Qui sotto riproduco un passo delle Cronache di Narnia, culmine del volume “Il leone, la strega e l’armadio”. E’ un passo bellissimo ed è il momento più importante della storia perchè racconta, in forma di favola, la resurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo. Lewis riesce benissimo ad accennare al mistero della resurrezione, senza svilirne la complessità del messaggio: al tempo stesso semplice e mistico! Nel film tratto da questo libro e da poco uscito nelle sale, le parole così belle di Lewis sono state cambiate con altre, alterandone il significato. Il Leone, figura christi dell’opera, per spiegare a delle bambine che lo incontrano festanti, come abbia potuto tornare in vita dopo essere stato ucciso su una tavola di pietra sacrificale da una Strega cattiva, dice che questo è stato possibile perchè la Strega non conosceva l’interpretazione esatta di una “scritta” che si trovava sulla tavola sacrificale. Ma quale scritta? Nel volume di Lewis non se ne parla. Lewis parla – come riporto sotto – di “magie” che erano all’inizio dei tempi, com’è giusto in un libro destinato ai bambini, permettendo così che si accenda la loro fantasia e esaltando al tempo stesso l’unicità e la misteriosità della figura del Leone e del suo morire e risorgere. Nel film invece il Leone risorge dai morti perchè dispone della corretta interpretazione di una fredda incisione su una tavola di pietra. Una risurrezione quantomeno sepolcrale!
Tengo a sottolineare questa piccola ma sostanziale variazione del testo originale di Lewis, perchè mi sembra un sintomo drammatico dell’incapacità a pensare che sta avvilendo i nostri tempi. Piuttosto che lasciare i bambini – spettatori del film – di fronte al mistero della morte e risurrezione del Leone, che apre alla contemplazione e al desiderio di comprensione, gli autori del film hanno preferito chiudere subito la porta della loro intelligenza appiccicando al testo di Lewis una spiegazione pseudo-gnostica e preconfezionata dell’evento. Una scritta incisa nella pietra: la Strega cattiva l’aveva interpretata male e il Leone invece – che la sa lunga, ma perché? – ha interpretata bene! A metà strada fra “il codice Da Vinci” e “Il mistero dei Templari”! Risultato: un’informazione in più da archiviare nel grande database delle nostre conoscenze superficiali e un “mistero” in meno da contemplare. Ma qualcuno avrà ancora il tempo di farsi la domanda: chi è il Leone?
Le due bambine si guardarono intorno. Là, splendido nella luce del sole nascente, c’era Aslan! Più grande di come lo avevano visto prima, più nobile, più maestoso. Scuoteva la criniera.
– Oh Aslan! – esclamarono entrambe fissandolo impaurite e contente al tempo stesso. – Non eri morto, allora, caro Aslan? – chiese Lucy.
– Non lo sono più – rispose il leone
– Non sei…non sei un…- domandò Susan con voce tremante. Non sapeva decidersi a dire la parola “fantasma”. Aslan si avvicinò, piegò un poco la testa e le diede una leccatina sulla fronte. Susan sentì il calore del suo fiato e quella specie di profumo che sembrava diffuso intorno a lui.
– Ti sembro un fantasma? – chiese Aslan.
– Oh, no! Sei vivo, sei vivo! – gridò Lucy, e tutt’e due si lanciarono verso di lui, ripreso ad abbracciarlo e accarezzarlo e coprirlo di baci.
– Ma cosa significa tutto questo? – chiese Susan quando si furono un po’ calmate.
Aslan rispose:
– Significa che la Strega Bianca conosce la Grande Magia, ma ce n’è un’altra, più grande ancora, che lei non conosce. Le sue nozioni risalgono all’alba dei tempi: ma se lei potesse penetrare nelle tenebre profonde e nell’assoluta immobilità che erano prima dell’alba dei tempi, vedrebbe che c’è una magia più grande, un incantesimo diverso. E saprebbe così che, quando al posto di un traditore viene immolata una vittima innocente e volontaria, la Tavola di Pietra si spezza e al sorgere del sole la morte stessa torna indietro!
– Oh, è meraviglioso! – esclamò Lucy battendo le mani e saltando dalla gioia.