Un Convegno a Roma per spiegare la storia ed il perché delle Crociate
Il primo promosso dalla nuova Facoltà di Scienze Storiche dell’Università Europea di Roma ROMA, mercoledì, 15 marzo 2006 (ZENIT.org).- Si svolgerà a Roma il 17 marzo, per iniziativa della Facoltà di Scienze Storiche dell’Università Europea di Roma (www.unier.it), il Convegno su “Le crociate tra mito e realtà”.
Le Crociate, che hanno segnato la formazione dell’Europa nei secoli XI-XIII, nell’immaginario popolare godono da tempo di “cattiva stampa” e vengono spesso indicate come una forma di intolleranza religiosa.
Il Convegno, organizzato dall’Università Europea in concomitanza con un Workshop di specialisti riuniti a Roma presso il Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), intende a questo proposito approfondire e verificare alcuni aspetti delle Crociate in un’ottica di maggiore aderenza alla realtà storica e di apertura verso nuovi orizzonti di ricerca.
All’incontro parteciperà tra gli altri, tenendo una Lectio magistralis, il professor Jonathan Riley-Smith dell’Università di Cambridge, autore di “Breve storia delle crociate”, sicuramente uno dei più autorevoli storici su questo argomento.
Interpellato da ZENIT, il professor Roberto de Mattei, coordinatore scientifico del Corso di Laurea in Scienze Storiche e docente di Storia del Cristianesimo e della Chiesa all’Università Europea di Roma, ha detto di considerare innanzitutto “la storia come un’autentica conoscenza, volta, prima di tutto a esporre i fatti come sono avvenuti, e quindi a comprenderli non con le nostre categorie moderne, ma come li percepivano i contemporanei”.
“Ciò significa sfatare le ‘leggende nere’”, ha spiegato facendo riferimento all’ultimo film di Ridley Scott (“Le Crociate”) “in cui l’immagine di Saladino viene idealizzata come quella di un uomo saggio e illuminato, mentre i crociati sono dipinti come uomini venali, crudeli e soprattutto fanatici”.
Il professor de Mattei, che è anche Vice Presidente del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) con delega per il settore delle scienze umane, ha quindi richiamato quanto asserito dallo storico americano Thomas Madden, secondo cui “i cristiani consideravano le Crociate come azioni d’amore e di carità per opporsi ai conquistatori musulmani”.
“Lo storico di Cambridge, Jonathan Riley-Smith – ha poi aggiunto il docente –, in uno studio dedicato alla Crociata come atto d’amore, ha mostrato da parte sua come la ‘charitas’ fosse il punto di partenza delle Crociate”.
“Bisognerebbe rileggere questo saggio, che così bene si collega con la prima Enciclica di Benedetto XVI”, ha quindi invitato.
Secondo il professor de Mattei “le Crociate furono guerre difensive, mai aggressive”.
“Esse, iniziarono in seguito all’invasione islamica delle terre cristiane e alla devastazione dei Luoghi Santi. Basti ricordare la distruzione parziale del Santo Sepolcro da parte del Califfo Hakim nel 1009”, ha detto.
“Le Crociate furono promosse dai Papi per liberare la Terra Santa e particolarmente il Sepolcro di Cristo dalle mani degli infedeli” e costituirono “un intervento in difesa della fede e della civiltà dell’Occidente cristiano minacciato dall’espansione islamica”, ha sottolineato.
Infatti, ha spiegato, il Cristianesimo è fondamentalmente “una religione interiore che si propone innanzitutto la conquista delle coscienze e dei cuori e che poi, dall’interno, trasforma la società”.
“La radice spirituale delle Crociate è la medesima del martirio: la disposizione a versare il sangue per la propria fede, che nei crociati è simboleggiata dal signum super vestem: la croce rossa sull’abito bianco. La Crociata è, come il martirio, una costante dell’animo cristiano”, ha aggiunto.
“Se il martirio è l’atto con cui il cristiano è disposto a sacrificare la sua vita per preservare la propria fede, la Crociata è l’atto con cui il cristiano è disposto a combattere, fino ad offrire la propria vita, per il bene soprannaturale del prossimo”, ha affermato De Mattei.
“Anche sotto questo aspetto, l’idea di Crociata non è solo un evento storico circoscritto al Medioevo, ma è una categoria antica e perenne dell’animo cristiano che nella storia conosce momenti di eclisse, ma che sotto diverse forme è destinata a riaffiorare”, ha poi concluso.
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