(Vaticano) Non esiste distinzione tra clonazione riproduttiva e terapeutica

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INTERVENTO DELLA SANTA SEDE ALLA 6a COMMISSIONE
DELL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE
SUL PUNTO 150:
“INTERNATIONAL CONVENTION AGAINST
THE REPRODUCTIVE CLONING OF HUMAN BEINGS”

(Convegno Internazionale contro la
clonazione umana per scopi riproduttivi),
22.10.2004


INTERVENTO DI S.E. MONS. CELESTINO MIGLIORE

Sig. Presidente,

La clonazione umana è presente nell’agenda delle Nazioni
Unite dalla fine del 2001.

Dall’inizio, è apparso chiaro che, nonostante il titolo
della voce in agenda sia “Convegno Internazionale contro
la clonazione di esseri umani a scopo riproduttivo”, lo
scopo di questo sforzo è stato in effetti quello di
trovare una cornice giuridica che possa consentire e
accelerare l’avanzamento della scienza medica, nel
reperimento e uso di cellule staminali, e di identificare
e bandire quelle pratiche che non rispettano la dignità
umana.

Da un punto di vista puramente scientifico, i progressi
terapeutici già ottenuti con le cosiddette cellule
staminali adulte, soprattutto da midollo osseo, sangue
di cordone ombelicale ed altri tessuti maturi, appaiono
molto promettenti.
La clonazione embrionale, da parte sua, è ancora molto
lontana dal conseguire i progressi che i suoi
sostenitori suggeriscono.
Deve ancora esserci un ben definito successo clinico
legato all’uso di staminali embrionali clonate, persino
negli esperimenti sugli animali.
Il lavoro che ci vorrà nella sperimentazione su esseri
umani richiederà un tempo lunghissimo, e questi ostacoli
potrebbero non venire mai oltrepassati.

D’altronde, la distinzione che a volte si fa fra
clonazione riproduttiva e terapeutica sembra surrettizia.
Entrambe coinvolgono lo stesso processo tecnico di
clonazione e differiscono solo nell’obiettivo.
Entrambe le forme di clonazione comportano mancanza di
rispetto per la dignità dell’essere umano.
Infatti, dal punto di vista etico e antropologico, la
cosiddetta clonazione terapeutica, creando embrioni umani
con lo scopo di distruggerli, anche se affrontata con lo
scopo di aiutare possibilmente dei malati in futuro, pare
chiaramente incompatibile col rispetto della dignità
umana, rendendo la vita umana niente più che uno strumento
come un altro.
Inoltre, dato il fatto che embrioni clonati sarebbero
indistinguibili da altri creati con fertilizzazione in
vitro e potrebbero essere impiantati in utero e portati
avanti fino alla nascita, crediamo che sarebbe
praticamente impossibile imporre un metodo che permettesse
un tipo di clonazione mentre se ne bandisce un altro.

Se la ricerca sulle cellule staminali adulte ha già
dimostrato di essere in condizione di ottenere successi e
non solleva questioni etiche, è ragionevole che la scienza
persegua questa via prima di affrontare la via della
clonazione di embrioni per ottenere cellule staminali, il
che permane problematico sia dal punto di vista scientifico
che da quello etico.

Questo significa che noi ci opponiamo al progresso
scientifico?
Diremmo piuttosto che la scelta non è fra scienza ed etica,
ma fra scienza responsabile dal punto di vista etico e
scienza che non lo è.

Migliaia di vite sono state salvate da staminali adulte,
specialmente nel trattamento di leucemia ed altri tumori.
Una solida evidenza scientifica ha dimostrato che i
trapianti da staminali adulte sono sicuri, e risultati
preliminari indicano che potrebbero aiutare malati di
morbo di Parkinson, problemi alla spina dorsale,
cardiopatie e numerose altre menomazioni.
Il pericolo è che il progresso in questo settore venga
fermato o rallentato dal dirottamento di attenzione e
risorse verso la clonazione umana in quanto potenziale
sorgente di cellule staminali.

Sig. Presidente, la mia delegazione gradirebbe concludere
le sue osservazioni con due punti finali.
Prima di tutto, questo Comitato e l’Assemblea Generale
appaiono appropriate per queste deliberazioni, dal momento
che le questioni relative alla clonazione embrionale umana
non conoscono confini di geografia, cultura o stagione.
Ma ancora più importante è il fatto che l’oggetto di
questa particolare direzione scientifica concerne la
natura e l’esistenza della stessa vita umana.
D’altra parte un organismo sovranazionale ha una
competenza che abbraccia la questione in tutta la sua
ampiezza.
Tale questione – di interesse vitale per la razza umana
oggi e nel futuro – appartiene in modo precipuo a questo
organismo universale.

In conclusione, la Santa Sede rimane convinta della
saggezza di uno strumento giuridico internazionale che
bandisca nel suo complesso la clonazione di embrioni
umani.

La ringrazio, Sig. Presidente