L’albero della vita

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LOUIS DE WOHL, L’albero della vita, BUR, Italia , 2004, pp. 366, € 9,00

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L’albero della vita è l’appassionata ed appassionante ricostruzione di un fatto storico: il ritrovamento della Croce di Cristo, unico e vero albero della vita.
L’autore è "il solito" Louis De Wohl, scrittore intenso ed autorevole, compositore di romanzi storici ambientati in momenti cruciali della storia cristiana e quindi della storia umana.
Louis De Wohl (1903 – 1961), tedesco di padre ungherese e madre austriaca, fuggì dalla Germania hitleriana nel 1935. Fu capitano nell’esercito britannico durante la seconda guerra mondiale, fu instancabile viaggiatore ed astronomo, ma soprattutto fu scrittore di fama mondiale. Tra le sue opere ricordiamo le biografie romanzate di don Giovanni d’Austria (L’ultimo crociato BUR, Italia , 2001, pp. 405, € 9,30), di san Tommaso d’Aquino (La liberazione del gigante BUR, Italia , 2002, pp. 400, € 9,50), di santa Caterina, di san Benedetto e del centurione Longino (questi ultimi non ancora tradotti in Italiano).
Ne L’albero della vita l’Autore tratteggiando la vita di grandi figure storiche quali Elena, Costanzo e l’imperatore Costantino, conduce i propri lettori nel cuore dell’Impero Romano del IV secolo, dalla periferia della Britannia ai vertici dell’Impero, Roma. Il momento storico risulta decisivo non soltanto per la storia dell’Impero Romano ma dell’intera umanità.
De Wohl narrandoci dunque le grandi vicende dell’Impero Romano, dalle battaglie condotte per difendere i confini con le popolazioni nordiche, alle lotte intestine per la conquista del titolo imperiale, ci invita a seguire il cammino di fede dei primi cristiani, dalla persecuzione fino al martirio, attraverso il cammino di conversione e di ascesi di Elena, figura centrale del romanzo, che compirà la sua vocazione nel ritrovamento della vera Croce di Cristo.  Grande risalto viene giustamente dato nel libro alla grandezza, seppur segnata de forti contraddizioni, della figura di Costantino, al quale sono da ascrivere grandi meriti storici e politici. Ben descritta la suggestiva e decisiva battaglia di Ponte Milvo (28 ottobre 312), prima della quale Costantino, a seguito di un’ispirazione, fece inscrivere la Croce di Cristo su tutti gli elmi e gli scudi dei suoi soldati, riportando così la vittoria che gli consentirà di riunificare il potere imperiale nelle proprie mani.
Il libro potrebbe dunque essere (a ragion veduta) considerato semplicemente come la biografia di Elena, biografia magistralmente tratteggiata e inserita all’interno di un affresco avvincente della vita dell’Impero romano del IV secolo, tuttavia non è solo questo. De Wohl trascina e coinvolge il lettore fino al cuore del problema umano, di ciascun uomo: che cosa è la verità? e che nesso c’è tra la verità (se mai ce ne fosse una) e Gesù Cristo (via, verità e vita)? Ma non lascia in sospeso questa domanda, anzi tutto il libro è in questo senso un lavoro di ascesi fino al raggiungimento dell’unica risposta ragionevole possibile: infatti in uno dei passaggi decisivi del libro l’Autore (attraverso il legato Curione che parla a Costanzo Cesare) afferma che la fede cristiana "non è una dottrina filosofica ma una serie di fatti" testimoniati storicamente e ragionevolmente verificabili con il solo uso della ragione, di una ragione umana, cioè spalancata al reale. La scoperta della Vera Croce è dunque un fatto, è un ulteriore conferma della storicità del Vangeli e della storicità dell’uomo Gesù di Nazareth, vero uomo e vero Dio.
Tutto il libro è dunque l’appello di Dio alla decisione ultima del cuore dell’uomo. Decisione ultima per la quale è possibile dare la vita.

Francesco Lipari