Spagna: manifestazione imponente contro la riforma dell’istruzione
La guerra di cifre sottolinea la grande affluenza
MADRID, domenica, 13 novembre 2005 (ZENIT.org).- Questo sabato le vie di Madrid hanno assistito ad una delle manifestazioni più affollate della giovane democrazia spagnola: la protesta di numerose organizzazioni, con il sostegno della Conferenza Episcopale Spagnola, contro il progetto di riforma dell’istruzione promosso dal Governo di José Luis Rodríguez Zapatero.Secondo gli organizzatori, all’incontro hanno partecipato circa due milioni di persone; la Comunità di Madrid ha calcolato che erano 1.524.000, la Delegazione del Governo 407.000.
Il messaggio che apriva la marcia, “Per un’istruzione in libertà”, è stato portato dai rappresentanti delle dieci organizzazioni che hanno convocato ed organizzato la protesta, tra i quali i Presidenti del Forum della Famiglia, della Confederazione Cattolica dei Genitori (CONCAPA) e del sindacato USO.
Hanno partecipato alla manifestazione sei Vescovi, anche se nessuno di loro ha voluto rilasciare dichiarazioni ai mezzi di comunicazione, secondo fonti della Conferenza Episcopale per non togliere la scena a quanti hanno convocato la protesta.
La riforma del Governo spagnolo vuole sottrarre competenze alle scuole private del Paese, per la maggior parte cattoliche, e porre fine al riconoscimento scolastico della materia di Religione.
Su alcuni striscioni si leggeva “Yo no quiero que me eduque Zapatero” (“Non voglio che mi educhi Zapatero”), “La familia, unida, jamás será vencida” (“La famiglia, unita, non sarà mia vinta”) e “Obispos, sed valientes, no estáis solos” (“Vescovi, siate coraggiosi, non siete soli”).
Il manifesto “Per un’istruzione di qualità in libertà”, letto dall’ex Miss Mondo Mariasela Alvarez, sostiene che la riforma educativa promossa dal Governo socialista “disconosce i diritti e le libertà riconosciute dalla nostra Costituzione in campo educativo”.
In particolare, insiste su “il diritto dei genitori di decidere il tipo di istruzione che desiderano per i loro figli; il diritto alla gratuità nei livelli di insegnamento fondamentali e obbligatori; il diritto dei genitori di scegliere un centro senza distinzione; il diritto dei centri di promozione privata di ricevere fondi pubblici; il diritto di creare e dirigere centri educativi e, infine, il diritto di definire il carattere o l’ideologia dei centri”.
“Affermiamo che l’istruzione è responsabilità e diritto dei genitori e che lo Stato ha solo una funzione sussidiaria. I poteri pubblici non hanno il diritto di educare i cittadini, ma devono assicurare la libertà dei genitori di decidere il tipo di insegnamento che desiderano, senza altri limiti se non quelli costituzionali”.
Il Presidente della CONCAPA, Luis Carbonel, ha chiesto al termine della manifestazione una riunione con il Presidente del Governo per chiedergli l’“immediato” blocco della riforma e si è impegnato “a mantenere viva la fiamma che oggi avete acceso”.
In una intervista al quotidiano dell’episcopato cattolico italiano, “Avvenire”, il Presidente della CONCAPA ha spiegato alcuni esempi che dimostrano come la Legge Organica dell’Educazione (Loe) condannerebbe i giovani “al fallimento professionale”.
“Con questa norma sarà possibile superare l’anno scolastico con l’insufficienza in tre materie”, ha affermato Carbonel, aggiungendo anche che la legge “autorizza gli alunni a non andare a scuola un giorno, previa comunicazione al professore”, e questo senza rendere necessaria l’autorizzazione dei genitori.
E’ la seconda volta che si assiste ad una tale mobilitazione di entità cattoliche a Madrid, dopo quella che ha avuto luogo il 18 giugno scorso contro la legge che autorizzava i matrimoni omosessuali.
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