Da pochi anni, in Italia, una rivista, «Il Timone»
[Cfr. http://timone.totustuus.info/], ha rilanciato
a livello popolare una disciplina che si credeva
morta, l’apologetica.
Questo termine, da troppo desueto, ha finito per
caricarsi di una valenza laudatoria e trionfalistica
che nulla ha a che vedere col significato originario
della parola.
L’apologetica, infatti, non è altro che una piana
esposizione delle ragioni per credere nel cristianesimo
cattolico.
Non di rado i credenti si trovano di fronte a obiezioni
anche di carattere storico sui supposti «scheletri
nell’armadio» della storia cristiana.
Si tratta di spiegare e dipanare i nodi, raccontare le
cose come sono andate, perché la verità è il primo
dovere della carità cristiana: una carità che si deve
non solo all’interlocutore ma anche a tutti quelli che
ci hanno preceduto nei secoli.Proprio su un numero de «Il Timone», Vittorio Messori,
scrittore che da decenni pratica con successo
internazionale la disciplina dell’apologetica, nel
ristabilire la verità dei fatti a proposito di un
classico (preteso) «scheletro nell’armadio» della
Chiesa, la famigerata «strage della notte di San
Bartolomeo», ricordava le parole di un grande apologeta
laico, Jean Dumont: «Lavoro per stabilire la realtà dei
fatti –realtà che spesso è ben più favorevole alla
Chiesa di Roma di quanto non credano i suoi stessi
fedeli- perché sono convinto che è un modo per far
progredire l’ecumenismo. Questo sarà più agevole se
permetteremo ai protestanti di rispettare di più i
cattolici e il loro passato. Se mostreremo che non
siamo quei “mostri” che spesso credono, il dialogo
ne sarà grandemente avvantaggiato.Al contrario di quanto molti pensano oggi, accettare
acriticamente le accuse, senza verifica e senza
chiarire le circostanze che spieghino e magari
giustifichino, danneggia il clima ecumenico».
Queste parole, chiosava Messori, «mostrano come
l’impegno dell’apologeta sia nella linea del dialogo
realistico e, dunque, autentico; mentre quella resa
senza alcuna difesa che tanti cattolici praticano
lascia l’interlocutore nei suoi pregiudizi e, così,
lo rende più chiuso o, almeno, diffidente».Dumont, nello specifico, si riferiva ai protestanti, ma
quanto diceva può benissimo essere esteso a chiunque,
anche ai cattolici disinformati (e perciò de-formati).E’ questo il motivo che ha convinto alcuni del nutrito
staff de «Il Timone» a raccogliere in un volumetto agile
le obiezioni più ricorrenti e i temi più spinosi in
materia di cattolicesimo e storia del cattolicesimo.
Naturalmente, non tutti i temi sono stati trattati,
anche perché un’opera esaustiva richiederebbe più di un
volume (ma non è detto che altri non seguano).
Né ciascun tema è stato sviscerato fino in fondo e in
lungo e in largo, cosa che avrebbe richiesto altro tipo
di impegno e avrebbe disatteso il proposito di offrire
un manualetto di primo approccio alla materia.
Il metodo espositivo prescelto è quello delle domande
con risposta, per una più facile consultazione.
Una bibliografia stringata ed essenziale completa ogni
voce, per chi volesse approfondire per conto suo.Nelle intenzioni degli autori si tratta di un’operetta
da tenere sottomano per chiarirsi le idee o chiarirle
agli altri, ad uso proprio o, perché no, di insegnanti
di religione, per riflessioni personali o per
conversazioni più o meno polemiche.
In ogni caso, un libro che non dovrebbe mancare in
nessuna casa cattolica.
Per un armadio senza scheletri.Rino Cammilleri
Piccolo manuale di apologetica
CASA EDITRICE: PIEMME
ANNO: 2004
PREZZO: € 11.50 (184 pagine)