Il gesuita padre Pino Piva sta facendo in Italia lo stesso lavoro di padre James Martin: in nome della pastorale, dell’accoglienza e del discernimento, arriva a giustificare gli atti omosessuali.
Sarà protagonista, insieme a Martin, del Forum dei cristiani Lgbt che, da alcuni anni, si svolge ad Albano Laziale, il cui vescovo Semeraro è un grande sponsor dell’iniziativa.
Vescovi coraggiosi: Mons. C. Chaput di Filadelfia
Il Sinodo dei Giovani aumenta la confusione nella Chiesa.
Un Sinodo “taroccato” da qualcuno
(perchè la testimonianza fede di tanti giovani è stata fatta sparire),
per dare spazio all’ennesima calata di brache davanti agli LGBT.
Le profonde considerazioni dell’arcivescovo Charles Chaput di Filadelfia, che nel primo giorno del sinodo ha detto apertamente che l’espressione LGBT dovrebbe essere evitata nei documenti ufficiali della Santa Sede, perché la Chiesa non classifica le persone in base ai rispettivi orientamenti sessuali.
Ecco perché, ha spiegato, non esiste e non può esistere un «cattolico LGBTQ» (la Q sta per Questioning, ovvero incerto, che si interroga) o un «cattolico transgender», così come non si parla di «cattolico eterosessuale». L’orientamento sessuale, di per sé, non è sufficiente per definire chi siamo.
Pubblicato da Catholic Herald (http://www.catholicherald.co.uk/news/2018/10/04/archbishop-chaput-tells-synod-lgbtq-should-not-be-used-in-documents/) l’intervento di Chaput merita di essere conosciuto, anche perché è facile immaginare che la grande stampa non ne parlerà. Eccone dunque una sintesi fatta dal vaticanista Aldo Maria Valli.