Mons. Gänswein: siamo nell’11 settembre della Chiesa

Ieri il Santo Padre ha fatto riferimento all’eresia omosessualista che colpisce la Chiesa, ormai a tutti i livelli:
Vi raccomando una particolare attenzione al clero e ai seminari […] le nostre risposte saranno prive di futuro se non raggiungeranno la voragine spirituale che, in non pochi casi, ha permesso scandalose debolezze, se non metteranno a nudo il vuoto esistenziale che esse hanno alimentato, se non riveleranno perché mai Dio è stato così reso muto, così messo a tacere, così rimosso da un certo modo di vivere, come se non ci fosse” (13/9/18).

Come laici proponiamo quanto detto dall’arcivescovo George Gänswein presentando il libro “L’opzione Benedetto”: “la Chiesa cattolica guarda piena di sconcerto al proprio 11 settembre“.

Le idee omosessualiste che si diffondono nel clero?
Sono l’11 settembre della Chiesa cattolica

L’11 settembre 2018 il Prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gänswein, ha presentato a Montecitorio la versione italiana de “L’Opzione Benedetto”, di Rod Dreher.
La forte analogia tra il “nine eleven” e gli scandali che agitano la Chiesa è uno degli elementi più sottolineati dai media: leggendo l’integrale si potranno altresì apprezzare lo spirito genuinamente religioso dell’opera di Dreher, l’encomio della sua analiticità

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Dopo Dublino: “omoeresia” ai raggi X

Credo di essere tra i pochi domenicani che hanno letto con attenzione gli Esercizi spirituali di sant’Ignazio di Loyola († 1556), di averne tratto ammirazione nonché utili insegnamenti e addirittura di aver sottolineato il testo con matite di diversi colori. Non mi ritengo dunque affetto da “sindrome antigesuitica”, ma proprio per questo so che esiste una perversione di certi elementi che generano poi la caricatura del gesuita in senso peggiorativo.

Questo per dire che la relazione di James Martin a DublinoCome possono le parrocchie accogliere le persone LGBT?” è veramente del peggior gesuitismo e addirittura oggettivamente diabolica e, mi permetto di aggiungere, non ha nulla da spartire con sant’Ignazio di Loyola.

“Oggettivamente diabolica” perché dice cose belle, giuste e pastoralmente praticabili, ma con studiata noncuranza pone qualche affermazione di principio e di metodo che scardina tutto e trasforma affermazioni che in se stesse potrebbero essere intese in senso positivo in affermazioni negative o per lo meno equivoche sia a livello teorico che pastorale.

Presupposta l’analisi Roberto Marchesini, vorrei collocarmi a un livello più pratico individuando alcuni grimaldelli attraverso i quali Martin apre le porte e scardina l’edificio.

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Vescovi coraggiosi. Mons. Baker «abusi prevalentemente omosessuali»

Mons. Robert Baker mentre parla alla Marcia Nazionale per la Vita di Washington (2016)

Dopo Robert Morlino, un altro vescovo statunitense ha scritto ai fedeli della sua diocesi affrontando in modo schietto la questione degli abusi sessuali e in particolare quanto emerso dal rapporto del Gran giurì della Pennsylvania.
Si tratta di Robert Baker, dal 2007 vescovo di Birmingham, in Alabama, che ha pubblicato la sua lettera il 20 agosto, esprimendo tutto il suo dolore per le notizie su «decenni di seri e rivoltanti tradimenti da parte di coloro che sono consacrati nel ministero ordinato».
Secondo Baker, che è cosciente dell’altissima dignità del sacramento dell’Ordine («nessun essere umano è meritevole di una così alta chiamata» e i consacrati devono celebrare i sacramenti «modellando le loro vite sul mistero sacrificale della croce di Gesù Cristo»), il male commesso da «gerarchi, preti o diaconi» è «orribile, straziante e assolutamente intollerabile».

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Meeting mondiale della famiglia cattolica: l’omoeresia di P. Martin SJ

Il sacerdote americano James Martin mentre parla al Meeting Mondiale della Famiglia Cattolica a Dublino: la sua teoria riguarda il come la Chiesa Cattolica può divenire membro della comunità LGBT.

Il conformista Martin svela un’idea materiale di uomo

Dal discorso del gesuita Martin a Dublino sui “cristiani Lgbt” emerge un’immagine della persona esclusivamente emotiva, passionale, senza alcun progetto o vocazione.
Quella di padre Martin è l’antropologia moderna rinascimentale, illuminista e marxista. Che bolla come «omofoba» l’antropologia aristotelico-tomista-cattolica secondo cui l’uomo è una unione inscindibile di anima e corpo, dove le passioni sono al servizio della ragione.
Il suo è un rifiuto luciferino della legge naturale, nel cui brodo ora si pretende che si immergano le famiglie cattoliche.

Sinceramente non so da dove cominciare per commentare l’intervento del Padre gesuita James Martin al World Meeting of Families di Dublino (qui l’intervento integrale in italiano).

Potrei sottolineare come padre Martin confonda persone con tendenze omosessuali con i militanti LGBT; che i suoi inviti all’accoglienza e alla misericordia escludono chi non si identifica nella militanza omosessualista; che questo atteggiamento non solo discrimina queste persone, ma le tratta da «non persone» come si faceva nell’URSS con chi cadeva in disgrazia: semplicemente queste persone smettevano di esistere.

Oppure potrei commentare l’uso eretico (selettivo) del Magistero da parte del gesuita: cita i brani del Catechismo e della Lettera sulla cura pastorale delle persone omosessuali che stigmatizzano l’ingiusta discriminazione di queste persone, dimenticando tutto il resto.

Potrei anche chiedermi che c’entra un intervento del genere al World Meeting of Families… ma qualche gentile lettore mi ricorderebbe che la stessa domanda è stata sollevata ai recenti sinodi sulla famiglia ed è rimasta senza risposta.

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Vescovi coraggiosi. Mons. Morlino: c’è una sottocultura all’interno della gerarchia

E’ giunto il momento di [uscire dalla] trappola di analizzare i problemi in base a ciò che la società potrebbe trovare accettabile o inaccettabile, si ignora il fatto che la Chiesa non ne ha MAI considerato accettabile nessuno […]
È tempo di ammettere che c’è una sottocultura omosessuale all’interno della gerarchia della Chiesa cattolica che sta scatenando grandi devastazioni nella vigna del Signore“.

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Il vescovo Robert C. Morlino, della diocesi di Madison (Wisconsin, USA), dopo gli scandali degli abusi sessuali scoppiati negli USA, ha scritto una lettera ai suoi fedeli che merita di essere attentamente letta. Si riporta gran parte della lettera (S.P.).

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Non c’è nulla in queste storie che vada bene. Queste azioni, commesse non da pochi, non possono che essere classificate come male, male che grida alla giustizia e al peccato che deve essere scacciato dalla nostra Chiesa.

Di fronte alle storie di depravazione di peccatori all’interno della Chiesa, sono stato tentato di disperare.  E perché? La realtà del peccato – anche il peccato nella Chiesa – non è nulla di nuovo. Siamo una Chiesa fatta di peccatori, ma siamo peccatori chiamati alla santità.  Allora, che cosa c’è di nuovo? La novità è l’apparente accettazione del peccato da parte di alcuni nella Chiesa e gli sforzi apparenti di coprirlo da parte loro e di altri. A meno che e finché non prendiamo sul serio la nostra chiamata alla santità, noi, come istituzione e come individui, continueremo a soffrire il “salario del peccato”.

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Cardinal Sarah: “Gender teoria aberrante e perversa”

Il cardinal Robert Sarah, tra i più attenti alla dottrina, è intervenuto sulla cosiddetta “ideologia gender”. La famiglia è in pericolo per via delle contaminazioni gnostiche.

Il cardinal Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti, non è solito intervenire sui temi d’attualità. Quando lo fa, però, riesce sempre a far parlare di sé.

Il “leader dei vescovi attenti alla dottrina”, così come viene spesso definito, aveva già espresso la sua posizione sulla cosiddetta “ideologia gender” nel 2015, quando aveva associato la diffusione di quest’ultima all’Isis: “Hanno la stessa radice demoniaca“, aveva detto. E ancora: “Quello che nazismo, fascismo e comunismo sono stati per il ventesimo secolo, sono oggi le ideologie occidentali sulla omosessualità e l’aborto e il fanatismo islamico“.

La prefazione scritta dal porporato africano a un libro di Giampaolo Scquizzato ( “Verso una rivoluzione antropologica“, opera edita da “Edizioni Fede e Cultura”), chiarisce come il cardinale consideri pericolosa quella che sarebbe una vera e propria “teoria aberrante e perversa”, presentata sì come “scientifica”, ma comunque in grado di disvelare al suo interno “un inganno pseudoscientifico”.

Come riportato oggi su La Verità, che ha pubblicato la prefazione del cardinale, Robert Sarah ha deciso di soffermarsi sulle origini gnostiche della “teoria gender”.

Quella stessa gnosi che sarebbe finita per “impregnare surrettiziamente” la liturgia cattolica. I lettori si ricorderanno del “dialogo” relativo a un Motu proprio riguardante le competenze in materia liturgica con il Santo Padre.

Io non esito – ha scandito il prefetto della Santa Sede sul gender – a dire che ci vedo da parte mia la mano del diavolo“.
Richiamando Papa Francesco, il porporato ha voluto condividere il punto di vista del pontefice argentino: il gender farebbe parte di un progetto di “colonizzazione ideologica” che punterebbe dritto alla distruzione della famiglia.

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Il gesuita attivista LGBT all’incontro mondiale delle famiglie cattoliche?

La filiale d’Irlanda dell’organizzazione internazionale Tradition, Family, Property (Tfp) ha chiesto di revocare l’invito del controverso sacerdote James Martin, il gesuita attivista Lgbt e consigliere vaticano per le comunicazioni, che dovrebbe partecipare in qualità di relatore al prossimo World Meeting of Families (lncontro mondiale delle famiglie).

“Non fate parlare il gesuita pro Lgbt all’incontro per le famiglie in Irlanda”

James Martin dovrebbe partecipare, in qualità di relatore, al prossimo lncontro mondiale delle famiglie

 

Martin dovrebbe parlare giovedì 23 agosto, alle 11:30, presentando un conferenza dal titolo “Mostrare il benvenuto e il rispetto nelle nostre parrocchie per le persone Lgbt e le loro famiglie”.

La Tfp d’Irlanda sta chiedendo ai cattolici di firmare una lettera (attualmente sono già 9115 le persone che hanno firmato la missiva) che poi sarà spedita all’arcivescovo irlandese Diarmuid Martin e ai vescovi ausiliari Éamonn Walsh e Raymond Field, per chiedere l’estromissione dalla conferenza, sostenuta anche dal Vaticano, dell’americano confratello gesuita di papa Francesco.

Siamo delusi e molto preoccupati del fatto che padre James Martin parlerà all’evento”, viene spiegato nella lettera, perché il sacerdote “è ben noto per il suo dissenso dall’insegnamento della Chiesa sulla morale sessuale“.

La Tfp osserva che padre Martin non è d’accordo con la descrizione dell’omosessuale fatta dal Catechismo della Chiesa Cattolica, che giudica la pratica omosessuale come “gravemente disordinata”.

Per il gruppo d’Irlanda del movimento internazionale fondato dal noto pensatore brasiliano del XX secolo Plinio Corrêa de Oliveira, questo disaccordo con il Catechismo potrebbe “impedire” alle persone attratte da altre persone dello stesso sesso di “arrivare a una vera comprensione della loro condizione”.

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Cammilleri: Fenomenologia della “Chiesa gay”

Le ideologie politiche non sono altro che eresie secolarizzate. Le ideologie-eresie non potrebbero affermarsi su popoli di tradizione cristiana se, come tutte le eresie, non contenessero brandelli di verità cristiana. Lo dimostra quella della lobby Lgbt.

Dalle buone intenzioni alla lobby.
Fenomenologia della “Chiesa gay”

di Rino Cammilleri

Il grande pensatore spagnolo Juan Donoso Cortés diceva che le ideologie politiche non sono altro che eresie secolarizzate.
Anche il filosofo Augusto Del Noce parlò di nazismo e comunismo come di «gnosticismo di massa».
Ora, le ideologie-eresie non potrebbero affermarsi su popoli di tradizione cristiana se, come tutte le eresie, non contenessero brandelli di verità cristiana.
Lo straordinario successo, per esempio, del comunismo non ci sarebbe stato senza la particolare insistenza sull’eguaglianza e la giustizia sociale.

Proprio per questo, ogni volta che una nuova ideologia si è affacciata all’orizzonte, ecco gruppetti di cristiani salutarla con giubilo e candidarsi al ruolo di mosca cocchiera.
Già al tempo del giacobinismo, padre di tutte le ideologie che seguirono, c’erano preti e anche vescovi entusiasti reggicoda dei sanculotti.
Poi, quando la rivoluzione si spostò in Italia, ecco i cattolici liberali e i frati seguaci di Garibaldi.
In tempi più recenti, i «cristiani per il socialismo», che provocavano l’irrisione amara di Padre Pio.
Negli Usa, oggi, abbiamo i christians pro-choice, filoabortisti, e, dappertutto, i cristiani Lgbt, che da noi sono «cattolici».

Con tanto di preti schierati dalla loro parte e vescovi che dicono chiaro che la Chiesa dovrebbe mutare la sua dottrina tradizionale al riguardo.
Ora, in base alle ultime risultanze (di cui La Nuova Bussola Quotidiana non ha mancato di riferire: http://www.lanuovabq.it/it/vescovi-gay-la-chiesa-e-nella-tempesta-non-solo-negli-usa-1), scandali pedofili, pederasti e omosessuali stanno scuotendo anche i vertici di Chiesa.

Nel 2012 il professore polacco Dariusz Oko dell’università di Cracovia non esitò a puntare il dito contro quella che lui definiva una vera e propria «lobby gay» nella Chiesa
Cioè, scrive il nostro Lorenzo Bertocchi, «una rete di prelati, anche ad altissimi  livelli e anche a Roma, che si coprivano l’un l’altro».

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Card. Onaiyekan: in Europa la Chiesa è fissata su divorziati e gay

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Il cardinale nigeriano John Onaiyekan ha detto di essere “stupito” nel vedere la chiesa occidentale più fissata su divorziati “risposati” e nello sdoganare gli omosessuali che non sul problema più grande delle chiese vuote.

In un’intervista del 2 marzo scorso all’ORF (Österreichischer Rundfunk), il porporato africano – che è arcivescovo di Abuja, Nigeria – si è detto “stupito che questi siano i temi su cui le persone in Europa sono più preoccupate”.
“L’Europa dovrebbe essere più preoccupata per il triste fatto che le chiese stanno diventando sempre più vuote e che molte persone non vengono più”.
Mentre l’Europa è sempre più laica, la Chiesa cattolica in Nigeria sta crescendo.

Per quanto riguarda la questione della pratica dell’omosessualità, il cardinale ha affermato che esiste un consenso forte tra cristiani e musulmani nel suo paese. Onaiyekan ha spiegato che l’omosessualità è rifiutata in molti paesi africani, inclusa la Nigeria, ed è persino legalmente proibita.

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Cardinale Eijk: Urgente un documento magisteriale sul gender

In una recente intervista Lei ha detto che ci vorrebbe una enciclica sul gender. Lo pensa ancora?

Nel mese di novembre, durante una intervista, mi è stato chiesto se non fosse utile un documento del Magistero Romano sulla teoria del genere. Ho detto subito di sì. Non direi necessariamente ci voglia una enciclica. Può essere anche un documento di altro tipo, come una istruzione da parte della Congregazione della Dottrina della Fede. È importante però che sia un documento autoritativo della Chiesa su questa teoria. Perché vediamo che le organizzazioni internazionali fanno molta pressione sulle nazioni per introdurre questa teoria, soprattutto nel mondo dell’educazione.

Lei crede che la Chiesa abbia sottovalutato il tema della teoria del gender?

La Chiesa si è espressa molte volte sulla teoria del genere. Il Santo Padre ha fatto, ad esempio, nel numero 151 dell’enciclica Laudato Si, e anche nell’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia. Ma non come tema centrale. È invece opportuno un documento concentrato sul tema della teoria del genere. Serve alla gente, perché sente parlare della teoria del genere da parte dei mass media, nel mondo della politica, nelle scuole, ovunque. Sopratutto la Chiesa è chiamata a dare il suo punto di vista.

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