(CorSera) Il ritorno della teologia

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Cultura, dibattiti e giovani
IL BISOGNO DI IDEE

Non sappiamo spiegarvi perché seicento persone – più della metà
giovani, oltre un centinaio in piedi – siano rimaste sino a
mezzanotte martedì scorso ad ascoltare due filosofi.
E non crediate che i due fossero impegnati in una conversazione
amena, perché parlavano di Dio.
Nessuno si alzava, nessuno abbandonava quei discorsi che mai si
sentono e che sanno far riflettere.
Questa la notizia che val la pena ricordare; ora vediamo meglio
cosa è successo.

L’incontro si svolgeva a Milano, nel cortile di Palazzo Isimbardi
(corso Monforte 35).
La manifestazione di cui stiamo riferendo ha fatto molto parlare
di sé in questi giorni: si tratta de “La Milanesiana”.
Organizzata dalla Provincia e dal Comune di Milano (con il
contributo di numerosi privati), diretta da Elisabetta Sgarbi,
è articolata in una serie di incontri dedicati a letteratura,
musica e cinema.
Sul palcoscenico è un avvicendarsi di protagonisti.
Ricordiamo, tra i tanti, il Nobel Derek Walcott e Roberto
Calasso.

Quest’anno si è “aperta” ai due filosofi che dicevamo, due
vecchi amici.
Hanno conversato sul tema “Con Dio, senza Dio”.
Si trattava di Giovanni Reale e di Emanuele Severino.

Un incontro del genere, per chi è abituato a giudicare tutto
con le leggi dell’audience e dei frizzi e lazzi televisivi,
avrebbe dovuto trasformarsi in una serata un po’ grigia,
popolata da volute accademiche.
Invece non c’era una sedia vuota delle 450 disposte nel cortile
e il pubblico in piedi non ha mollato la presa.
L’attenzione non è calata nemmeno quando si è eseguita una
suite musicale che Severino ha composto a 19 anni (presentata
da Massimo Donà).
Anzi, il pubblico alla fine è corso accanto ai due protagonisti
per quelle domande che non si è avuto il tempo di fare.

Non si creda che fosse un dibattito litigioso, anzi è stato il
più pacato degli incontri.
Si è parlato di cose somme, di fede, del nulla, dell’essere,
dell’ateismo.
Nel dialogo, Reale e Severino hanno evocato, tra i molti, i
filosofi su cui sono posate le basi del nostro pensiero:
Platone, Aristotele, Plotino, Tommaso d’Aquino, Pascal, Kant,
Hegel, Kierkegaard, Nietzsche, Heidegger e la Tecnica, la
regina del nostro tempo.
Ricordi, citazioni, incroci di prospettive.

Chi scrive guardava incuriosito quel pubblico che non perdeva
una sillaba, che non si stancava e prendeva appunti.

Si sa che i discorsi su Dio non si concludono, per quanti
sforzi vengano fatti; anzi ne causano altri, all’infinito,
paragonabili a quelli di chi insegue un raggio di luce in
una stanza di mille specchi.

Così, alla fine, la vera sorpresa (e la vera notizia) è stata
una dozzina di giovani che ha chiesto agli organizzatori di
dar vita il prossimo anno a una settimana di filosofia, con
temi simili, di allargarla ad altri pensatori.
È un suggerimento da non lasciar cadere.

Forse perché c’è di nuovo bisogno delle idee, il solo vero
antidoto alle sciocchezze che hanno assalito i nostri giorni.


ARMANDO TORNO
(C) Corriere della Sera, 4 luglio 2003