Il vescovo di Ferrara in piazza con Arcigay

«Da sempre attento al tema dei migranti, rappresentate di una Chiesa che sa accogliere e non discriminare. Ringraziamo l’arcivescovo Gian Carlo Perego per la sensibilità e la disponibilità dimostrataci».
Il post apparso sulla pagina facebook di Arcigay Ferrara, così ecumenico e zuccheroso, non lascia spazio a dubbi: al movimento arcobaleno, monsignor Perego piace proprio tanto.
Il motivo? Semplice: l’arcivescovo succeduto a monsignor Negri, al quale l’associazione non ha mai rivolto pensieri particolarmente affettuosi, ha ritenuto opportuno farsi immortalare in Piazza Municipale, nel capoluogo estense, davanti a dei cartelloni anti-omo-trans-fobia in occasione di una mostra fotografica il cui titolo dice già tutto: «NOIdentity-True stories human stories».

Il progetto fotografico, centrato sulla persecuzione di persone Lgbt migranti o emigrate in Italia e realizzato da Luciana Passaro, dirigente di Arcigay Ferrara, è stato pensato fra le altre cose per scardinare l’«intollerante» modello «eteronormativo», che è la solita espressione ambigua celante la sostanziale promozione dell’ideologia omosessualista, che ha in figure come Mario Mieli le sue stelle polari.

Bene, ma cosa ci faceva da quelle parti monsignor Perego? Per quale motivo pastorale ha ritenuto di presenziare?

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Anche l’Italia avrà il pride catto-gay

OMOERESIA

Anche l’Italia ha il suo padre Martin e il Pride cattogay

Il gesuita padre Pino Piva sta facendo in Italia lo stesso lavoro di padre James Martin: in nome della pastorale, dell’accoglienza e del discernimento, arriva a giustificare gli atti omosessuali.
Sarà protagonista, insieme a Martin, del Forum dei cristiani Lgbt che, da alcuni anni, si svolge ad Albano Laziale, il cui vescovo Semeraro è un grande sponsor dell’iniziativa.

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Mons. Gänswein: siamo nell’11 settembre della Chiesa

Ieri il Santo Padre ha fatto riferimento all’eresia omosessualista che colpisce la Chiesa, ormai a tutti i livelli:
Vi raccomando una particolare attenzione al clero e ai seminari […] le nostre risposte saranno prive di futuro se non raggiungeranno la voragine spirituale che, in non pochi casi, ha permesso scandalose debolezze, se non metteranno a nudo il vuoto esistenziale che esse hanno alimentato, se non riveleranno perché mai Dio è stato così reso muto, così messo a tacere, così rimosso da un certo modo di vivere, come se non ci fosse” (13/9/18).

Come laici proponiamo quanto detto dall’arcivescovo George Gänswein presentando il libro “L’opzione Benedetto”: “la Chiesa cattolica guarda piena di sconcerto al proprio 11 settembre“.

Le idee omosessualiste che si diffondono nel clero?
Sono l’11 settembre della Chiesa cattolica

L’11 settembre 2018 il Prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gänswein, ha presentato a Montecitorio la versione italiana de “L’Opzione Benedetto”, di Rod Dreher.
La forte analogia tra il “nine eleven” e gli scandali che agitano la Chiesa è uno degli elementi più sottolineati dai media: leggendo l’integrale si potranno altresì apprezzare lo spirito genuinamente religioso dell’opera di Dreher, l’encomio della sua analiticità

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Vescovi coraggiosi. Mons. Baker «abusi prevalentemente omosessuali»

Mons. Robert Baker mentre parla alla Marcia Nazionale per la Vita di Washington (2016)

Dopo Robert Morlino, un altro vescovo statunitense ha scritto ai fedeli della sua diocesi affrontando in modo schietto la questione degli abusi sessuali e in particolare quanto emerso dal rapporto del Gran giurì della Pennsylvania.
Si tratta di Robert Baker, dal 2007 vescovo di Birmingham, in Alabama, che ha pubblicato la sua lettera il 20 agosto, esprimendo tutto il suo dolore per le notizie su «decenni di seri e rivoltanti tradimenti da parte di coloro che sono consacrati nel ministero ordinato».
Secondo Baker, che è cosciente dell’altissima dignità del sacramento dell’Ordine («nessun essere umano è meritevole di una così alta chiamata» e i consacrati devono celebrare i sacramenti «modellando le loro vite sul mistero sacrificale della croce di Gesù Cristo»), il male commesso da «gerarchi, preti o diaconi» è «orribile, straziante e assolutamente intollerabile».

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Meeting mondiale della famiglia cattolica: l’omoeresia di P. Martin SJ

Il sacerdote americano James Martin mentre parla al Meeting Mondiale della Famiglia Cattolica a Dublino: la sua teoria riguarda il come la Chiesa Cattolica può divenire membro della comunità LGBT.

Il conformista Martin svela un’idea materiale di uomo

Dal discorso del gesuita Martin a Dublino sui “cristiani Lgbt” emerge un’immagine della persona esclusivamente emotiva, passionale, senza alcun progetto o vocazione.
Quella di padre Martin è l’antropologia moderna rinascimentale, illuminista e marxista. Che bolla come «omofoba» l’antropologia aristotelico-tomista-cattolica secondo cui l’uomo è una unione inscindibile di anima e corpo, dove le passioni sono al servizio della ragione.
Il suo è un rifiuto luciferino della legge naturale, nel cui brodo ora si pretende che si immergano le famiglie cattoliche.

Sinceramente non so da dove cominciare per commentare l’intervento del Padre gesuita James Martin al World Meeting of Families di Dublino (qui l’intervento integrale in italiano).

Potrei sottolineare come padre Martin confonda persone con tendenze omosessuali con i militanti LGBT; che i suoi inviti all’accoglienza e alla misericordia escludono chi non si identifica nella militanza omosessualista; che questo atteggiamento non solo discrimina queste persone, ma le tratta da «non persone» come si faceva nell’URSS con chi cadeva in disgrazia: semplicemente queste persone smettevano di esistere.

Oppure potrei commentare l’uso eretico (selettivo) del Magistero da parte del gesuita: cita i brani del Catechismo e della Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali che stigmatizzano l’ingiusta discriminazione di queste persone, dimenticando tutto il resto.

Potrei anche chiedermi che c’entra un intervento del genere al World Meeting of Families… ma qualche gentile lettore mi ricorderebbe che la stessa domanda è stata sollevata ai recenti sinodi sulla famiglia ed è rimasta senza risposta.

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Vescovi coraggiosi. Mons. Morlino: c’è una sottocultura all’interno della gerarchia

E’ giunto il momento di [uscire dalla] trappola di analizzare i problemi in base a ciò che la società potrebbe trovare accettabile o inaccettabile, si ignora il fatto che la Chiesa non ne ha MAI considerato accettabile nessuno […]
È tempo di ammettere che c’è una sottocultura omosessuale all’interno della gerarchia della Chiesa cattolica che sta scatenando grandi devastazioni nella vigna del Signore“.

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Il vescovo Robert C. Morlino, della diocesi di Madison (Wisconsin, USA), dopo gli scandali degli abusi sessuali scoppiati negli USA, ha scritto una lettera ai suoi fedeli che merita di essere attentamente letta. Si riporta gran parte della lettera (S.P.).

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Non c’è nulla in queste storie che vada bene. Queste azioni, commesse non da pochi, non possono che essere classificate come male, male che grida alla giustizia e al peccato che deve essere scacciato dalla nostra Chiesa.

Di fronte alle storie di depravazione di peccatori all’interno della Chiesa, sono stato tentato di disperare.  E perché? La realtà del peccato – anche il peccato nella Chiesa – non è nulla di nuovo. Siamo una Chiesa fatta di peccatori, ma siamo peccatori chiamati alla santità.  Allora, che cosa c’è di nuovo? La novità è l’apparente accettazione del peccato da parte di alcuni nella Chiesa e gli sforzi apparenti di coprirlo da parte loro e di altri. A meno che e finché non prendiamo sul serio la nostra chiamata alla santità, noi, come istituzione e come individui, continueremo a soffrire il “salario del peccato”.

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Vescovi gay: la Chiesa è nella tempesta

Il Papa ha accettato la rinuncia al collegio cardinalizio presentata da Theodor McCarrick, vescovo emerito di Washington.
Poi quelle di Philip Wilson, arcivescovo di Adelaide (Australia).
E la valanga non si ferma: c’è Tegucigalpa, c’è il Cile….

Gli scandali riguardano tutti abusi sessuali, su minori e anche su maggiorenni maschi, giovani seminaristi adolescenti soprattutto.

Ritorna in mente l’accusa lanciata nello studio del professore polacco Dariusz Oko, in cui si parlava di una “lobby gay nella Chiesa”: vescovi anche ad altissimo livello che si coprono a vicenda. McCarrick è soltanto la «punta dell’iceberg», dice oggi lo studioso. (altro…)

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Cardinal Sarah: “Gender teoria aberrante e perversa”

Il cardinal Robert Sarah, tra i più attenti alla dottrina, è intervenuto sulla cosiddetta “ideologia gender”. La famiglia è in pericolo per via delle contaminazioni gnostiche.

Il cardinal Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, non è solito intervenire sui temi d’attualità. Quando lo fa, però, riesce sempre a far parlare di sé.

Il “leader dei vescovi attenti alla dottrina”, così come viene spesso definito, aveva già espresso la sua posizione sulla cosiddetta “ideologia gender” nel 2015, quando aveva associato la diffusione di quest’ultima all’Isis: “Hanno la stessa radice demoniaca“, aveva detto. E ancora: “Quello che nazismo, fascismo e comunismo sono stati per il ventesimo secolo, sono oggi le ideologie occidentali sulla omosessualità e l’aborto e il fanatismo islamico“.

La prefazione scritta dal porporato africano a un libro di Giampaolo Scquizzato ( “Verso una rivoluzione antropologica“, opera edita da “Edizioni Fede e Cultura”), chiarisce come il cardinale consideri pericolosa quella che sarebbe una vera e propria “teoria aberrante e perversa”, presentata sì come “scientifica”, ma comunque in grado di disvelare al suo interno “un inganno pseudoscientifico”.

Come riportato oggi su La Verità, che ha pubblicato la prefazione del cardinale, Robert Sarah ha deciso di soffermarsi sulle origini gnostiche della “teoria gender”.

Quella stessa gnosi che sarebbe finita per “impregnare surrettiziamente” la liturgia cattolica. I lettori si ricorderanno del “dialogo” relativo a un Motu proprio riguardante le competenze in materia liturgica con il Santo Padre.

Io non esito – ha scandito il prefetto della Santa Sede sul gender – a dire che ci vedo da parte mia la mano del diavolo“.
Richiamando Papa Francesco, il porporato ha voluto condividere il punto di vista del pontefice argentino: il gender farebbe parte di un progetto di “colonizzazione ideologica” che punterebbe dritto alla distruzione della famiglia.

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Il gesuita attivista LGBT all’incontro mondiale delle famiglie cattoliche?

La filiale d’Irlanda dell’organizzazione internazionale Tradition, Family, Property (Tfp) ha chiesto di revocare l’invito del controverso sacerdote James Martin, il gesuita attivista Lgbt e consigliere vaticano per le comunicazioni, che dovrebbe partecipare in qualità di relatore al prossimo World Meeting of Families (lncontro mondiale delle famiglie).

“Non fate parlare il gesuita pro Lgbt all’incontro per le famiglie in Irlanda”

James Martin dovrebbe partecipare, in qualità di relatore, al prossimo lncontro mondiale delle famiglie

 

Martin dovrebbe parlare giovedì 23 agosto, alle 11:30, presentando un conferenza dal titolo “Mostrare il benvenuto e il rispetto nelle nostre parrocchie per le persone Lgbt e le loro famiglie”.

La Tfp d’Irlanda sta chiedendo ai cattolici di firmare una lettera (attualmente sono già 9115 le persone che hanno firmato la missiva) che poi sarà spedita all’arcivescovo irlandese Diarmuid Martin e ai vescovi ausiliari Éamonn Walsh e Raymond Field, per chiedere l’estromissione dalla conferenza, sostenuta anche dal Vaticano, dell’americano confratello gesuita di papa Francesco.

Siamo delusi e molto preoccupati del fatto che padre James Martin parlerà all’evento”, viene spiegato nella lettera, perché il sacerdote “è ben noto per il suo dissenso dall’insegnamento della Chiesa sulla morale sessuale“.

La Tfp osserva che padre Martin non è d’accordo con la descrizione dell’omosessuale fatta dal Catechismo della Chiesa Cattolica, che giudica la pratica omosessuale come “gravemente disordinata”.

Per il gruppo d’Irlanda del movimento internazionale fondato dal noto pensatore brasiliano del XX secolo Plinio Corrêa de Oliveira, questo disaccordo con il Catechismo potrebbe “impedire” alle persone attratte da altre persone dello stesso sesso di “arrivare a una vera comprensione della loro condizione”.

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La popolarità del Papa: uno strano sondaggio di Repubblica

Per un cattolico è sempre un buon segnale quando cala la popolarità di un Papa: significa che quel Pontefice guida la barca di Pietro dove al mondo non piace.
Ma che a dirlo sia il quotidiano che più avversa la fede cattolica fa sorgere qualche sospetto… vediamo perchè.

Innanzi tutto sospetto verso chi ha fatto quel sondaggio: “Demos”, società – guarda caso – partner proprio di Repubblica e Gazzettino… come a dire che i laicisti se la cantano e se la suonano da soli.

Secondo. Per il metodo, che NON viene esplicitato e rimanda ad acronimi criptici: e quando non si dichiara qual è il campione, né come è stata svolta l’indagine, nè quali domande sono stati poste… si tratta di una cosa sola: fake news, ovvero notizie costruite a scopo politico.

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