Le ideologie politiche non sono altro che eresie secolarizzate. Le ideologie-eresie non potrebbero affermarsi su popoli di tradizione cristiana se, come tutte le eresie, non contenessero brandelli di verità cristiana. Lo dimostra quella della lobby Lgbt.
Dalle buone intenzioni alla lobby.
Fenomenologia della “Chiesa gay”
di Rino Cammilleri
Il grande pensatore spagnolo Juan Donoso Cortés diceva che le ideologie politiche non sono altro che eresie secolarizzate.
Anche il filosofo Augusto Del Noce parlò di nazismo e comunismo come di «gnosticismo di massa».
Ora, le ideologie-eresie non potrebbero affermarsi su popoli di tradizione cristiana se, come tutte le eresie, non contenessero brandelli di verità cristiana.
Lo straordinario successo, per esempio, del comunismo non ci sarebbe stato senza la particolare insistenza sull’eguaglianza e la giustizia sociale.
Proprio per questo, ogni volta che una nuova ideologia si è affacciata all’orizzonte, ecco gruppetti di cristiani salutarla con giubilo e candidarsi al ruolo di mosca cocchiera.
Già al tempo del giacobinismo, padre di tutte le ideologie che seguirono, c’erano preti e anche vescovi entusiasti reggicoda dei sanculotti.
Poi, quando la rivoluzione si spostò in Italia, ecco i cattolici liberali e i frati seguaci di Garibaldi.
In tempi più recenti, i «cristiani per il socialismo», che provocavano l’irrisione amara di Padre Pio.
Negli Usa, oggi, abbiamo i christians pro-choice, filoabortisti, e, dappertutto, i cristiani Lgbt, che da noi sono «cattolici».
Con tanto di preti schierati dalla loro parte e vescovi che dicono chiaro che la Chiesa dovrebbe mutare la sua dottrina tradizionale al riguardo.
Ora, in base alle ultime risultanze (di cui La Nuova Bussola Quotidiana non ha mancato di riferire: http://www.lanuovabq.it/it/vescovi-gay-la-chiesa-e-nella-tempesta-non-solo-negli-usa-1), scandali pedofili, pederasti e omosessuali stanno scuotendo anche i vertici di Chiesa.
Nel 2012 il professore polacco Dariusz Oko dell’università di Cracovia non esitò a puntare il dito contro quella che lui definiva una vera e propria «lobby gay» nella Chiesa
Cioè, scrive il nostro Lorenzo Bertocchi, «una rete di prelati, anche ad altissimi livelli e anche a Roma, che si coprivano l’un l’altro».
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