Le apparizioni di San Michele

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San Michele è sicuramente la creatura del Paradiso che più frequentemente ha fatto visita agli uomini sulla terra durante i secoli della storia; ed è facilmente comprensibile, vista la sua specifica natura di combattere contro le forze dell’inferno in difesa della fede e dei figli della Luce.



di Massimo Viglione


Gli interventi dell’Arcangelo nella storia umana sono talmente numerosi da renderne possibile solo una breve elencazione, per poi approfondire esclusivamente quelle che certamente furono le più importanti e sacre di tutte le apparizioni, quelle avvenute al Monte Gargano.


Gli interventi in difesa della Cristianità


A partire dal combattimento contro Lucifero, san Michele è spesso intervenuto personalmente in aiuto di Sovrani, uomini o eserciti che combattevano contro i nemici di Dio e della Chiesa. Alcuni di questi interventi sono celeberrimi, come l’apparizione a santa Giovanna d’Arco, altri meno: vediamo i più importanti tramandatici da antiche tradizioni.


Si dice apparve tre volte all’Imperatore Costantino: la prima fu in occasione della famosa visione della Croce prima della battaglia definitiva con Massenzio (dopo il suo trionfo per riconoscenza Costantino concesse libertà di culto al Cristianesimo); le altre due volte sempre per aiutarlo nelle battaglie contro i suoi nemici. Fatto sta che Costantino fece edificare un gran numero di chiese al suo celeste protettore.


Varie furono poi le sue apparizioni in Spagna e Navarra durante i primi secolo dell’invasione musulmana, ancor prima che gli spagnoli si consacrarono a San Giacomo, come testimoniano varie chiese a lui dedicate. Specie nel Regno di Valenza la sua protezione fu grande; si narra che un giorno alcuni fanciulli cristiani presero un effige dell’Arcangelo e la portarono in una moschea: gli infedeli lì presenti anziché reagire male si convertirono al Cristianesimo sul momento.


Apparve poi al Re Alfonso prima della battaglia per liberare Saragozza dopo quattro secoli di tirannia saracena, promettendogli la vittoria. II Re gli fece dedicare una grande chiesa, San Michele dei Navarrini.


Speciale è la protezione che l’Arcangelo aveva per la Monarchia francese. Clodoveo, primo Re dei Franchi a convertirsi al Cristianesimo, lo vide combattere al suo fianco, e per conoscenza gli consacrò la Francia insieme a san Remigio vescovo di Reims: tutti i re di Francia, quando salivano al Trono, ripetevano l’atto di consacrazione in suo onore (il primo a rompere la sacra tradizione fu Luigi XV). In particolare fu proprio Carlo Magno il sovrano che più fu devoto all’Arcangelo (e infatti, si videro gli straordinari risultati…).


Celeberrima è poi l’apparizione alla Pulzella d’Orlèans, che condurrà alla salvezza del Regno di Francia. La Francia nel 1415 era sull’orlo dell’abisso, la maggior parte del suo territorio era sotto occupazione inglese, e il Re Carlo V era un inetto. San Michele le apparve la prima volta all’età di tredici anni, profetizzandole il suo futuro ruolo nella salvezza del suo Regno. Tutti conosciamo la storia meravigliosa e miracolosa di santa Giovanna d’Arco, come ella, sotto la guida dell’Arcangelo, all’età dì 18 anni e senza cultura alcuna, guidò gli eserciti demoralizzati e soccombenti, di vittoria in vittoria, la più importante delle quali fu quella di Orlèans, avvenuta proprio l’8 maggio, giorno dell’apparizione di San Michele al Gargano.


San Michele aiutò apertamente anche il Re del Portogallo Don Alfonso Enriquez, che lo aveva invocato nella battaglia decisiva contro i mori, tanto che nessun portoghese morì e nessun saraceno restò in Portogallo. Dopo questo miracoloso intervento il suddetto Re e il Re di Francia Luigi XI istituirono due Ordini Militari dedicati a san Michele.


Altri prodigiosi interventi che si ricordano furono quello nei confronti del Duca di Cracovia nella sua guerra contro i lituani (san Michele fu poi proclamato protettore del Regno di Polonia), e quello in difesa del Re ungherese Belisario contro Maometto II.


Da ricordare infine la visione del vescovo di Pechino mons. Favier ebbe della Vergine e di san Michele il 15 agosto 1900, durante l’assedio che gli europei dovettero sostenere contro gli assalti furiosi dei boxer cinesi.


Le apparizioni al Monte Gargano


Si tratta certamente delle più importanti apparizioni dell’Arcangelo finora mai avvenute, ricostruite sulla traccia del Liber de apparitione Sancti Michaelis in Monte Gargano, datato tra l’VIII e l’XI secolo. La prima apparizione avvenne nel 490 d.C. al vescovo di Siponto, san Lorenzo Maiorano.


Un ricco signore aveva perso un toro, che aveva poi avvistato sulla cima del Monte delle future apparizioni; non potendo arrivarvi a piedi, pensò di lanciargli contro una freccia, ma questa si rivoltò su se stessa e gli ferì il piede. Impaurito, il signore corse a raccontare l’inspiegabile evento al vescovo di Siponto, che ordinò tre giorni di pubbliche preghiere e penitenze: il terzo giorno, l’8 maggio, san Michele apparve al vescovo, e gli disse: “Io sono l’Arcangelo Michele, e sto sempre alla presenza di Dio. La caverna è a me sacra, è una mia scelta; io stesso ne sono il vigile custode (…) Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati degli uomini (…) Quel che sarà qui chiesto con la preghiera sarà esaudito. Và, perciò, sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano”.


Il vescovo non lo fece per paura dei pagani, essendo quello da tempo immemorabile un luogo per loro sacro.


Due anni dopo, Siponto era assediata dai barbari ancora pagani di Odoacre; di fronte alla sicura sconfitta, il vescovo ordinò nuovamente tre giorni di penitenza e preghiere pubbliche, finché non apparve nuovamente l’Arcangelo, promettendo la vittoria se i sipontini avessero subito contrattaccato. La popolazione entusiasmata subito ubbidì, e fu trionfo: era il 29 settembre. L’8 maggio successivo il vescovo con tutta la popolazione si recò sul monte, dove udirono meravigliosi canti angelici provenienti dalla grotta che si prestavano a consacrare. Spaventati e disorientati, decisero di chiedere al Papa, san Gelasio, cosa fare. Il santo Papa rispose che a sua opinione il giorno più adatto per la consacrazione era il 29 settembre, ma stabilì che si celebrasse un tributo alla Ss. Trinità affinché san Michele ispirasse i loro cuori.


II vescovo Lorenzo invitò per il 21 settembre altri sei vescovi della zona (oggi tutti santi) per celebrare il tributo: l’Arcangelo apparve a Lorenzo e gli disse: “Deponi il pensiero di consacrare la mia grotta, io l’ho eletta come mia reggia, e con gli angeli miei già l’ho consacrata. Tu ne vedrai i segni impressi, e la mia effige, l’altare il pallio e la croce. Voi soltanto entrate nella grotta, e sotto la mia assistenza innalzate preghiere.


Celebrate domani il Santo Sacrificio per comunicare il popolo, e vedrete come io sacrifico quel tempio”.


Tutto ciò accadde puntualmente il giorno 29 settembre 493, insieme ad altri prodigiosi miracoli di ogni tipo. Da quel giorno la grotta di Monte S. Angelo sul Gargano è l’unico luogo di culto al mondo non consacrato da mano umana, e da quel giorno non si contano i miracoli di ogni tipo e le strepitose guarigioni che sono avvenute per intercessione di san Michele.


In particolare dalla grotta scaturisce un’acqua miracolosa che gocciola lentamente dal masso circostante, i cui benefici effetti sono da secoli e qui secoli sotto gli occhi di tutti. L’ultima apparizione avvenne il 25 settembre 1656 all’arcivescovo Pucciarelli durante una gravissima epidemia di peste. San Michele disse: “Sono l’Arcangelo Michele. Chiunque adopererà i sassi di questa grotta sarà liberato dalla peste. Benedici i sassi, scolpendo su di essi il segno della Croce e il mio nome”.


Così fu. Da allora da ogni luogo del mondo si richiedono frammenti dei sassi della grotta santa. Ancora oggi il Santuario, anche per la sua splendida e suggestiva posizione, è uno dei luoghi di culto più celebri al mondo.


Altre apparizioni.


Non è naturalmente possibile riportare in questo articolo tutte le numerosissime apparizioni, pubbliche e private, dell’Arcangelo avvenute in questi secoli. Ci limitiamo a ricordare solo alcune più significative e conosciute che la tradizione ci ha tramandato.


A Giovanni Evangelista apparve Dio in persona a chiedergli di consacrare una chiesa per San Michele, quella di Conas in Frigia, nella quale avvennero strepitosi miracoli e conversioni.


San Michele apparve all’imperatore Marciano per guarirlo dalla lebbra; nel 709 a S. Uberto in Francia, dalla cui apparizione nacque il culto e la meravigliosa cattedrale di Mont Saint-Michel, strettamente legato a quello garganico; quindi apparve in Irlanda, in Messico ad un indio, in varie località del Regno di Napoli (a Procida salvò gli abitanti dal pirata Barbarossa) e in tanti altri posti. Apparve anche a molti Santi, fra i quali a sant’Agnello a Napoli per incitarlo ad andare anch’egli sul luogo di una battaglia con i mori (che poi appunto fu vinta), a santa Brigida di Svezia ed alla figlia santa Caterina. In particolare da ricordare sono le due apparizioni a San Francesco d’Assisi, la prima sul Monte Verna, nella quale confermò al Santo la veridicità della tradizione che voleva che la fenditura del Monte si fosse prodotta nel momento della morte del Salvatore, o la seconda in occasione delle stimmate, come conferma san Bonaventura.


Quindi la famosissima apparizione a Roma nel 690 d.C. sulla Molo Adriana, oggi Castel S. Angelo, sul quale ancora troneggia l’imponente statua a lui dedicata che lo raffigura nell’atto di riporre la sua spada, a simbolo della fine della grande peste che aveva colpito Roma. Il tutto avveniva mentre Papa san Gregorio Magno portava in processione l’effige della Vergine per chiedere appunto la grazia della fine della pestilenza: san Michele e gli angeli intonavano il celebre inno Regina Coeli, ancora oggi cantato in tante chiese nel mondo nel periodo pasquale.


Queste solo per citare le più eclatanti apparizioni con le quali il santo Arcangelo ha sempre voluto testimoniare la sua vicinanza a chi lotta e soffre por amore di Dio.



Radici Cristiane – Anno I – nº7, settembre 2005, pp. 34-37