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Giornalista picchiato a morte, indagava sulle miniere cinesi
Il mandante sarebbe un boss dell’industria mineraria dello Shanxi, la più redditizia e pericolosa di tutta la Cina. Per il governo, la vittima era un falso giornalista che cercava di estorcere denaro agli investitori locali.
Pechino (AsiaNews) – Un gruppo composto da ignoti ha picchiato a morte Lan Chengzhang, giornalista cinese che indagava sull’industria mineraria, una delle più pericolose di tutto il Paese. Secondo il suo giornale, l’attacco è stato ordinato da uno dei boss locali, infastidito dalle indagini.
Wang Jianfeng, capo della sezione notizie del China Trade News, conferma che Lan – un redattore ancora in prova – è stato ucciso il 9 gennaio scorso nei pressi di una miniera nella contea di Huiyuan, nella provincia settentrionale dello Shanxi.
Il giornale “ha inviato un gruppo di persone con il compito di indagare sull’accaduto e denunciare i fatti alla polizia ed al governo locale. Faremo di tutto per proteggere i diritti dei giornalisti”. Wang non ha voluto però commentare l’assassinio: “Al momento, non è appropriato parlare”.
Secondo il racconto di un giornale locale, il gruppo di “teppisti” ha iniziato a colpire Lan mentre un suo collega giornalista si trovava chiuso nell’ufficio di uno dei padroni della miniera. Proprio quest’ultimo, sopravvissuto all’attacco, accusa lo stesso dirigente di aver ordinato l’omicidio.
Secondo i giornali ufficiali, invece, Lan era “un falso giornalista, che cercava di estorcere denaro agli investitori della provincia”.
Lo Shanxi è la provincia cinese che produce più carbone in assoluto, ma anche quella dove si verificano più incidenti mortali. Il governo cinese ha ammesso la corruzione del sistema minerario e la collusione fra i governi locali e le industrie minerarie che non rispettano gli standard minimi di sicurezza previsti dalla legge per incrementare i loro profitti personali.
Pechino ha cercato di frenare il fenomeno delle morti accidentali con il varo di nuovi regolamenti che proibiscono ai dirigenti comunisti di comprare quote dell’industria mineraria ed impongono ai governi locali di chiudere tutte le miniere obsolete e senza canoni di sicurezza. Spesso tali regole sono ignorate.
Secondo dati ufficiali, lo scorso anno sono morti nel Paese 4.746 minatori, una media di 13 al giorno. Secondo organizzazioni internazionali, invece, il numero reale dei morti in miniera è di 20mila all’anno. In molti casi, infatti, proprietari delle miniere ed i governi locali nascondono gli incidenti per sfuggire alla chiusura degli impianti.
Ultimo aggiornamento: 16/01/2007 08:49
Iniziato il processo contro scrittore “sovversivo”
La Corte intermedia del popolo di Ningbo ha accusato Li Hong, che prese parte al movimento di Tiananmen, di sovversione per aver scritto e pubblicato articoli a favore di Gao Zhisheng, avvocato ed attivista per i diritti umani.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – E’ iniziato ieri a Ningbo il processo contro Li Hong, scrittore cinese accusato di “sovversione” per aver scritto e pubblicato su Internet alcuni articoli a favore dell’avvocato ed attivista per i diritti umani Gao Zhisheng. Lo conferma una fonte anonima della Corte intermedia del popolo locale.
La fonte spiega che il processo contro Li, che si svolge a porte chiuse, non si è ancora concluso. Lo scrittore è stato arrestato un anno fa a sud di Shanghai, ma ha già scontato 2 anni in un lager per la sua partecipazione al movimento anti-corruzione e pro-democrazia conclusosi con il massacro di Tiananmen.
Il governo comunista ha arrestato nell’ultimo decennio diverse decine di giornalisti, attivisti per i diritti umani e bloggers. Le accuse sono sempre vaghe: “sovversione” o “crimini contro lo Stato”. Secondo il codice penale cinese, per i sospettati di questi crimini è legale la detenzione preventiva senza processo, che spesso si protrae per anni.
Ultimo aggiornamento: 15/01/2007 12:45