2 gennaio 2011 – II domenica dopo Natale

Autore di questa traccia è Padre Eamonn O´Higgins, LC

Omelia per il 2 gennaio
Seconda domenica dopo Natale

LETTURE
Sir 24,1-4,8-12;
Salmo 147;
Ef 1,3-6,15-18;
Gv 1,1-18

TEMA DELLE LETTURE
La lettura dal Libro del Siracide parla della sapienza e dell´ordina nell´universo come una manifestazione di Dio, l´Altissimo. In forma letteraria, il profeta personifica la sapienza di Dio, riconoscendo anche che Israele è stato scelto con speciale lungimiranza nella sapienza dell´Altissimo mediante la sua conoscenza della Legge di Dio. La risposta del Nuovo Testamento al salmo 147 paragona deliberatamente la "persona" della sapienza dell´Antico Testamento e la nascita nel tempo del Figlio di Dio, il Verbo. Il Salmo stesso proclama il potere e la sapienza di Dio in favore di Gerusalemme, visto come un messaggero (v. 15) che fortifica potentemente Gerusalemme e, in particolar modo, rivela la sapienza di Dio al suo popolo eletto (v. 19). Giovanni ricorda la nascita di Dio nella vita umana, riferendosi a Gesù Cristo come al Verbo di Dio. Ora non è necessaria alcuna personificazione letteraria; Dio stesso si fa uomo. Oltre a ricordare ai cristiani di Efeso il loro destino soprannaturale, Paolo invoca per loro (v. 17) da Dio lo spirito di sapienza e di rivelazione per una più profonda consocenza di quel Dio che solo può illuminare gli occhi della loro mente affinché comprendano la verità sul loro destino, lo scopo autentico e finale della loro esistenza, il culmine della creazione.

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1° gennaio 2011 – Santa Maria Madre di Dio

Omelia per sabato 1° gennaio
Santa Maria Madre di Dio

LETTURE
Prima: Num 6,22-27
Seconda: Gal 4,4-7
Vangelo: Lc 2, 16-21

NESSO LOGICO TRA LE LETTURE
Una vena sotterranea unisce le letture: la signoria di Dio, che acquista la sua forma più perfetta nella pienezza dei tempi, quando Dio, per mezzo dell’incarnazione di suo Figlio, fa partecipe l’uomo della sua signoria adottandolo come figlio. Nella prima lettura per tre volte si ripete la parola Signore: "Il Signore ti benedica… il Signore faccia brillare il suo volto su di te…il Signore ti mostri il suo volto". Nel versetto precedente al testo evangelico della liturgia i pastori si dicono gli uni gli altri: "Andiamo a Betlemme a vedere ciò che il Signore ci ha annunciato", e nel v.20 san Luca commenta: "I pastori ritornarono lodando Dio perché tutto ciò che avevano visto e udito corrispondeva a quanto avevano detto loro". Infine, nella lettera ai galati non appare la parola Signore, ma il concetto: il Figlio di Dio, tramite l’incarnazione, si fece schiavo della legge perché noi, soggetti a questa legge, fossimo liberati. Nel battesimo, lo Spirito Santo è inviato ai nostri cuori per trasformarci da schiavi in figli. In quanto figli, partecipiamo della signoria di nostro Padre Dio sulla legge.

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Domenica 26 dicembre 2010 – Festa della S. Famiglia

Domenica 26 dicembre 2010
Festa della Santa Famiglia

LETTURE
Sir 3,2-6,12-14;
Salmo 128;
Col 3,12-21;
Mt 2,13-15,19-23

TEMA DELLE LETTURE
La vita familiare è al centro della liturgia odierna. Il Libro del Siracide dà consigli pratici circa l´onore e il rispetto che si dovrebbe avere per il padre e la madre. Nella tradizione ebraica è considerato un dovere religioso importante agli occhi di Dio. Il salmo 128 illustra le benedizioni di una buona famiglia all´uomo che teme Dio. San Paolo esorta i cristiani di Colossi a mostrare nelle loro relazioni reciproche tutte le sfaccettature dell´amore cristiano. Egli raccomanda specialmente l´amore e il rispetto tra i membri della famiglia. Il vangelo di Matteo racconta delle vicissitudini di Giuseppe e Maria durante l´infanzia Gesù. Per proteggere il bambino, sono costretti ad emigrare in Egitto e a stabilirsi, infine, anni più tardi, a Nazareth, in Galilea. In modo misterioso tutto questo era stato previsto nel Antico Testamento.

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25 dicembre 2010 – Santo Natale

Santo Natale del Signore (Messa del giorno)

LETTURE
Is 52,7-10;
Salmo 98;
Eb 1,1-6;
Giovanni 1,1-18

TEMA DELLE LETTURE
Gli israeliti sono prigionieri a Babilonia. Il profeta Isaia predice la fine dell´esilio per intervento del Signore. Questo giorno è ormai prossimo. Gerusalemme, ora in rovina, sarà ristabilita e tutte le nazioni riconosceranno in ciò il potere del Dio d´Israele. Il salmo 98 proclama la grandezza di Dio, riconosciuta da tutti, dimostrata nel suo amore per Israele. Il prologo evangelico di Giovanni e l´inizio della Lettera agli Ebrei, in maniere simili spiegano la nascita del Signore come uomo ed il suo significato. In uno stile assai diverso dalle scene della natività dei vangeli sinottici, Giovanni dichiara che Dio divenne uomo, si fece carne, e visse tra noi (v. 14). Egli non fu accolto dai suoi, perché esi hanno scelto di non vedere la luce. Egli offre a tutta la possibilità di diventare figli di Dio attraverso la grazia (v. 12-13). La Lettera agli Ebrei presenta un compendio teologico dell´intervento di Dio nella storia umana e lo scopo per cui Egli si è fatto uomo.

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19 dicembre 2010 – IV domenica di Avvento

Quarta Domenica di AVVENTO, Ciclo A

LETTURE
Prima: Is 7, 10-14
Seconda: Rom 1,1-7
Vangelo: Mt 1,18-24

NESSO LOGICO TRA LE LETTURE
L’espressione genitori di Gesù potrebbe essere il punto di incontro delle letture di oggi. Matteo, nel Vangelo, è colui che più chiaramente lo fa vedere: "Sua madre Maria era promessa a Giuseppe". "La sua sposa diede alla luce un figlio, a cui pose nome Gesù". Si tratta di "genitori" iscritti nell’azione misteriosa di Dio nella storia. Maria, essendo vergine, concepisce per opera dello Spirito, compiendo così la profezia messianica di Is 7,10-14 (Prima lettura). Giuseppe è giusto, accetta e rispetta il mistero di Dio, ma si interroga su ciò che Dio vuole per lui in tutto questo fatto. Dio si fa carico di dargli una risposta: "Non avere paura di prendere Maria come sposa…". In questo modo, per mezzo di Giuseppe, Gesù nascerà dalla stirpe di Davide in quanto uomo (Seconda lettura).

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12 dicembre 2010 – III domenica di Avvento

Omelia per la Terza Domenica di AVVENTO, Ciclo A

LETTURE
Prima: Is 35, 1-6. 8. 10
Seconda: Gc 5, 7-10
Vangelo: Mt 11, 2-11

NESSO LOGICO TRA LE LETTURE
In cammino verso la venuta di Cristo, la liturgia situa noi cristiani tra l’attesa e la speranza. Giovanni il Battista era cosciente della sua missione di precursore, e viveva nella speranza del Messia, di cui preparava il cammino; ma la speranza non gli dava certezza. Per questo, mandò a Gesù un’ambasciata: "Sei tu quello che doveva venire, o dobbiamo aspettarne un altro?" (Vangelo). Gesù soddisfa la domanda del Battista citando parte di uno dei poemi più belli della speranza messianica: "I ciechi vedono, gli zoppi camminano…e ai poveri si annuncia la buona novella" (Prima Lettura e Vangelo). San Giacomo, nella seconda lettura, ci esorta all’attesa paziente della venuta del Signore, come l’agricoltore aspetta le piogge che faranno fruttificare la semina. In Giudea queste piogge sono precoci (inizio dell’autunno) e tardive (inizio della primavera).

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8 dicembre 2010. Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria

Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria

LETTURE
Prima: Gen 3, 9-15;
seconda: Ef 1, 3-6.11-12
Vangelo: Lc 1, 26-38

NESSO TRA LE LETTURE
Il mistero di Maria Santissima consiste nell’armonizzare, nel suo essere e nella sua personalità di donna, piccolezza e grandezza. Ella è la serva del Signore, che vuole far unicamente la sua volontà, ed è l’eletta per essere Madre di Dio (vangelo); ella è la figlia di Eva, della sua carne e del suo sangue, ma è altresì la redentrice di Eva, che schiaccerà la testa del serpente tentatore (prima lettura). Ella è figlia di Dio, come qualsiasi creatura umana, e soprattutto come ciascuno dei cristiani, ed è allo stesso modo madre di Dio, per il fatto di essere madre di Gesù Cristo, Verbo Incarnato (seconda lettura).

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Meditazione di Dom Prosper Gueranger O.s.b.

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La festa dell’Immacolata Concezione della Santa Vergine è la più solenne di tutte quelle che la Chiesa celebra nel sacro tempo dell’Avvento; e se è necessario che la prima parte dell’anno presenti la commemorazione di qualcuno dei misteri di Maria, non ve n’è alcuno il cui oggetto possa offrire più commoventi armonie con le pie preoccupazioni della Chiesa in questa mistica stagione della attesa. Celebriamo dunque con gioia questa solennità, poiché la Concezione di Maria presagisce la prossima Nascita di Gesù.
L’intenzione della Chiesa, in questa festa, non è solo di celebrare l’anniversario dell’istante in cui ha inizio, nel seno della pia Anna, la vita della gloriosissima Vergine Maria; ma anche di onorare il sublime privilegio in virtù del quale Maria è stata preservata dal peccato originale che, per decreto supremo ed universale, tutti i figli di Adamo contraggono nell’istante stesso in cui sono concepiti nel seno delle loro madri. La fede della Chiesa cattolica che fu solennemente riconosciuta come rivelata da Dio stesso il giorno per sempre memorabile dell’8 dicembre 1854, questa fede proclamata dalla Sede apostolica per bocca di Pio IX, tra le acclamazioni di tutta la cristianità, ci insegna che nell’istante in cui Dio ha unito l’anima di Maria, che era stata appena creata, al corpo che essa doveva animare, quell’anima per sempre benedetta non solo non ha contratto la bruttura che invade in quel momento ogni anima umana, ma è stata riempita d’una grazia immensa che l’ha resa, fin da quell’istante, lo specchio della santità di Dio stesso, nella misura che è possibile per un essere creato.

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5 dicembre 2010 – Seconda Domenica di Avvento

Seconda Domenica di AVVENTO, Ciclo A

LETTURE
Prima: Is 11,1-10
Seconda: Rom 15, 4-9
Vangelo: Mt 3,1-12

NESSO LOGICO TRA LE LETTURE
Lo Spirito è il concetto presente nella liturgia e unificatore della stessa. Si tratta dello Spirito non in sé, ma riferito al Messia, la cui venuta prepariamo e il cui arrivo celebriamo nel Natale. Sul Messia, germoglio del trono di Iesse, riposerà lo Spirito del Signore. Sarà il Messia che battezzerà in Spirito e fuoco. San Paolo presenta a nostra imitazione l’esempio di Gesù Cristo, che si donò sia ai giudei sia ai pagani e così infuse in tutti un solo cuore. Questa parenesi paolina termina così: "Che lo Spirito Santo, con la sua forza, vi ricolmi di speranza". Una speranza, imperfettamente soddisfatta nel Natale, pienamente soddisfatta nella seconda venuta del Signore.

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28 novembre 2010 – Prima Domenica di Avvento

28 novembre 2010
I Domenica di Avvento

Letture:
Is 2:1-5;
Salmo 121;
Rom 13:11-14;
Mt 24:37-44

ARGOMENTO DELLE LETTURE
Le letture di oggi generano un clima di aspettativa. Il profeta Isaia parla di una visione del futuro, la "fine dei giorni" (v. 2), un’età di pace e di giustizia in cui tutte le Nazioni riconosceranno il Signore e vorranno conoscere le Sue vie. Il Salmo 121 proclama la gioia di coloro che avanzano verso il tempio del Signore a Gerusalemme. Nel Vangelo di Matteo c’è lo stesso clima di aspettativa, ma in un tono diverso. Gesù esorta i Suoi discepoli a stare attenti perché è possibile perdere la venuta del Signore o rimanere indietro. Matteo parla di una separazione: alcuni vengono presi, altri lasciati. San Paolo insegna ai fedeli di Roma che la salvezza è vicina. E’ ancora notte, ma il giorno sta per arrivare. Per questo motivo li invita a vivere mostrando la propria fede nella salvezza imminente; dovremmo vivere come ha fatto Gesù.

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21 novembre 2010 – Solennità di Cristo Re

Omelia per il 21 novembre 2010
Solennità di Cristo Re

Letture:
Prima Lettura: 2 Sam 5:1-3;
Salmo 121;
Seconda Lettura: Col 1:12-20;
Vangelo: Lc 23:35-43

ARGOMENTO DELLE LETTURE
In quest’ultima Domenica dell’anno liturgico celebriamo la solennità di Gesù Cristo re dell’universo. Egli non è solo "Re dei cuori" come mutilano i modernisti, ma anche delle Nazioni e degli Stati. I testi liturgici presentano infatti tre aspetti molto diversi di questa realtà. Il secondo Libro di Samuele parla dell’unificazione di tutte le tribù di Israele, che riconoscono l’autorità regale di Davide come qualcosa che deriva da Dio: viene stretta un’alleanza. Il Salmo 121 riconosce Gerusalemme, il trono di Davide, come punto di unione per le tribù di Israele per adorare il Signore. Il Vangelo di Luca presenta un netto contrasto: un uomo muore come un criminale sulla croce. E’ oggetto di derisione. Sulla sua testa viene scritto un messaggio: questo è il re dei Giudei. San Paolo espone un discorso teologico che parla del Regno universale di Gesù Cristo e, in particolare, della redenzione, della riconciliazione, del perdono dei peccati e della pace attraverso la Sua morte in croce.

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