Gv 21, 1-19

Nesso delle letture
La figura centrale delle letture di questa domenica è Cristo risorto, che appare agli apostoli sulla riva del lago. Simon Pietro prende l´iniziativa e va a pescare e gli altri apostoli lo seguono. Proprio loro, che pure erano esperti nell´arte della pesca, trascorrono l´intera notte senza prendere niente. All´alba, odono la voce di uno sconosciuto che li chiama dalla spiaggia, invitandoli a gettare la rete sul lato destro: ´Quando già era l´alba Gesù si presentò sulla rivaª (Gv 21,4). L´evangelista precisa che quella notte ´non presero nullaª (Gv 21,3), e aggiunge che non avevano nulla da mangiare. All´invito di Gesù: ´Gettate la rete dalla parte destra della barca e trovereteª (Gv 21,6), obbedirono senza esitazione. Pronta fu la loro risposta e grande la loro ricompensa, perché ´gettarono [la rete] e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesciª (Gv 21,6), la stessa rete che era rimasta vuota nella notte. Fu lo sguardo acuto di Giovanni a scoprire che si trattava del Signore (Vangelo). Nella prima lettura contempliamo gli Apostoli che danno testimonianza della resurrezione del Signore con coraggio e si ritengono degni di soffrire per il nome di Gesù (prima lettura). Il libro dell´Apocalisse manifesta la lode e l´onore che si deve all´Agnello sacrificato (seconda lettura). Egli ha conseguito il trionfo per mezzo della sua umiliazione.

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Domenica della Divina Misericordia — II di Pasqua – 11 aprile 2010

Letture
I Lettura: At 5, 12-16
Salmo: Sal 117 (118)
II Lettura: Ap 1,9-11.12-13.17-19
Vangelo: Gv 20, 19-31

Nesso delle letture

In questa seconda domenica di Pasqua si celebra il giorno della divina misericordia. Il 30 aprile del 2000, Giovanni Paolo II ha canonizzato Suor Faustina Kowalska, testimone e messaggera dell´amore misericordioso del Signore, e istituì questa nuova festa che tanto opportunamente si inserisce nel ritmo liturgico e risponde alle necessità più vive degli uomini del terzo millennio. L´elevazione agli onori degli altari di questa umile religiosa, figlia della Polonia, ha rappresentato un dono per tutta l´umanità. ´Il messaggio, infatti, di cui ella è stata portatrice costituisce la risposta adeguata e incisiva che Dio ha voluto offrire alle domande e alle attese degli uomini di questo nostro tempo, segnato da immani tragedie. A Suor Faustina Gesù ebbe a dire un giorno: "L´umanità non troverà pace, finché non si rivolgerà con fiducia alla divina misericordia" (Diario, p. 132). La divina Misericordia! Ecco il dono pasquale che la Chiesa riceve dal Cristo risorto e che offre all´umanità, all´alba del terzo millennioª (cfr. Giovanni Paolo II, Omelia della Domenica della Divina Misericordia, 22 aprile 2001).
Il salmo 117 (118) invita ad elevare un canto di gratitudine a Dio perché eterno è il suo amore, perché eterna è la sua misericordia. La seconda lettura, tratta dal libro dell´Apocalisse, spiega perché l´uomo non deve temere: Cristo, l´Alfa e l´Omega, ha trionfato sulla morte e vive per sempre (seconda lettura). Nel vangelo, Cristo risorto appare al collegio apostolico e invita alla pace, alla fiducia, alla sicurezza, perché la misericordia divina si è riversata in Cristo Nostro Signore. Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre.

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Omelia 4 aprile 2010 – Santa Pasqua di Resurrezione

Pasqua di Resurrezione 
4 aprile 2010

Letture
I Lettura: At 10,14a 37-43
Salmo: Sal 117
II Lettura: Col 3,1-4
Vangelo: Gv 20,1-9

Nesso tra le letture


La fede nella resurrezione del Signore è il tema fondamentale di questo giorno. "Questo è il giorno di Cristo Signore" canta il salmo 117. È la domenica per eccellenza. È il giorno in cui vincendo la morte si espresse il suo potere sovrano e che, perciò, è motivo di diletto e gioia per tutti i cristiani. Nel suo discorso, Pietro proclama che gli è stato affidato l´incarico di annunciare e predicare la Resurrezione di Cristo. Gli apostoli sono i testimoni che hanno visto il Risorto, hanno mangiato e bevuto con lui. Essi hanno ricevuto l´incarico di predicare che Cristo risorto è stato costituito giudice dei vivi e dei morti (prima lettura). San Paolo sottolinea, in modo speciale, che la resurrezione del Signore instaura una nuova vita nel battezzato. Il cristiano è colui che è morto con Cristo ed è risorto con lui ad una nuova vita. La fede nella Resurrezione è per san Paolo la roccia salda, il luogo su cui si fonda tutto il suo dinamismo apostolico (seconda lettura). Il vangelo ci mostra Pietro e Giovanni che, entrando nel sepolcro, "vedono e credono". Il sepolcro vuoto è per loro l´inizio di una meditazione che li conduce alla fede in Cristo risorto. (altro…)

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Omelia 28 marzo 2010 – Domenica delle Palme

Domenica delle Palme. Ciclo C

Letture
Prima: Is 50, 4-7
Seconda: Fil 2, 6-11
Vangelo: Lc 22, 14-23, 52

NESSO TRA LE LETTURE
Il dolore! realtà storica e disegno di Dio. Qui si trova il centro del messaggio della Domenica delle Palme. Il Servo di Javeh (prima lettura) soffre colpi, insulti e sputi, ma il Signore lo aiuta e gli insegna il senso del dolore. San Paolo, nell’inno cristologico della lettera ai filippesi (seconda lettura), canta a Cristo che "si spogliò della sua grandezza, assumendo la condizione di servo". Nella narrazione della passione secondo san Luca, Gesù affronta sofferenze indicibili e inenarrabili, alla maniera di uno schiavo, ma sa che tutto è disposto dal Padre e per questo affida al Padre il suo spirito.

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Omelia 21 marzo 2010 – Quinta domenica di Quaresima

Omelia della Quinta Domenica di Quaresima

Letture
I Lettura: Is 43, 16-21
Salmo: Sal 39
II Lettura: Fil 3, 8-14
Vangelo: Gv 8, 1-11

Nesso tra le letture
La liturgia di oggi, a proseguimento di quella della domenica precedente, ci parla della novità della vita in Cristo. La donna peccatrice, sorpresa in adulterio, vede che i suoi accusatori si ritirano e resta sola di fronte a Gesù. E lì, in quell’incontro, sorge qualcosa di nuovo nella sua anima: ascolta parole di misericordia e di perdono che la restituiscono alla vita (Vangelo). Anche il profeta Isaia, pensando al ritorno dalla prigionia di Babilonia, parlava di una novità: il Signore camminerà di fronte al suo popolo, facendogli strada nel deserto (prima lettura). Quando Dio parla, tutto diventa nuovo. Per questo motivo, san Paolo ci dice che tutto deve essere reputato una perdita a paragone della conoscenza di Cristo Gesù, cioè della conoscenza dell’amore di Dio per l’uomo (seconda lettura).

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Omelia 14 marzo 2010 – Quarta Domenica di Quaresima

Omelia della Quarta Domenica di Quaresima

Letture
I Lettura: Gs 5, 9.10-12
Salmo: Sal 33
II Lettura: 2 Co 5, 17-21
Vangelo: Lc 15, 1-3. 11-32

Nesso tra le letture

"Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove" (seconda lettura). Questo testo di san Paolo ci serve quale punto unificatore delle nostre letture. In Cristo si è rivelato il volto misericordioso del Padre, l’amore del Padre, così che chi vede Cristo vede il Padre. La parabola del "figliol prodigo" che leggiamo oggi nel vangelo, esprime in modo plastico la riconciliazione col Padre che Cristo ha conquistato per noi. "È stato Dio a riconciliare a sé il mondo in Cristo" (2 Cor 5,19). Attraverso Cristo abbiamo accesso al Padre. Dal canto suo, la prima lettura ci mostra il popolo d’Israele che, attraversando il Giordano, smette di essere un paese nomade, e gusta già i frutti della terra dove "scorre latte e miele". La speranza della terra promessa incomincia a farsi realtà (prima lettura). Tutto è novità per questo popolo che entra come in processione attraversando il Giordano e ratificando di nuovo l’alleanza. In questi frutti della terra, sono rappresentate le offerte del pane e del vino che diventeranno il corpo ed il sangue del Signore.

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Omelia 7 marzo 2010 – Terza Domenica di Quaresima

Traccia per l’Omelia della Terza Domenica di Quaresima

Letture
I Lettura: Es 3, 1-8.13-15
Salmo: Sal 102
II Lettura: 1 Co 10, 1-6. 10-12
Vangelo: Lc 13, 1-9

Nesso tra le letture
Mosè, davanti al roveto che non si consuma, è il simbolo dell’uomo davanti alla trascendenza di Dio, e simbolo dell’accettazione umile della chiamata divina a compiere una missione. Davanti a questa visione, Mosè deve restare scalzo, il terreno su cui cammina è sacro, è in presenza del Santo dei santi, deve purificarsi per stare alla presenza del Signore (prima lettura). Il vangelo parla ancora più esplicitamente dell’imperiosa necessità di convertirsi: "noi non siamo meno peccatori di coloro che hanno sofferto grandi disgrazie, e se non ci convertiamo, periremo ugualmente" (Vangelo). Paolo ci presenta un’interpretazione allegorica del passaggio nel deserto del popolo d’Israele e ci esorta a non essere increduli come gli israeliti, ma "a stare attenti a non cadere se stiamo in piedi" (seconda lettura).

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Omelia 28 febbraio 2010 – Seconda Domenica di Quaresima

Letture
I Lettura: Gn 15, 1-12.17-18
Salmo: Sal 26
II Lettura: Fil 3, 17 – 4,1
Vangelo: Lc 9, 28-36

Nesso tra le letture
L’alleanza che Dio stabilisce con Israele e giunge alla sua pienezza in Cristo Gesù è il tema su cui si fissa oggi la nostra attenzione. Abramo ascolta Dio che gli ricorda la sua origine e la promessa che gli ha fatto. Il Signore si impegna per primo ad essere fedele alle sue parole. Abramo si mostra docile alla promessa e crede in essa e questo gli è accreditato come giustizia (prima lettura). Il vangelo, presentando la trasfigurazione, ci indica che il pieno compimento dell’alleanza avrà luogo nell’oblazione di Cristo Gesù. Tutto ciò che era stato annunciato nella legge (Mosè) e nei profeti (Elia), trova il suo compimento nella "partenza" di Gesù (la sua passione, morte e resurrezione). Così, ci dice san Paolo, Cristo trasfigurerà il nostro corpo mortale ad immagine del suo corpo glorioso (seconda lettura).

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