(ZENIT) La saggezza del popolo italiano

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Naufragio dei referendum; esultanza dei cattolici
Il cardinal Ruini: “Sono rimasto positivamente colpito dalla maturità del popolo italiano” ROMA, lunedì, 13 giugno 2005 (ZENIT.org).- Solo il 25,9 per cento degli aventi diritto (uno su quattro) è andato a votare i referendum sulla legge 40/2004. Un dato inatteso che nessuno tra i grandi mezzi di comunicazione di massa, le società che curano i sondaggi, ed entrambi gli schieramenti politici, che hanno sostenuto ed avversato la legge, avevano minimamente previsto.

Un astensione così alta ha destato grande gioia nel mondo cattolico: il non raggiungimento del quorum infatti invalida la consultazione, ed evita il rimborso elettorale per i promotori.

Il cardinale Camillo Ruini, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), a commento dell’esito referendario, a margine del 30° Convegno nazionale delle Caritas diocesane, in corso a Fiuggi fino al 16 giugno, ha detto: “Sono rimasto positivamente colpito dalla maturità del popolo italiano”.

Un dato sorprendente soprattutto se si guarda alle forze in campo assolutamente impari tra sostenitori del referendum e militanti del non voto. Fabio Mussini, Vicepresidente del Movimento per la Vita, ha commentato così a ZENIT: “C’è stata una campagna referendaria come non si era mai vista: tutta l’ intellighentia culturale, dai grandi editorialisti ai giornaletti per le casalinghe, dai premi nobel fino agli uomini dello spettacolo, hanno spinto per il SI’ con tutti i mezzi”.

“Tutti i sondaggi davano ai SI’ una percentuale crescente dal 40% fino al 50% degli ultimi giorni. Gli stessi sondaggi attribuivano alla Chiesa cattolica un peso del 5% nelle intenzioni di voto. Eppure hanno perso. Com’è possibile che tanta potenza di fuoco abbia ottenuto risultati così scarsi? Parrebbe che emerga una frattura profondissima tra gli uomini di cultura e la gente”, ha sostenuto Mussini.

Nel corso di una conferenza stampa organizzata il 13 giugno, il Comitato “Scienza e Vita”, che ha guidato la campagna per l’astensione, pur ammettendo che nessuno aveva previsto un risultato così clamoroso, ha cercato di spiegare quanto accaduto nella gente.

Luisa Santolini, Presidente del Forum delle Associazioni Familiari, ha spiegato che il Comitato “Scienza e Vita” è cresciuto in numero e attività giorno dopo giorno. Nonostante l’opposizione della stampa, si sono costituti gruppi qualificatissimi di esponenti della società civile, gruppi di donne (con 140 firmatarie) gruppi di autorevoli giuristi (130 firmatari), oltre ad un gruppo di medici (con 385 firmatari).

Oltre a questi esponenti della società civile che hanno manifestato pubblicamente la loro scelta di non andare a votare, il Comitato ha organizzato più di mille incontri pubblici. A questi si sono aggiunti altre migliaia di incontri organizzati da volontari del mondo cattolico.

Più di 313 comitati locali si sono costituiti in maniera spontanea nei paesi, nelle città, nelle province. 230 i siti in rete che si sono associati al Network “Scienza e Vita”, nel cercare di contrastare la disinformazione della maggior parte dei mezzi di comunicazione di massa.

Migliaia sono stati i volontari che in ogni parte d’Italia hanno distribuito i volantini ed i manifesti stampati dal Comitato “Scienza e Vita”.

Alla scarsità dei mezzi economici gli astensionisti hanno risposto con la comunicazione tra persona e persona.

Carlo Casini, Presidente del Movimento per la Vita, reduce da un tour che lo ha visto intervenire in 140 convegni pubblici negli ultimi centoventi giorni, ha raccontato che ad ogni dichiarazione dei referendari pubblicata sui giornali in merito alle legge 40/2004, ha provato a rispondere inviando comunicati e lettere ai quotidiani, ma, con pochissime eccezioni, nessuno ha pubblicato le sue precise risposte.

Circa l’eventualità che la legge ora possa essere cambiata dal Parlamento, il professor Bruno dalla Piccola, Presidente della Società Italiana di Genetica, ha precisato che dopo il Parlamento anche la popolazione italiana ha sancito la liceità delle legge, “ora lasciamela funzionare” con la speranza che possa dare buoni frutti.
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Cardinal Ruini: Laicità dello Stato vuol dire libertà per tutti di esprimersi
Il porporato commenta gli esiti dei referendum

ROMA, lunedì, 13 giugno 2005 (ZENIT.org).- “Non ho combattuto per vincere e non ho vinto. Ho cercato solo di fare il mio dovere di Vescovo, e di ascoltare la mia coscienza di uomo, di cristiano e cittadino”, ha detto il cardinale Camillo Ruini.

Con queste parole il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha cercato di porre fine ad una polemica che lo ha visto protagonista negli ultimi mesi della campagna in vista dei referendum parzialmente abrogativi della legge 40/2004 sulla fecondazione medicalmente assistita, conclusisi questo lunedì dopo che solo il 25,9 per cento degli aventi diritto si era recato a votare.

In una intervista rilasciata al Direttore del “Tg1”, Clemente Mimun, il Cardinale parla di risultati referendari andati “al di là di quello che era previsto” e osserva di guardare a questo avvenimento come ad “un aspetto importante” del progetto culturale della Chiesa in Italia, impegnata su “tutti i temi della vita, ma più in generale dell’uomo, del futuro dell’uomo, dell’antropologia. Questi sono temi legati al cristianesimo e legati anche al bene futuro dell’umanità”.

Rispondendo a chi aveva parlato di una troppo ingerenza della Chiesa a danno della laicità dello Stato: “Dipende da cosa si intende per laicità dello Stato”, ha sottolineato il porporato “se con la parola laicità si intende estromissione delle religioni dalla sfera pubblica e civile, allora non possiamo essere d’accordo con il concetto di laicità”.

“Se invece con laicità si intende libertà per tutti, e quindi anche per la Chiesa come per chiunque altro abbia qualcosa da proporre alla gente, allora siamo pienamente per la laicità, e la laicità non corre alcun pericolo”, ha aggiunto.

Per quanto riguarda le paure paventate dai referendari su una volontà di cavalcare l’onda degli esiti referendari per poi poter mettere mano alla legge sull’aborto, Ruini ha chiarito: “Non so chi si è inventato questa piccola favola sul nostro attuale o programmato intervento contro la legge 194”.

“Noi certamente siamo contro l’aborto, ma non vogliamo modificare la legge. Auspicheremmo, soltanto, che nell’applicazione della legge si tenga conto il più possibile dell’importanza di favorire la vita”, ha quindi concluso.
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