IN EUROPA LE STREGHE CATTOLICHE BRUCIANO ANCORA
Giorgio Salina 1
Tempi n° .23 del 31 maggio 2005
L’Europa non ha mai conosciuto sessanta anni consecutivi di pace. Questo risultato lo dobbiamo all’intuizione di un poker di giganti: Alcide De Gasperi, Konrad Adenauer, Robert Schuman e Claude Monet. Guarda caso, tutti cattolici. Un altro fattore molto significativo è il dialogo interculturale euro-mediterraneo avviato dalla precedente Commissione esecutiva, quella presieduta da Romano Prodi. Il quale però ha commesso anche un errore gravissimo. Come ha affermato il suo capo di Gabinetto al Parlamento europeo, nel costituire il Comitato Romano Prodi ha deliberatamente scelto di escludere gli uomini di religione, perché, a detta dell’ex capo Commissario, la religione divide, rende più difficile il dialogo. Sapete da chi è rappresentata l’Italia in questo Comitato? Li ha scelti Prodi: Umberto Eco e Tullia Zevi, che saranno persone degnissime, ma non pare esauriscano il patrimonio culturale che è presente in Italia. D’altra parte abbiamo già cominciato a vedere i risultati di tale impostazione. Il Comitato è venuto al Parlamento europeo ad illustrare il suo lavoro, e la presidentessa del Comitato, ha esordito dicendo: «Io sono un’insegnante marocchina e una donna musulmana». Nessun altro ha detto: «Io sono un membro cattolico, o cristiano, di questo Comitato».CATTOLICI PER LA LIBERA SCELTA
La cultura cristiana, ed in particolare la Chiesa cattolica, al Parlamento europeo incontrano una ostilità manifesta e diffusa. È con profondo dispiacere che si dice questo, ma è la realtà. Negli ultimi anni Giovanni Paolo II aveva fatto ben 700 interventi per difendere il riferimento alle radici cristiane dell’Europa nel Preambolo della Costituzione. Come sapete, tutti gli appelli del Papa sono stati respinti in sede europea. Quando i polacchi per evitare il problema del nome cristiano, hanno proposto di introdurre nella Costituzione una invocatio Dei, cioè un riferimento a Dio, questo è stato definito «superstizione». D’altro canto è inequivocabile il fatto che Buttiglione sia stato bocciato, proprio perché cattolico. Perché un cattolico alla Comunità europea è ritenuto un ostacolo alle politiche delle grandi multinazionali farmaceutiche che hanno investito enormi risorse economiche nella ricerca sulla clonazione, sulle staminali embrionali e sulla varia gamma di prodotti contraccettivi, abortivi e di sterilizzazione. Da quando il presidente americano George W. Bush ha tagliato i finanziamenti a questi settori, l’Europa è il maggior finanziatore delle campagne abortive e di sterilizzazione nel mondo. E questo nessuno lo dice. Queste politiche sono appoggiate da un’organizzazione sulla quale vale la pena soffermarsi. Il suo nome è “Catholic for a free choice”: cattolico per una libera scelta, organizzazione in realtà apertamente anticattolica e sostenuta da varie consorterie antipetrine. Tanto per fare un esempio è la “Catholic for a free choice” l’organizzazione che ha distribuito un questionario a tutti i deputati europei suggerendo le domande da fare a Buttiglione per arrivare a bocciarlo.
Sul caso Buttiglione c’è poi un’altra cosa da ricordare. Spento il rumore delle polemiche, un mese e mezzo dopo i fatti, in Commissione affari costituzionali del Parlamento un anglicano liberale e un laburista inglesi hanno detto che bisognava rivedere la procedura perché con Buttiglione sono state giudicate le idee e non i programmi. E questo è contrario alla Carta dei diritti fondamentali ed è contrario allo spirito della Costituzione Europea. In Italia nessun giornale ha ripreso questa notizia, nessuna rete televisiva o radiofonica.
COMMISSIONE SULLA SALUTE RIPRODUTTIVA
Un altro esempio della cristianofobia che si respira in Europa? Nella legislatura precedente esisteva una “Commissione per la parità uomo-donna”. Adesso non si chiama più così, ma “Commissione per la parità dei diritti e dei generi”, cioè per l’equiparazione dei diritti di omosessuali, lesbiche ed etero-sessuali, inclusi matrimonio, adozione e via discorrendo. I temi proposti in questa Commissione sono quelli legati alla cosiddetta “salute riproduttiva”. Terminologia che sembra molto suggestiva, ma che nel vocabolario diplomatico internazionale (a cominciare dall’Onu) significa diritto all’aborto, eugenetica, programmi di contraccezione e di sterilizzazione. In occasione di una delle prime riunioni di questa nuova Commissione, il vicepresidente, un olandese, ha dichiarato: «Io non ho problemi ad affrontare questi temi, però a una condizione, che non perdiamo più tempo a confutare le sciocchezze che dice il Vaticano. Le ignoriamo e andiamo avanti a parlare seriamente». Queste sono cose di una gravità eccezionale, perché tutto ciò significa che le mie convinzioni sono ritenute socialmente e politicamente insignificanti e da segregare tutt’al più nel “privato”. E quanti di voi sanno che Giovanni Paolo II è stato denunciato all’Alto Commissario dell’Onu, con votazione a maggioranza dal Parlamento europeo, per violazione dei diritti umani?
Sono stati tre i tentativi per accusare il Papa: uno è andato in porto gli altri due no. Uno per un episodio successo in Africa agli inizi degli anni Novanta, che ha coinvolto alcuni preti che avevano commesso degli abusi: ed hanno accusato il Papa di nascondere i rei, invece di consegnarli all’autorità giudiziaria. Il secondo perché il Papa insieme al Patriarca greco-ortodosso impedisce alle donne di salire al monte Athos. Ma la terza è ancora più significativa: hanno proposto di denunciare il Papa perché non riconosce pari opportunità alle donne (nella Chiesa) rispetto agli uomini, cioè non consente loro il sacerdozio e quindi non potranno divenire né vescovi, né papi. Vien da sorridere, ma è significativo considerare come questo episodio si è svolto: era un venerdì pomeriggio, al Parlamento europeo solitamente il venerdì pomeriggio non c’è più nessuno. Allora un gruppo di deputati radicali e di sinistra si sono fermati, tanto da avere il numero legale ed hanno ottenuto dal presidente del Parlamento di iscrivere questo argomento all’ordine del giorno con procedura di urgenza. Un precedente di tale procedura d’urgenza è stata la guerra nel Kosovo.
Per una di queste occasioni le promotrici sono state tre deputate olandesi, e il motivo di fondo è questo: in quel periodo, in Olanda c’era il referendum sull’eutanasia e l’unica autorità morale che si opponeva all’eutanasia prendendo la difesa dei diritti dell’uomo era la Chiesa. Il loro obiettivo era screditare la Chiesa, annullare la sua autorità morale, e per questo hanno fatto tali belle cose.
TANTA VOGLIA DI PACE
Gli episodi sono tantissimi e alcune volte nelle Commissioni, quando si sentono certi attacchi violenti e volgari contro la Chiesa, viene davvero un grosso groppo alla gola, soprattutto perché quasi mai i deputati cattolici prendono posizione. E ciò è molto grave perché a lungo andare si cristallizza l’idea che la posizione culturale e politica condivisa è quella che ho descritto prima.
Nella presentazione del “Programma quadro sul piano quinquennale della cultura”, il relatore ha detto che la ricchezza dell’Europa è la diversità delle culture, che vanno protette, vanno incentivate; tutte le culture, persino quella cattolica, a condizione che non pretenda di mettere il naso nelle questioni sociali e politiche.
A proposito del Trattato costituzionale la giustificazione più diffusa da parte di taluni cristiani che l’hanno approvata (prodiani e cattolici democratici, ndr) è che il testo è impregnato di riferimenti a valori cristiani come la pace, la solidarietà, la giustizia, la dignità umana, la libertà. Il fatto è che questi cristiani si dimenticano di dire che ad esempio non c’è la difesa della vita e la sua promozione, né viene difesa la famiglia naturale. Queste cose non ci sono nella Costituzione, anzi in essa ci sono le premesse giuridiche perché venga riconosciuta la famiglia omosessuale, il diritto fondamentale all’aborto, all’uso degli embrioni umani, all’eugenetica.
1 Consigliere diplomatico della Nunziatura Vaticana presso la Comunità europea