La notte delle zucche

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Paolo Gulisano e Brid O’Neill, LA NOTTE DELLE ZUCCHE, Editrice Ancora, Milano 2006. Pag. 96 euro 7,00; ISBN 88-514-0392-8

Da qualche anno, ormai, alla fine di ottobre siamo invasi da immagini di zucche, pipistrelli, e altre amenità in stile horror. E’la festa di “Halloween”, entrata perfino nel mondo della scuola: non pochi sono gli istituti scolastici,dalla scuola primaria a quella superiore, dove gli insegnanti fanno festa insieme ai bambini, tra giochi e disegni.
Da più parti, di fronte al crescere di questo fenomeno, si è cominciato a manifestare una certa preoccupazione: c’è chi vede in Halloween un ritorno a forme di "paganesimo", e chi invece un rito folkloristico e consumistico, una specie di innocuo carnevale fuori stagione.
Chi ormai più si ricorda, non solo tra i bambini e i giovani e a livello massmediatico popolare, la festività cristiana che Halloween va soppiantando: Ognissanti. Il 1 novembre, quando è ricordato nell’accezione cristiana dai mezzi di comunicazione, è praticamente confuso con la festività dei defunti, che cade in realtà il giorno dopo.
Eppure il nome Halloween altro non è che la storpiatura americana del termine – in inglese di Irlanda – All Hollows’ Eve:
La vigilia di Ognissanti. Questa antichissima festa arrivò negli States insieme agli emigranti irlandesi, e là si radicò, per subire poi, in tempi recenti, una radicale trasformazione.
Dagli schermi di Hollywood la moda di Halloween è arrivata così da qualche anno nella vecchia Europa.
Per conoscere bene la storia di Halloween, le sue origini, i significati dei simboli e cento altre curiosità è giunto in questi giorni nelle librerie un agile volumetto, scritto a quattro mani da Paolo Gulisano, uno dei più apprezzati esperti di Tolkien, di letteratura fantastica e di mitologia celtica, e da Brid O’Neill, studiosa irlandese di miti e folklore trapiantata negli Stati Uniti. I due autori portano i lettori indietro nei secoli, fino a quella grande festa celebrata sin dai più lontani tempi da parte dei Celti il 1 novembre.
Una festa antichissima che ha attraversato i secoli, con usi e costumi che nel tempo si sono ridefiniti ma che hanno conservato lo stesso significato.
I due autori ripercorrono il mito e la storia di Halloween, arrivando fino al grande caso letterario e cinematografico degli ultimi anni, quello di Harry Potter, nelle cui storie Halloween ricorre numerosissime volte, segnando- tra l’altro-la data dell’attacco di Voldemort ai genitori di Harry e la loro uccisione.
Un libro agile e godibilissimo, quello di Gulisano e la O’Neill, che costituisce una vera e propria guida ad Halloween.
Dalle origini precristiane, e più esattamente celtiche, quando il 1 novembre costituiva il capodanno celtico, alla evangelizzazione e alla trasformazione di questa festa, da parte della Chiesa in epoca Carolingia, nella ricorrenza dei Santi e dei defunti, gli autori ci portano fino all’attuale versione secolarizzata e deformata: una deformazione che comincia linguisticamente, facendo sparire quella bella parola irlandese che indica la santità, Hollow.
Come è potuto accadere che una tradizione plurisecolare cristiana abbia potuto diventare l’attuale carnevalata in stile horror?
Diciamo anzitutto che l’origine del “fenomeno” Halloween è tutta americana: quell’America dove giunsero milioni di emigrati irlandesi con la loro profonda devozione per i santi, un culto oltremodo fastidioso per la cultura dominante di derivazione puritana, che nella sua attuale versione secolarizzata ha deciso di scartare il senso cattolico di Ognissanti, trattenendo nella cosiddetta Halloween l’aspetto lugubre dell’aldilà, con i fantasmi, i morti che si levano dalle tombe, le anime perdute che tormentano quelli che in vita arrecarono loro danno: un aspetto che si tenta di esorcizzare con le maschere e gli scherzi.
Dagli schermi di Hollywood e dalle irrequiete città americane la messinscena di Halloween è arrivata così da qualche anno nella vecchia Europa: Ovviamente il vecchio continente non poteva rimanere a lungo senza adottare il nuovo “culto”; così vediamo diffondersi sempre di più da noi Halloween con il suo corteo di articoli più o meno macabri- teschi, scheletri, streghe- che non si propone come una forma di neopaganesimo, non come un culto esoterico, ma semplicemente come una parodia della religiosità cristiana autentica, a fini prevalentemente consumistici: vendere un po’ di prodotti carnevaleschi in più, (il cosiddetto merchandising di HaIloween) maschere, teschi, zucche, mantelli cappellacci e altro, nonchè spazi pubblicitari nei film dell’orrore mandati sulle reti televisive.
Halloween è proposta commercialmente come una festa giovane, divertente, diversa, “trasgressiva”; ci si traveste da fantasma, strega o zombie e si balla nelle feste.
Tuttavia Halloween non può essere considerata semplicemente un
fenomeno commerciale o un secondo Carnevale: è importante conoscere e saper valutare bene le sue radici culturali, e anche le implicazioni esoteriche che sono andate a sovrapporsi e a
cavalcare ambiguamente questa ricorrenza.
Il 31 ottobre è infatti diventata una data importante per l’esoterismo nei cui testi troviamo queste definizioni: “Torna il Gran Sabba per quattro volte all’anno… Halloween che è forse la festa più cara”; “Samhain è il giorno più "magico" di tutto l’anno, capodanno di tutto il mondo esoterico”; “La festa più importante dell’anno per i seguaci di satana”.
Il mondo dell’occulto così lo definisce: “è il giorno più magico dell’anno, è il capodanno di tutto il mondo esoterico”, “è la festa più importante dell’anno per i seguaci di satana”.
La data di una importante ricorrenza della cultura celtica prima e di quella cristiana dopo è entrata così a far parte del calendario dell’occultismo.
Sono molti i locali che propongono per l’occasione serate a tema esoterico dove, oltre a ballare, è possibile consultare maghi e cartomanti, per l’Oroscopo o la lettura dei Tarocchi.
Si approfitta cioè della ricorrenza per avvicinare i giovani alle pratiche magiche e superstiziose e la festa si trasforma in una specie di “ponte” tra i ragazzi e il mondo dell’occultismo.
Si mira insomma in vari modi a creare un’atmosfera di simpatia intorno alla magia e all’esoterismo, a farli apparire realtà buone, utili, addirittura divertenti e spingere così a stimolare l’interesse nei loro confronti.
L’esoterismo, che oggi viaggia a gonfie vele anche attraverso polpettoni best seller come i codici di Dan Brown, si propone di fatto di dare una spiegazione completa dell’universo, della creazione e di Dio, attraverso una “conoscenza” (gnosi) iniziatica che pretende di completare e superare l’esperienza del reale mediante il possesso di presunte verità occulte. In quest’ottica tutto fa brodo, dalle illazioni su Maria Maddalena fino al revival delle religiosità precristiane, altrimenti definito “neopaganesimo”, un termine pomposo e pretenzioso che
nasconde interessi che col senso religioso autentico non hanno nulla a che vedere.
Occorre dunque, sostengono gli autori del libro, ritornare al significato autentico di Ognissanti, recuperando il valore autentico del periodo dell’anno dedicato alle persone care che non sono più con noi.
L’Halloween attuale porta invece in sè un atteggiamento negativo verso la morte e verso i defunti, come se i morti fossero solo qualcosa di ostile da cui difendersi. Si vuole esorcizzare la morte, facendone la caricatura.
La visione giocosa di un Halloween per bambini , che aveva nei bambini i primi interlocutori, sta dunque lasciando il posto ad una mitologia più inquietante?. Questa Halloween ormai quasi totalmente rescissa dalle sue più profonde radici è di fatto solo una delle varie manifestazioni con cui si tenta di sostituire le feste cristiane con feste neopagane e a trasformare i comportamenti dei nostri ragazzi.
Gli autori hanno dunque analizzato sinteticamente ma attentamente un fenomeno che forse, per la maggior parte della gente, è una carnevalata priva di significato, una festa del tutto estranea alla nostra cultura e alle nostre tradizioni, ma che rischia di fare concorrenza sleale alle belle feste cristiane del 1° e 2 novembre, e che ha preso piede solo perché attorno alle zucche vi è un grande business che specula su questa festa.
Halloween, in ogni caso, non si può ignorare, e ormai fa parte dello scenario dei nostri tempi. Che fare dunque? Combatterla in quanto usanza che cancella le care tradizioni di memoria e di raccoglimento attorno al ricordo dei nostri cari che non sono più di questo mondo, afferma qualcuno, che mina alle radici il principio cristiano della comunione dei Santi, vale a dire del rapporto e della solidarietà di tutti i fedeli in grazia di Dio, viventi o defunti che siano. Educatori e famiglie dovrebbero mobilitarsi contro questa diseducazione del buon gusto, contro questa profanazione del mistero della morte e della vita dopo la morte, ma non è facile andare controcorrente, sfidare le mode imperanti.
Non bisogna temere l’Halloween cattivo, sostengono Gulisano e la O’Neill, e per questo bisogna conoscerlo bene.
Halloween: in inglese “vigilia di Ognissanti“. Forse la più antica festività dell’Occidente: vale la pena regalarla a ciarlatani ed occultisti?