(La Provincia) L’amore per la vita

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Crocifisso e bonus anti aborto
Le vere risposte all’amore e alla vita


Bruno Profazio


La Provincia 30-11-2003

In un giorno come tanti altri pieno di notizie due brevi agenzie si sono incontrate ieri sui tavoli delle redazioni. In molti casi sono state accantonate e messe in un angolo, travolte dall’importanza di altri eventi. Eppure quelle due notizie pur non direttamente parlano anche di tutto il resto. La prima è che il tribunale de L’Aquila, decidendo che non può decidere sulla richiesta del musulmano Adel Smith, permette che il Crocifisso resti al suo posto nella scuola di Ofena. La seconda è che, nonostante le proteste dei radicali e di Alessandra Mussolini, un gruppo di parlamentari di destra, di centro e di sinistra vuole andare avanti con la proposta di aiutare con un sostegno finanziario di 1500 euro le donne che rinunciano ad abortire. Il legame tra le due notizie è che entrambe parlano dell’amore e della vita. E tutte le altre notizie che riempiono i giornali e le televisioni e tutti gli eventi che raccontiamo o che seguiamo in fondo non sono che espressioni dell’amore e della vita, o della loro negazione. S ulle due notizie del Crocifisso e dell’aiuto anti aborto ci sono, però, aspetti che fanno riflettere. È vero, infatti, che il Crocifisso ha vinto e potrà continare a trasmettere anche dalla scuola di Ofena un messaggio d’amore all’umanità intera, ma i giudici hanno scritto nella sentenza che non tocca al tribunale ordinario decidere bensì a quello amministrativo. Come Pilato il tribunale de L’Aquila si è dichiarato incompetente a decidere e, lavandosene le mani, gira la questione al Tar. Un verdetto positivo perché consente di mantenere il Crocifisso al suo posto, ma permette anche ad Adel Smith di dichiarare che come cittadino italiano si vede negare i suoi diritti e che ha intenzione di andare fino in Cassazione. I difensori del Crocifisso – compresi i tanti laici, primo fra tutti il presidente Ciampi – possono essere soddisfatti, ma solo a metà. La questione è accantonata, non risolta. A nche la proposta di aiutare con 1500 euro le donne che, indotte per motivi economici, rinunciano all’aborto e accettano di portare a termine la gravidanza, ha aspetti da approfondire. E non perchè come dicono la Mussolini e i radicali «si lede la libertà delle donne» (quale libertà?), ma perché ci si deve chiedere se questo mezzo per difendere una vita concepita è sufficiente. La presidente del Forum delle associazioni familiari, Luisa Santolini, dice che la proposta «è un segnale di attenzione alla vita, e questo va bene. Ma un figlio è un capitale sociale e chi mette al mondo un bimbo va aiutato non “una tantum” ma sempre». C’è da registrare comunque che è un segnale che qualcosa sta cambiando, che c’è una nuova attenzione alla vita. È un atto simbolico. E la critica alla proposta non può puntare sulla modesta entità economica dell’aiuto: qualunque bonus sarebbe inadeguato per un bimbo sottratto alla morte, perché la vita non ha prezzo. Anzi, chi salva una vita salva il mondo intero. Piuttosto c’è da notare come sui valori fondamentali – l’amore simbolicamente testimoniato dal Crocifisso e la vita – lo Stato, le istituzioni e la politica non riescono a dare risposte soddisfacenti. Né per i cattolici, né per i laici. Ed è per questo che a ciascuno di noi è richiesto di interrogare ancora più profondamente la propria coscienza e trovare lì le vere risposte.