Presentato il nuovo libro del Papa: un’autobiografia tra humour e fede, da Cracovia al Vaticano |
«Del volume di dieci anni fa vennero pubblicate ben 50 edizioni in tutto il mondo e furono vendute oltre 20 milioni di copie» ha detto ai giornalisti Maurizio Costa, vicepresidente e amministratore delegato di Mondadori, aggiungendo che l’editrice conta di «ripetere e migliorare ancora quello straordinario successo». Per Costa, il fatto che «la scelta si sia orientata nuovamente verso di noi, costituisce un grande onore e pensiamo sia anche un riconoscimento della validità del nostro modo di fare editoria, che unisce qualità e divulgazione». Il nuovo libro Giovanni Paolo – dice Navarro-Valls – l’ha scritto tra marzo e agosto del 2003: «Poi il testo è stato fatto riposare, sono state fatte alcune modifiche e ora è pronto. È una profonda sintesi di elementi biografici e riflessioni che questi elementi suggerivano al Papa». Secondo il portavoce vaticano sono molti gli aspetti «non conosciuti» dell’esperienza di Karol Wojtyla vescovo, che il testo già consegnato all’editore chiarisce. Il racconto copre vent’anni della sua vita: dal 1958 all’elezione a Papa. Leggeremo dunque – continua Navarro-Valls – «tanti episodi raccontati anche con un certo humour, come quando ricorda che il vescovado a Cracovia era sempre aperto a tutti e c’era una via vai di gente, con un po’ di confusione». Il portavoce vaticano butta là che questo è «l’ultimo libro del Papa solo in ordine di tempo». Anche se «per ora non ci sono progetti», ma soltanto «scritti sparsi, magari messi in un cassetto», che riguardano «per esempio la sua esperienza sotto il nazismo e il comunismo». Il titolo del nuovo volume è preso da un versetto del Vangelo di Marco , al capitolo 14, quanto Gesù nell’orto degli ulivi chiama i suoi discepoli addormentati e li invita a seguirlo: la citazione del testo di Marco è nelle ultime righe del libro, con le quali il Papa ricorda ai vescovi che «non bisogna farsi prendere dalla paura» in quanto anche nelle difficoltà «l’amore di Dio non ci carica di pesi che non siamo in grado di portare». La chiusa del volume è stata letta ai giornalisti da Gian Arturo Ferrari, direttore della divisione libri della Mondadori ed è tutto ciò che per ora si conosce dell’intero volume, che si presenta diviso in una quarantina di capitoli, non titolati ma solo numerati e raggruppati in sei parti «logiche». Come genere letterario, questo nuovo scritto autobiografico si rifà al volumetto Dono e mistero del 1996, che il Papa scrisse in occasione del cinquantesimo di messa e che riguarda la «vocazione» a fare il prete. La tiratura iniziale dell’edizione italiana sarà di 250/280 mila copie. Ancora non è stato deciso il prezzo. Come già per Varcare la soglia , anche per questo volume la Mondadori ha l’esclusiva dei diritti mondiali. Il Papa ha scritto in polacco e sono già pronte le traduzioni in italiano e tedesco, mentre sono in preparazione quelle in inglese, francese e spagnolo. «Vado cercando la sorgente della mia vocazione» scrive Wojtyla all’inizio del libro e in una pagina confida: «Mi è sempre piaciuto cantare». Lo stile, dice il portavoce, «è diretto, non artificioso e si legge molto bene». Com’è sua abitudine, anche stavolta «il Papa ha scritto di getto ed è andato avanti quasi senza correzioni». |
Luigi Accattoli
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E sarà solo lui ad accompagnarmi fino alla meta»
«Quando giunse la sua ora, Gesù disse a coloro che erano con lui nell’orto del Getsemani, Pietro, Giacomo e Giovanni, i discepoli particolarmente amati: “Alzatevi, andiamo!” (Mc 14,42). Non era Lui solo a dover “andare” verso l’adempimento della volontà del Padre, ma anch’essi con Lui. Questo invito – “Alzatevi, andiamo!” – viene rivolto in modo particolare a noi vescovi, suoi amici prediletti. Anche se queste parole significano un tempo di prova, un grande sforzo e una croce dolorosa, non dobbiamo farci prendere dalla paura. Sono parole che portano con sé anche quella gioia e quella pace che sono frutto della fede. L’amore di Dio non ci carica di pesi che non siamo in grado di portare, né ci pone esigenze a cui non sia possibile far fronte. Mentre chiede, Egli offre l’aiuto necessario. Parlo di questo da un posto in cui mi ha condotto l’amore di Cristo Salvatore, chiedendomi di uscire dalla mia terra per portare frutto altrove con la sua grazia, un frutto destinato a rimanere. Facendo eco alle parole del nostro Maestro e Signore, ripeto perciò anch’io a ciascuno di voi, carissimi fratelli: “Alzatevi, andiamo!”. Andiamo fidandoci di Cristo. Sarà Lui ad accompagnarci nel cammino, fino alla meta che Lui solo conosce».
Corriere della Sera 25-3-2004