(Tempi) ”Johannesburg? Un successo”

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TEMPI — Sezione: In primo piano —
Rubrica: Intervista


Numero: 37 – 12 Settembre 2002

Il segretario di Giustizia e pace non condivide i giudizi negativi: «In Sud
Africa tanti progetti approvati e la volontà di combattere la povertà»

Le conclusioni del Summit mondiale sullo Sviluppo sostenibile che si è
appena concluso a Johannesburg non sono poi così male. I risultati
raggiunti, in termini di impegno dei governi e di progetti concreti sono
molti di più di quelli discussi e mai realizzati a Rio de Janeiro». Questo
il primo commento a caldo di S. E. mons. Giampaolo Crepaldi, Segretario del
pontificio Consiglio Giustizia e Pace, in merito alla conclusione del
vertice mondiale sull’ambiente.
«Nonostante le incomprensioni che hanno caratterizzato i lavori – ha
continuato mons. Crepaldi – bisogna considerare che sono stati approvati 562
progetti ed ai Paesi poveri verranno messi a disposizione 1,5 miliardi di
Euro. È pur vero che, come la delegazione della Santa Sede ha sottolineato,
non ci sarà sviluppo vero, senza un reale impegno nella promozione integrale
della persona, ma da qualche parte bisogna pur cominciare».
Le associazioni ambientaliste, dopo aver minacciato in varie occasioni di
ritirarsi, hanno parlato di totale fallimento…
«Capisco la loro delusione, d’altro canto l’approccio culturale che ha
caratterizzato il Summit è molto diverso da quello tipico delle associazioni
ambientaliste. Avrebbero voluto mettere sul banco degli imputati lo sviluppo
dei Paesi ricchi, considerato da alcuni gruppi ambientalisti come la causa
prima dell’inquinamento, invece si è discusso soprattutto di come vincere il
sottosviluppo, che nella realtà è risultato come il principale problema da
risolvere. Molti gruppi ecologisti chiedevano misure per limitare consumi e
legislazioni restrittive per i progetti di sviluppo, mentre sia gli Stati
Uniti che la gran parte dei Paesi in Via di sviluppo, sono sembrati
favorevoli a misure espansive, sia nel commercio che negli investimenti
infrastrutturali. È vero che esistono problemi ambientali seri, ma questi
non possono essere risolti solo con planetarie dichiarazioni di intenti. Da
parte sua la Santa Sede è favorevole al’utilizzo di tutti i mezzi più
moderni per il progresso dei popoli, ma non ci sarà soluzione vera ai
problemi se insieme a tecnologia, scienza ed investimenti non ci si impegna
per uno sviluppo integrale dell’uomo. Il protagonista della lotta alla
povertà e all’aiuto allo sviluppo è l’uomo. I poveri non sono meri clienti
da trasformare in consumatori. La crescita umana è un beneficio per il mondo
intero, per questo la Chiesa propone l’evangelizzazione e promozione umana
sia nei confronti dei Paesi poveri che di quelli ricchi».
La britannica Clare Short, Segretario del Regno Unito dell’International
Development, ha proposto il libero aborto e la contraccezione come misura
sanitaria di base, sollevando una discussione che ha visto le diverse
delegazioni dividersi…
«Le preoccupazioni riguardanti la presunta “bomba demografica” sono ormai
superate. La realtà mostra che tutte le previsioni sulla crescita
demografica devono essere ridimensionate e che i programmi adottati per la
riduzione delle nascite non hanno portato nessun beneficio, anzi hanno
pesantemente violato il diritto alla vita e i diritti umani fondamentali di
milioni di donne e uomini. È interessante notare che questa volta la
posizione della Santa Sede è stata condivisa dagli Stati Uniti e da un
foltissimo gruppo di Paesi in Via di Sviluppo. Deludente invece la posizione
dell’Unione Europea che, ad eccezione della delegazione italiana, su questo
punto ha sposato le posizioni anti vita».

di Gaspari Antonio

(c) 2002 – Editoriale Tempi duri s.r.l.