(il Domenicale) Il peso del sufismo nel mondo islamico

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Alla scoperta del sufismo con uno dei suoi massimi esperti


di Andrea Menegotto (il Domenicale, anno 3, numero 4, 24 gennaio 2004)

Nell’attuale, ambiguo ma intenso, risveglio di interesse per l’islam, si moltiplicano anche i testi sul sufismo, la sua dimensione mistica.


Almeno nel panorama della saggistica italiana a tema religioso e spirituale, tali testi finiscono per fare riferimento in maniera quasi esclusiva alle vicende dei convertiti occidentali e privilegiano quindi esperienze spirituali individuali o di piccoli gruppi rispetto al dato relativo alle confraternite che nei paesi a maggioranza musulmana (dal Marocco al Senegal, dalla Turchia all’Indonesia) contano decine di milioni di aderenti.


Anche il potere politico deve fare i conti con la presenza di confraternite capaci di fare sentire il loro peso sociale ad intere società, come ha dovuto imparare a suo tempo l’Unione Sovietica in Asia Centrale.


Lo stesso islam degl’immigrati in Italia è caratterizzato dalla significativa presenza delle confraternite sufi, che pure operano con discrezione – distinguendosi quindi dalle altre realtà e associazioni islamiche più «rumorose» – e di cui poco si parla.


Mark Sedgwick, uno dei più noti specialisti internazionali del sufismo, nel suo recente volume che rappresenta il trentacinquesimo titolo (e decimo della seconda serie) della collana editoriale di grande successo a livello nazionale e internazionale Religioni e Movimenti (curata dal CESNUR, il Centro Studi sulle Nuove Religioni di Torino) , guida il lettore alla scoperta delle dimensioni spirituali, culturali e sociali del fenomeno sufi, aprendo una finestra su una realtà in gran parte ancora sconosciuta ma che sarebbe fortemente sbagliato ignorare o sottovalutare.


Mark Sedgwick, Il sufismo
Elledici, Leumann (Torino) 2003, pp. 176, Euro 12,00