Le radici gnostiche della cultura della droga

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\"\"Mario Arturo Iannaccone, “La Rivoluzione psichedelica”. Le radici gnostiche della cultura della droga, SUGARCO EDIZIONI. pp. 400, Euro 25,00, ISBN: 8871985613

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Rivoluzione psichedelica. La Cia, gli hippies, gli psichiatri e la rivoluzione culturale degli anni Sessanta di Mario Arturo Iannaccone (Sugarco Edizioni, 2008 Euro 25) è un libro importante, che sarebbe utile far conoscere ai cattolici. Si tratta di un impressionante resoconto dell’opera di quei cattivi maestri che, a partire dagli anni Cinquanta, diffusero nella cultura l’imperativo dell’edonismo assoluto, il diritto al godimento senza limiti e l’idea che potesse esistere una specie di religiosità atea. L’occasione per rilanciare questo messaggio furono potenti sostanze chimiche, appena scoperte, chiamate psichedelici o allucinogeni, come l’LSD, la psilocibina e la mescalina. La loro caratteristica più importante è che esse sono in grado di indurre stati psicologici molto particolari, che furono paragonate agli stati unitivi della tradizione spirituale cristiana. Una schiera d’importanti intellettuali agnostici (e gnostici) iniziarono a concepire l’esperienza mistica come una condizione che può essere facilmente indotta per via chimica e farmacologica, e che dunque non ha mai nulla di soprannaturale. Questo li portò a sostenere che la religione rivelata altro non è che una sovrastruttura, e a ispirare un attacco senza precedenti, – perché ritenuto finalmente “scientifico” – contro la teologia spirituale cristiana. Iannaccone dimostra, dall’originale punto di vista scelto per il suo libro, che la diffusione massiccia delle droghe psichedeliche segnò un momento importante, e comunque non secondario, della fase terminale della scristianizzazione della società occidentale negli anni Sessanta; proprio in seguito alla riflessione avviata su queste sostanze da molti della esponenti della cultura.
L’impiego degli allucinogeni si concentrò in particolare sull’LSD, una sostanza capace di sconvolgere la percezione della realtà. Chi la assume può avere l’impressione di realizzare un’esperienza mistica, e ciò metterebbe in questione i fondamenti dell’esperienza spirituale cristiana, soprattutto quella dei santi e dei contemplativi. Gli psichedelici furono diffusi inizialmente nell’ambito di programmi sperimentali che coinvolsero centinaia d’istituzioni accademiche. Decine di migliaia di persone, soprattutto giovani – soldati, detenuti e studenti – furono esposte a queste nuove, potenti droghe. Che iniziarono a circolare nelle comunità artistiche e nelle università. L’LSD fu adottato come farmaco sperimentale anche da migliaia di psicologi, psichiatri e psicanalisti che intendevano curare l’alcolismo, i disordini dell’umore e i comportamenti devianti in genere. Fu a questo punto che qualcuno, come lo scrittore inglese Aldous Huxley, iniziò a vedere negli psichedelici qualcosa di più. Alla ricerca di un antidoto ai propri, personali tormenti, Huxley si dedicava da decenni alle pratiche meditative più singolari alla ricerca dell’“illuminazione”. Nel 1953, dopo che un allucinogeno gli ebbe donato “il nirvana” cominciò a diffondere l’idea che la religione non fosse che una pallida imitazione dell’estasi chimica. Espose la sua tesi nel libro Le porte della percezione (1954) che ebbe vasta eco. La moda dilagò tra i personaggi del jet-set. Timothy Leary, un professore di psicologia, fondò a Millbrook, vicino a New York, una comune ispirata agli scritti di Aldous Huxley dove tutto ruotava attorno a quello che veniva chiamato “il nuovo sacramento”, ovvero l’LSD. Millbrook divenne meta di pellegrinaggio per quanti intendevano raggiungere “la verità” o conseguire “la visione beatifica” solo inghiottendo qualche capsula. Nei primi anni Sessanta, l’élite artistica, letteraria e musicale d’America, passò per una “terapia di decondizionamento mistico” che comprendeva una dose di LSD. Un esperimento condotto il giorno della Pasqua del 1963, in una chiesa di Boston, da un gruppo di psicologi e teologi di tendenza liberale, si propose di dimostrare che l’esperienza indotta dagli psichedelici era “più spirituale” di quella naturale (questo esperimento passò alla storia con un nome ironico: il Miracolo della Marsh Chappel). Contemporaneamente, il chiassoso “movimento hippy” portò la rivoluzione psichedelica nelle strade, fra milioni di giovani e adolescenti. Haight-Ashbury, un quartiere di San Francisco, si popolò di giovani che stabilirono un’economia basata sugli allucinogeni. Qui fu celebrata, nell’estate del 1967, la Summer of Love, un raduno per celebrare la nascita della “Nuova Era dell’amore”. Questa moda scatenò, su tutti i media, un ampio dibattito nel quale l’attacco alla religione cristiana (e al cattolicesimo in particolare) divenne comune; l’argomento più usato era proprio la presunta capacità degli psichedelici di sostituire preghiere ed estasi religiose.
Il consumo degli psichedelici divenne un fenomeno di massa coinvolgendo decine di milioni di giovani, in America ed Europa. Diede la sua impronta alle arti, al pensiero, alla letteratura. Chi fu toccato dall’estasi chimica si sentì attratto dall’Oriente, dal Vedanta e dal Buddhismo. Inoltre, le percezioni sperimentate sotto l’effetto delle sostanze sembravano confermare la giustezza dell’impostazione gnostica e delle dottrine orientali e rafforzò la moda culturale del ritorno all’Oriente.
Secondo Iannaccone, il movimento psichedelico fu un’ondata carismatica alimentata da una sostanza chimica, se non una vera e propria parodia pentecostale. Quando la sua marea si ritirò, il New Age e i movimenti del potenziale umano acquistarono una forza e una diffusione inedita. Oggi, un vasto movimento di ricercatori e scienziati chiede la liberalizzazione di nuove sostanze, ormai potentissime. Non sono più chiamate psichedeliche ma enteogene (cioè “rivelatrici del divino che è in noi”). Il che dimostra che la rivoluzione psichedelica è stata, fondamentalmente, una delle forme più insidiose della gnosi di ritorno.
Rivoluzione psichedelica di Mario Arturo Iannaccone si raccomanda per la grande ricchezza di dettagli, la narrazione serrata e scorrevole, e la chiarezza degli assunti. Una ricerca originale e importante (oltre che sconvolgente) che rievoca il clima culturale dei “favolosi anni Sessanta” aiutando a comprendere meglio anche molti aspetti della cultura dei nostri anni e la profondità dello sconvolgimento inflitto alla cultura occidentale da quelle correnti progressiste, radicali e gnostiche-liberali che oggi stanno segnando nuovi, e sempre più vistosi, progressi.
http://www.rivoluzionepsichedelica.com/