La legge naturale nella dottrina della Chiesa

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Cardinale Zenon Grocholewski, La legge naturale nella dottrina della Chiesa, Consult Editrice, Roma 2008, pag. 68, Euro 15,00.

 

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Il cardinale Zenon Grocholeski, prefetto della Congregazione per l’Educazione cattolica e membro della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha dato alle stampe una sua ampia conferenza sul tema filosofico e giuridico della cosiddetta “legge naturale” dal titolo La legge naturale nella dottrina della Chiesa (Roma, 2008, 15 €), tema assolutamente imprescindibile nell’odierna cultura relativista e nichilista.

Sul medesimo tema il Cardinale ha tenuto conferenze in varie parti del mondo come per esempio a Parigi, a Buenos Aires o a Roma, cercando sempre di sensibilizzare l’uditorio cattolico circa la «riaffermazione della lex naturalis» (p. 15). In un mondo caratterizzato da «un pensiero metafisicamente debole», come recita il titolo del primo capitolo dell’opera, è dovere della Chiesa ribadire la necessità di innervare le leggi, il diritto e gli stessi costumi sulla base non di un vago consenso sociale e “dal basso”, sempre effimero e in perpetuo movimento, ma sui fondamenti oggettivi e universali dell’etica, sia naturale che rivelata.

Pregio specifico dell’opuscolo è quello di rammentare la fondazione patristica e scolastica dell’etica cristiana la quale, se è andata progressivamente sviluppandosi in tutte le sue conquiste teoretiche e virtualità storiche, non procede però a salti e per rotture, come vorrebbe il pensiero moderno post-cartesiano, bensì con uno sviluppo armonico e nella fedeltà a ciò che la fede e la ragione con certezza stabiliscono.

L’identificazione della legge naturale non con la “mera” ragione, ma con la “retta” ragione è un punto assolutamente decisivo ed è sempre toccante rileggere il celebre passo ciceroniano citato in proposito: «Certamente esiste una vera legge: è la retta ragione; essa è conforme alla natura, la si trova in tutti gli uomini; è immutabile ed eterna (…). È un delitto sostituirla con una legge contraria» (p. 25).

Il Cardinale poi, citando la Veritatis splendor di Giovanni Paolo II, ricorda che il rifiuto dell’idea di legge naturale si è sviluppato persino «entro la stessa comunità cristiana» e ciò secondo il pontefice ha per causa «l’influsso più o meno nascosto di correnti di pensiero che finiscono per sradicare la libertà umana dal suo essenziale e costitutivo rapporto con la verità» (pp. 27-28): segno che mostra ancora una volta che la presenza del neo-modernismo nella teologia e nel pensiero cattolico non è né un errore di valutazione né una profezia di sventura, purtroppo.

Apprezzabilissima allora, proprio nel contesto di una rimessa in causa della legge naturale in quanto non biblica, “razionalistica”, “integralista”, in ogni caso superata e sottomessa al consenso delle maggioranze, la ripresentazione della stessa attraverso l’esposizione delle sue caratteristiche precipue e cioè la sua “conoscibilità” dovuta alla sua razionalità (che dunque non giustifica affatto i sostenitori del relativismo o del pluralismo etico), l’“universalità” (contro chi mette questa o quella “cultura” avanti all’umana “natura”) e l’“immutabilità” (contro ogni forma di progressismo ed evoluzionismo nel senso di superamento della tradizione e di quanto già accertato – una volta per sempre – come i dogmi di fede e le verità prime della ragione umana).
 

(c) Corrispondenza Romana, 8/9/08

Cardinale Grocholewski: non c'è progresso della scienza senza legge naturale

Intervista al Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica

Di Viktoria Somogyi

ROMA, venerdì, 14 dicembre 2007 (ZENIT.org).- La legge naturale è un elemento essenziale "per il progresso umano, per il bene delle persone e della società”, afferma il Cardinale Zenon Grocholewski, Prefetto della Congregazione per l'Educazione Cattolica.

Il porporato, che il 12 dicembre ha tenuto presso la Pontificia Università della Santa Croce una conferenza sul tema "la legge naturale nella dottrina della Chiesa”, ha affrontato questa tematica con ZENIT nell'intervista che riportiamo di seguito.

Eminenza, in che modo è presente la legge naturale nella dottrina della Chiesa?

Card. Grocholewski: In modo molto forte. Tutti gli ultimi Pontefici, soprattutto Giovanni Paolo II e adesso Benedetto XVI, hanno dato grande importanza alla legge naturale. Del resto, sui problemi vitali del mondo di oggi come la vita, la famiglia, il progresso sociale, la dignità della persona umana, la Chiesa fa sempre riferimento alla legge naturale.

Anche Giovanni Paolo II ha esortato la Congregazione per la Dottrina della Fede a studiare questo argomento e a cercare di trovare convergenze con le altre religioni, con le altre culture. Lo stesso Benedetto XVI a sua volta invita a rafforzare l’impegno in questa direzione e proprio nel Messaggio per la Giornata Mondiale per la Pace 2008 fa due riferimenti al diritto naturale parlando dei diritti della famiglia.

Inoltre il Santo Padre, quasi colloquiando con il mondo di oggi, riconosce che in diverse dichiarazioni mondiali si trovano riferimenti alla legge naturale anche se però qualche volta in modo contraddittorio e incompleto. Dunque, questa è la piattaforma sulla quale possiamo discutere con tutti gli uomini di buona volontà perché non tutti credono in Cristo ma allo stesso modo pensiamo che nel cuore di ciascuna persona umana ci sia questo diritto.

Nel mondo di oggi è molto più usata come punto di riferimento la legge positiva, mentre la legge morale naturale viene trascurata. Quali sono i pericoli di questa tendenza?

Card. Grocholewski: Se ci limitiamo a ritenere legge ciò che vuole la maggioranza allora dobbiamo anche legittimare Hitler e Stalin, perché una grande maggioranza li ha applauditi. Abbiamo visto come tutti in Russia, ai tempi di Stalin, lo applaudivano e votavano per lui. Dunque se facciamo leva solamente sulla legge positiva, possiamo facilmente legittimare tutte le dittature, tutte le violazioni esistenti. Praticamente, l’uomo diventa il padrone di se stesso e si creano le possibilità per una demagogia dei più forti sui più deboli.

Nell’educazione pubblica è quasi rifiutata la legge naturale. In che modo le scuole o le università cattoliche tentano di contrastare questa tendenza?

Card. Grocholewski: E' questo il motivo per cui nelle nostre istituzioni, soprattutto accademiche, si deve rafforzare questo argomento. Negli ultimi tempi stiamo assistendo a un rinnovato interesse per la legge naturale. Ho tenuto una relazione per i giuristi cattolici in Francia. Ho parlato della legge naturale all’Università Cattolica di Buenos Aires che ha istituito una cattedra sulla legge naturale presso la Facoltà di Diritto invitando a parlare su questo argomento docenti prestigiosi di diversi paesi. A Roma si è tenuto a febbraio un congresso internazionale sul diritto naturale. Anche nel mio paese d'origine, in Polonia, si è svolto un altro congresso su questo tema. Penso che il fatto che gli altri non si interessino al riguardo rappresenti una sfida per noi. Dobbiamo parlare di questo elemento che è di estrema importanza per il progresso umano, per il bene delle persone e della società.

Che ruolo ricopre la legge naturale nel dialogo tra scienza e fede, fortemente voluto da Benedetto XVI?

Card. Grocholewski: Il Papa ha avvertito sul pericolo della scienza che trascura la legge naturale. Noi sappiamo che i risultati delle scienze e della tecnologia sono serviti non soltanto per il bene ma anche per il male, per le guerre più terribili, per il terrorismo, per le ingiustizie più raffinate, per le oppressioni più perfide. Dunque, lo scienziato non può chiudersi sulla scienza, ma deve porsi la domanda su come questa scienza debba essere usata. Uno scienziato deve avere l'umiltà di pensare a quali saranno i risvolti, le conseguenze delle sue ricerche. Oggi è molto importante per lo sviluppo della scienza la legge naturale, cioè l’etica del comportamento umano.