“Esiste una sorta di ‘club internazionale di promozione delle aberrazioni sociali’, che promuove il sesso edonista come modello di vita, propone un nuovo femminismo che ignora la maternità come il più grande dono di Dio alla donna, prospetta l’omosessualità come un’opzione sessuale in più”: intervista di Fides al Cardinale Juan Luis Cipriani, Arcivescovo di Lima
Lima (Agenzia Fides) – Dinanzi al costante tentativo di diversi Governi delle nazioni Latinoamericane di approvare leggi che attentano alla vita e alla famiglia, l’Agenzia Fides ha rivolto alcune domande al Cardinale Juan Luis Cipriani Thorne, Arcivescovo di Lima e Primate della Chiesa peruviana. Il Cardinale Cipriani sostiene che alla base di tutto c’è il relativismo morale della nostra epoca, di fronte al quale è urgente formare le coscienze partendo dall’infanzia fino alla vecchiaia, affinché tutti i battezzati, in particolare quanti hanno influenza nella società, assumano il loro dovere di promuovere e difendere la verità e la vita.
Eminenza, da alcuni anni si avverte nei governi di diverse nazioni del mondo un tentativo costante di approvare leggi che attentano alla vita e alla famiglia, cellula basilare della società. Secondo Lei quali sono le cause e gli obiettivi di questa politica?
Occorre andare all’origine. Stiamo assistendo ad un cambiamento profondo e rapido di concetti ed abitudini che impercettibilmente si vanno succedendo nella società. Sono idee e concezioni dell’essere umano riduttive, che si lanciano ad intermittenza, e che per essere innovative sono diffuse come certe. In altre parole, si tratta della disinformazione circa l’uomo e la sua libertà. La libertà si concepisce non come la facoltà umana di scegliere il bene, bensì di aderire al male, che è sempre presente, che è più piacevole e più facile.
Vediamo correnti ideologiche che vanno dal marxismo al liberalismo, dal collettivismo all’individualismo radicale, dall’agnosticismo al sincretismo… Si propone un nuovo femminismo che ignora la maternità come il dono più bello fatto da Dio alla donna, si prospetta l’omosessualità come un’opzione sessuale in più e non come quello che obiettivamente è, cioè un’inclinazione disordinata. Assistiamo così ad una nuova corrente nella quale tutto è relativo, nulla si riconosce come definitivo, poiché l’ultima misura è il proprio io ed i propri capricci. Entriamo così in quella che il futuro Papa Benedetto XVI ha chiamato la dittatura del relativismo (cfr. Omelia per l’apertura del Conclave, 18 aprile 2005).
In questo modo il peso dell’opinione pubblica, molte volte manipolata da alcuni mezzi di comunicazione sociale, permette che la presentazione di situazioni la cui immoralità è fuori discussione, siano considerate invece come normali, minando la sensibilità di fronte ai valori morali e misurando l’etica attraverso la statistica. Se per esempio alcune situazioni vengono accettate dalla maggioranza, secondo i dati statistici, i legislatori che aspirano al governo di un paese, si preoccuperanno di fare leggi che abbiano il benestare di coloro che essi considerano come la maggioranza della popolazione. La causa di tutto è il relativismo morale della nostra epoca, la finalità di piacere alle persone la cui approvazione è necessaria per ottenere il voto popolare. Ma “la Chiesa seguendo Cristo, cerca la verità che non coincide sempre con l’opinione della maggioranza” (cfr Familiaris Consortio 5).
In che modo interviene la Chiesa del suo Paese nella difesa della vita e della famiglia?
La Chiesa, fedele al suo impegno evangelico, interviene sempre con verità e fermezza, denunciando gli attentati contro la vita e la famiglia. Prova di ciò sono gli innumerabili pronunciamenti e messaggi che in questi anni hanno emesso i Vescovi del Perú su questi temi. Il prestigio della Chiesa come ‘sentinella dell’anima peruviana’ è rilevato anche dalle inchieste: è l’istituzione che gode di maggiore stima per la predicazione della fede e per la gelosa difesa del sacro diritto alla vita, e non potrebbe essere diversamente. In maniera continua la Chiesa in Perú svolge differenti attività in parrocchie, scuole e movimenti ecclesiali, affinché il Vangelo della vita e della famiglia sia conosciuto. Annualmente viene promossa, a livello nazionale, una Giornata per la Vita, nella quale si cercano di diffondere i principali insegnamenti contenuti nell’enciclica “Evangelium Vitae” e segnalare i criteri basilari su questo tema. Anche nel mese di settembre si celebra la Settimana Nazionale della Famiglia, durante la quale si riflette su questa realtà e sui suoi compiti con giornate, sussidi, riflessioni ed insegnamenti secondo il Magistero della Chiesa e la realtà delle nostre famiglie.
Assistiamo attualmente alla distruzione della famiglia anche per mezzo di leggi che cercano di equiparare l’unione tra persone dello stesso sesso al matrimonio, come di recente in Spagna. Che valutazione fare di questa situazione ?
Innanzitutto voglio rilevare che, grazie a Dio, in Perú ci sono ancora molti matrimoni basati sulla fedeltà, dove i coniugi si rallegrano per l’arrivo dei figli e costituiscono famiglie solide, vere Chiese domestiche. Non tutto è tragico. Questi matrimoni cristiani vivono la loro vita coniugale secondo le norme del diritto naturale e ricevono la grazia del sacramento alla quale corrispondono con generosità. Sono autentici testimoni del Vangelo.
Purtroppo c’è anche una specie di “club internazionale di promozione delle aberrazioni sociali”, che promuove il sesso edonista come modello di vita, cadendo in molti atteggiamenti che colpiscono la salute spirituale del cristiano, e che sono dinanzi agli occhi di tutti. È un processo massiccio di scristianizzazione della società che danneggia specialmente la donna. La Chiesa prega per loro e predica la dottrina del sacramento del matrimonio, che non può seguire la moda del viavai delle correnti ideologiche che ora sono, disgraziatamente, neopagane.
Urge un impegno di formazione delle coscienze, partendo dall’infanzia fino alla vecchiaia, affinché tutti i battezzati – in maniera speciale coloro che per la loro posizione nella società sono più influenti – assumano il loro dovere di promuovere e difendere la verità. L’apostolo moderno non può avere paura della verità e del bene, a costo di perdere il lavoro, di vedere attaccata la sua tranquillità e perfino la propria vita. In questi casi il peccato di omissione è grave tanto quello di azione.
Di fronte a questo attacco sistematico come sta rispondendo la Chiesa in Perù?
La Chiesa cattolica ha una missione evangelica: predicare la fede di Cristo a tutte le genti. È un compito permanente che si realizza mediante la catechesi parrocchiale, le lezioni di religione nelle scuole, l’amministrazione dei sacramenti, le omelie nelle Messe domenicali, l’attenzione dei cappellani negli ospedali, nei conventi, durante i ritiri spirituali… Ci sono anche iniziative ecclesiali molto utili, come i Congressi Eucaristici, le giornate per la gioventù, il volontariato, che raccoglie le persone dedite all’attenzione dei malati, e le associazioni di fedeli che sono fari di religiosità. A Lima si sta realizzando la Missione “Remar Mar adentro” che ha mobilitato centinaia di migliaia di persone nelle parrocchie, nelle scuole, nelle confraternite e nei movimenti, scuotendo le coscienze alla ricerca di una conversione a Dio.
In tutti questi modi si insegna la dottrina e la morale della Chiesa, oltre alla dottrina sociale cristiana che difende i diritti dei lavoratori ricordando i loro doveri. Tutti i battezzati sono chiamati ad assumere radicalmente il loro impegno missionario. Per tutto questo penso che sia molto importante la promozione vocazionale, specialmente per ottenere l’aumento e la qualità delle vocazioni sacerdotali e di quelle alla vita religiosa. Preghiamo per tutto ciò con la certezza di contare sull’aiuto della Grazia di Dio e guardiamo ai gravi problemi del mondo di oggi come alla palestra di lotta dei cristiani, per essere fermento di questa umanità che intravede la sua primavera. Uno sguardo sereno a Maria, Madre dei poveri, ci sosterrà in questo appassionante compito, per il quale la Chiesa possiede un “supplemento” morale per il mondo di oggi. (RZ) (Agenzia Fides 30/5/2005 righe 90, parole 1208)