Gender diktat: vigilare anche sui catechismi?

Il caso del catechismo che propone una coppia di papà omosessuali.
LA REPLICA A ELLEDICI

Giovanni, Fabio e il bimbo X:
quel catechismo è ancora più ambiguo

La Nuova BQ risponde a Elledici sul caso del catechismo che contiene una immagine che in molti avevano scambiato per una coppia gay.
Abbiamo fatto quanto ci ha consigliato la casa editrice e lo abbiamo letto. Ebbene: quei due papà non si capisce chi abbiano per figli, non hanno moglie, la stessa casa editrice salesiana cade in errore nel descriverli e poi cancella la data di pubblicazione.
Ce n’è abbastanza per definire ambigua quell’immagine e per giustificare i sospetti del web. Bisognerà farsene una ragione.

“Sarebbe stato sufficiente leggere”, dice il direttore generale Elledici Valerio Bocci alla Nuova BQ nel comunicato-smentita.Il caso è quello della nostra presunta intereptazione del catechismo che poteva mostrare una coppia gay in copertina e che aveva fatto inalberare il web.

Leggiamo, dunque. E partiamo dalla lettura più istintiva di quell’immagine. Due uomini e due bambini, entrambi avvinghiati ad uno dei due. Chiunque lo sospetterebbe perché è un’immagine che parla da sola, soprattutto se non è accompagnata da alcuna didascalia.
Non perché è maliziosa, ma perché è cambiato ormai il contesto culturale vittima di un bombardamento mediatico, di immagini e di riferimenti che hanno portato a pensare che l’omosessualità sia una variante della sessualità umana.
Anche in ambito cattolico.

Siamo giornalisti e sappiamo che le immagini parlano senza bisogno di ulteriori spiegazioni. La casa editrice dei salesiani potrebbe prenderne atto, al di là della malafede che nessuno le ha mai attribuito.

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Il presepe LGBT di piazza San Pietro

La lobby LGBT sembra allungare ogni giorno di più i suoi potenti tentacoli sul Vaticano. Dopo la recente notizia dell’affidamento della realizzazione del nuovo portale internet vaticano ad una società nota per le sue posizioni pro “agenda LGBT”, un articolo di Diane Montagna, pubblicato il 21 dicembre su Lifesitenews, rivela infatti come il discusso presepe di quest’anno di piazza San Pietro sia il dono di un’abbazia altrettanto nota per essere il luogo di “devozione” della comunità gay e transgender italiana.

Il presepe inaugurato lo scorso 7 dicembre 2017, realizzato dalla Bottega d’Arte presepiale Costabile e Cantone di Napoli, che ha come tema le sette opere della Misericordia, è stato, per l’appunto, donato dall’Abbazia di Montevergine, un santuario in provincia di Avellino, caro ai devoti omosessuali e transgender, in quanto al suo interno è venerata la cosiddetta “Madonna gay friendly”, un’icona nera conosciuta come anche come “Mamma Schiavona” per via delle sue fattezze orientali (l’Osservatorio Gender ne aveva già parlato qui). (altro…)

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Nuovo eBook gratis: Sessualità e gender

Nuovo e-Book gratis: 

Sessualità e genere

scaricabile gratuitamente da:  www.totustuus.es

Le questioni relative alla sessualità e al genere toccano alcuni degli aspetti più intimi e personali della vita umana.
Negli ultimi anni hanno anche vessato la politica mondiale.
Offriamo questo report – scritto dal dr. Lawrence S.Mayer, epidemiologo con formazione in psichiatria, e dal dr. Paul R. McHugh, che può essere definito il più importante psichiatra americano dell’ultimo mezzo secolo – nella speranza di migliorare la comprensione pubblica di tali questioni.

Analizzando le ricerche nel campo delle scienze biologiche, psicologiche e sociali, questo report mostra che alcune delle affermazioni riguardo alla sessualità e al genere che si sentono con maggiore frequenza non sono sostenute da evidenze scientifiche.

Il report si concentra in modo particolare sui maggiori tassi di problemi di salute mentale tra le popolazioni LGBT, e mette in discussione la base scientifica delle tendenze nel campo dei trattamenti per i bambini che non si identificano con il loro sesso biologico.
Si auspica un maggiore impegno per offrire a queste persone la comprensione, la cura e il sostegno di cui hanno bisogno per condurre vite sane e prospere.

Buona festa dell’Immacolata e Santo Natale! (altro…)

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Sussidiari al rogo: l’ultima assurdità di Avvenire

Da non credere. Parevano inverosimili le segnalazioni di lettori sconcertati i quali facevano presente come Avvenire, ieri mattina, dedicasse un’intera pagina all’importanza di bandire gli stereotipi di genere dai libri scolastici. C’era sinceramente da augurarsi che si fossero confusi con Repubblica. Invece le segnalazioni, purtroppo, erano corrette: un lungo articolo a firma di Viviana Daloiso, a pagina 26, metteva in guardia il mondo della scuola dalla diffusione di testi sessisti. Sul quotidiano dei vescovi italiani.

A suffragare l’allarme contro i sussidiari poco egualitari, nell’articolo, ampio spazio alle tesi della pedagogista Irene Biemmi, autrice di testi “memorabili” come Federico e Federica (Giunti Kids) nel quale vi sono «bambine che amano correre all’aria aperta e giocare a calcio, come Federica, e bambini che si divertono a giocare con la cucinetta, come Federico», e che, nelle scuole in cui è stato proposto, ha suscitato ben poco entusiasmi. Come accaduto a Lerici, dove l’opera si è attirata le perplessità dei genitori e pure del parroco. Ma era il 2015. (altro…)

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Un caso esemplare dell’azione LGBT nelle scuole

Nel “caso” portato alla luce da Costanza Signorelli tutto è vero, documentato, accertato (vedi foto qui a lato).
L’I.C. Pertini è solo un esempio di ciò che sta avvenendo in tutte le scuole della Penisola.

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Dopo aver fatto indossare ai ragazzini delle coroncine colorate e aver chiesto loro se conoscessero il significato dell’acronimo LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transgender, ndr), sulla lavagna sono comparse scritte del calibro: “Identità sessuale. Chi mi piace? maschio+maschio = gay; maschio+femmina= etero; maschio + femmina/maschio = bisex”.

E’ questo il corso che è andato in onda la scorsa settimana nelle scuole medie dell’Istituto Comprensivo Sandro Pertini di Milano.

Proprio nei medesimi giorni in cui il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, varava le linee guida per l’attuazione del comma 16 della riforma della scuola (legge 107 del 2015), dichiarando quanto segue: “Tra le conoscenze da trasmettere non rientrano in nessun modo le ideologie gender”.

La vicenda ha dell’incredible, non solo perché sbugiarda le disposizioni ministeriali all’indomani della loro uscita, ma anche perché smaschera la strategia che sta dietro alla galassia dei progetti tragati arcobaleno. Ma andiamo con ordine. (altro…)

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Valeria Fedeli: come ti porto via i figli

Scuola e linee guida del MIUR: luci e ombre

Le linee guida del MIUR sull’applicazione del controverso comma 16 della legge 107 (cd. “Buona scuola”) sono state finalmente emanate.

Il Comitato Difendiamo i Nostri Figli, con ProVita e tutte le altre Associazioni che hanno organizzato i Family Day di Roma, hanno battagliato – grazie all’appoggio dei milioni di persone  che hanno rappresentato – affinché l’odiosa ideologia gender non si infiltrasse nella scuola e nella testa dei nostri bambini e ragazzi.

E qualcosa d’importante l’hanno ottenuto. Come promesso ieri, abbiamo letto per bene il documento del Miur e andiamo ad esporre le nostre opinioni. Non vorremmo smontare i giusti entusiasmi per le vittorie conseguite, ma è bene anche evidenziare le criticità che abbiamo ravvisato nel testo. (altro…)

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La stepchild adoption è già consentita dalla Cirinnà

Il ministro Enrico Costa (NCD – popolari – Alfano), M. Cirinnà e Lo Giudice (PD) trionfanti dopo l’approvazione delle nozze gay.

Il 6 luglio scorso il Tribunale dei Minorenni di Bologna ha dichiarato l’adozione di un minore da parte del genitore sociale, moglie della madre biologica del bambino. Nulla di nuovo sul fronte giuridico, se non fosse per il contenuto delle motivazioni: il giudice bolognese ritiene infatti che la stepchild adoption sia consentita dalla legge Cirinnà, la quale si è limitata a recepire l’orientamento giurisprudenziale prevalente, favorevole alla adozione coparentale, in caso di coppie same sex. Sì, avete capito bene: la stepchild adoption è legge! (altro…)

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Affittacamere omofobi? E’ la strategia del turismo gay

La recondita speranza è che non ci sia nessuno che davvero si indigni e si stracci le vesti per l’ultimo post turistico denunciato da Arcigay. “Non si accettano coppie omosessuali o aderenti all’ideologia gender, specie se “sposate” in unione civile”.

Perché da indignarsi c’è ben poco e molto ci sarebbe da riflettere sulla tempestività con la quale certe notizie escono e vengono strombazzate dai media.

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Iniziazione omosex via Erasmus

 “Erasmus Plus” finanzia la “queerizzazione” dell’Europa con il progetto “QueerEUrope 2017”

Erasmus Plus, il programma dell’Unione europea 2014-2020 per l’Istruzione, la Formazione, la Gioventù e lo Sport, finanzia la queerizzazione dell’Europa con il progetto dal titolo inequivocabile QueerEUrope 2017.

Come si legge in un post pubblicato ad aprile scorso sul sito web del Gruppo fiorentino Giovani Glbti*, acronimo indecifrabile dove l’asterisco sta per qualsiasi genere di categoria sessuale, oltre a gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e intersessuali, il 10 giugno 2017 si è conclusa la prima iniziativa rivolta i giovani fino ai 30 anni, in possesso della lingua inglese, intitolata QueerEUrope 2017.

L’evento, che si è svolto dal 6 al 10 giugno 2017, ha visto la partecipazione di 28 giovani “attivist*” provenienti da quattro paesi europei che, dopo essere stati opportunamente “formati” sulle più attuali e dibattute tematiche lgbtiq*, hanno chiuso in “bellezza” la loro esperienza, partecipando alla mega parata gay del Christopher Street Day di Bielefeld.

Oltre a GGG di Firenze, sono state coinvolte nel progetto anche l’associazione LGBT tedesca SVLS, l’associazione LGBT slovacca Q-Centrum e l’Alleanza LGBT Ungherese.

A settembre il QueerEUrope 2017  SBARCA IN SICILIA

Ma i progetti finanziati da QueerEUrope 2017 continuano.  A settembre 2017 è infatti già in programma un altro evento analogo, questo volta di 10 giorni, che si svolgerà in Sicilia

Sempre il Gruppo Giovani Glbti* di Firenze sul proprio sito invita infatti i suoi visitatori a partecipare, dal 2 al 12 settembre prossimi, presso la località di Sampieri nel comune di Scicli, in provincia di Ragusa, a:

“10 giorni di viaggio/scambio europeo giovanile su tematiche lgbtiq* per 30 giovani attivist* e interessat* al tema provenienti da Germania e Italia. Con le/i giovani del GGG di Firenze parteciperanno anche le/i giovani dell’associazione LGBT tedesca SVLS (together-virtuell.de/530-fotos.html)”.

TUTTO A SPESE DELL’EUROPA

Nel paragrafo dedicato ai costi viene specificato come il progetto sia finanziato dal programma Erasmus+ cosicché le spese a carico dei partecipanti risultano del tutto irrisorie:

“QueerEUrope 2017 è un progetto finanziato grazie al programma europeo Erasmus+.
La quota di partecipazione è di 40 euro ed include assicurazione, vitto, alloggi, trasporti interni che non saranno rimborsati in caso di rinuncia; potranno invece essere rimborsate al termine del progetto le spese per i trasporti fino ad un massimo che sarà comunicato successivamente in sede di selezione
“.

Mentre l’Unione Europea soccombe drammaticamente sotto gli implacabili colpi incrociati sferrati dall’immigrazione di massa e dall’inarrestabile calo demografico, i burocrati di Bruxelles promuovono e finanziano scellerati scambi culturali “ri-educativi”, volti a inculcare nelle nuove generazioni il suo suicida diktat etico relativista.

Rodolfo de Mattei per https://www.osservatoriogender.it/erasmus-plus-finanzia-la-queerizzazione-delleuropa-progetto-queereurope-2017/

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Calabria: esperimento per la diffusione del gender

La Calabria primo esperimento in Italia per la diffusione del gender

 

Si stenta a credere ai propri occhi esaminando la proposta di legge regionale dal titolo: “Disposizioni contro le discriminazioni generate dall’identità di genere e dall’orientamento sessuale”, n. 251/2017 presentata dall’on. Giuseppe Giudiceandrea presso il Consiglio Regionale della Calabria il 22 giugno 2017.

Se dovesse essere approvata tale proposta di legge, la Calabria sarebbe la prima regione in Italia che si doterebbe di un piano programmatico per la diffusione e l’imposizione, in ogni ambito del proprio territorio, dell’ideologia gender, ideologia che ha lo scopo di togliere importanza al dato biologico sessuale, a favore del dato culturale e così favorire un’indifferenziazione sessuale.

Sono numerose le disposizioni previste dal disegno di legge che destano serie preoccupazioni.

Esaminiamone alcune:

  • La proposta di legge usa più volte il costrutto ideologico “identità di genere” senza specificarne il significato e i limiti interpretativi; cosicché tale locuzione, potrà essere riempita di qualsivoglia contenuto da chi vorrà avvalersi del dispositivo legislativo regionale;
  • La Regione – in ossequio all’art. 1 della proposta di legge regionale – assieme ai Comuni e a ogni altra istituzione avrà modo di favorire la penetrazione nel corpo sociale calabrese dell’ideologia di genere e tutto ciò avverrà con la scusa di contrastare presunte discriminazioni e violenze di genere che, invero, non sono affatto un’emergenza e un’urgenza sociale nella realtà calabrese; una prova di ciò è data dal fatto che il progetto di legge non è stato in grado di fornire alcun dato, che sia scientificamente attendibile, circa le violenze di genere perpetrate nel territorio calabrese, tale da giustificare un simile provvedimento che impegna risorse pubbliche.
  • Con il disposto di cui all’art. 2 della proposta di legge, che prevede che “la Regione promuova ogni azione necessaria all’integrazione sociale e lavorativa che tenga conto dell’orientamento sessuale e di genere”, si pongono le basi per una reale discriminazione sociale e lavorativa di coloro che a parità di condizioni non sono omosessuali. Tale legge sembra voler conferire un titolo di preferenza alle persone omosessuali rispetto agli altri cittadini.
  • L’art. 3 del progetto di legge prevede, invece, a cura della Regione, una rieducazione dei docenti, del personale non docente e dei genitori degli studenti per contrastare i ruoli di genere. Lo scopo che, invero, si vuole attuare con questa norma è il superamento dei cosiddetti stereotipi di genere, cioè si vuole insinuare che sia una falsa credenza quella che afferma che vi siano due sessi e che vi siano alcune differenze naturali di ruolo. L’ideologia gender pretende, invece, l’indifferenziazione sessuale, favorendo piuttosto una molteplicità di orientamenti sessuali (si pensi che Facebook ne prevede 58) tra cui scegliere in base alla propria percezione.
  • L’art. 4 è l’abstract inquietante e allarmante dell’intera proposta di legge. Entrano in gioco, infatti, i veri destinatari e protagonisti di tale proposta di legge: le associazioni LGBTIQA (Lesbiche, Gay, Bisex, Transgender, Intersex, Queer, Asexual). Tali associazioni avranno il compito di “misurare gli standard di responsabilità sociale delle imprese circa le eventuali discriminazioni basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere”. Queste associazioni potranno, pertanto, propiziare la chiusura o la comminazione di sanzioni a imprese che non si conformeranno alla dittatura del pensiero gender. Con tale legge, difatti, sarà istituita una sorta di potere di controllo sulle imprese che in modo arbitrario e anche con eventuali ricatti sarà fonte di privilegi per una sola categoria di persone che avrà titolo di preferenza esclusivamente in base all’orientamento sessuale.
  • La proposta di legge all’art. 5 dà, inoltre, alle associazioni LGBTIQA la possibilità di collaborare con le Aziende sanitarie locali e con i servizi socio assistenziali per “aiutare le persone ad accettare il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere”. Una tale collaborazione rientra nel piano di rieducazione della popolazione alla cultura gender. Gli adolescenti si troveranno, così, a dover subire lezioni di educazione sessuale nei consultori e a scuola da associazioni che promuovono la fluidità sessuale con la scusa di combattere le discriminazioni.
  • La proposta di legge prevede tra l’altro di modificare la modulistica nei vari uffici per contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale. Le modifiche saranno rappresentate dalla sostituzione dei termini tipo padre e madre a favore di genitore 1 e genitore 2.
  • È inquietante anche l’art. 6 che prevede che la Regione promuova iniziative di formazione – leggasi indottrinamento – per prevenire la violenza basata dall’orientamento sessuale o l’identità di genere, partendo guarda caso proprio dall’ambito familiare e scolastico.
  • Se qualcuno pensasse che tutto ciò sia fatto senza l’esborso di soldi pubblici si sbaglia. La proposta di legge prevede, infatti, una spesa di 50 mila euro dei nostri soldi per dare forza a organizzazioni che hanno di mira un’azione militante volta a imporre una dittatura del pensiero unico che renda sempre più fluida la nostra identità sessuale.

La Regione Calabria è da auspicare che, piuttosto, impegni le proprie risorse e le proprie energie verso ciò che possa far crescere realmente il popolo calabrese, che soffre la piaga della disoccupazione, di collegamenti insufficienti, di un turismo che non decolla, di sacche di vera e propria povertà, di una cultura assistenzialista e malavitosa che non favorisce un vero sviluppo morale ed economico del territorio.

La Regione Calabria non segua le sirene di un falso progresso, mascherato da civiltà; si impegni, piuttosto, a favorire il recupero delle proprie radici culturali morali e religiose e non finanzi una cultura di morte, come quella gender, che con la scusa di superare le discriminazioni è volta a cancellare la nostra millenaria civiltà.

Giancarlo Cerrelli
30 giugno 2017
Fonte:Lamezialive.it
 

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