(L’Espresso) Lobby abortiste contro il Vaticano

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Chi vuole cacciare il Vaticano dall’Onu?

Sandro Magister

© L’Espresso OnLine, 26-11-2002
«La Santa Sede si ripromette di studiare le possibili forme di una propria
maggiore presenza nel consesso delle Nazioni Unite».
Questo ha detto il cardinale Angelo Sodano nell’intervista che ha rilasciato
al “Corriere della Sera” il 24 novembre, in occasione della sua riconferma
“sine die” a segretario di Stato, anche ora che ha passato i 75 anni di età.

E all’intervistatore che chiedeva «Potrebbe diventarne uno Stato membro?»,
il cardinale ha risposto:
«Se fosse utile, io non lo escluderei. In quella sede erano due gli
“osservatori permanenti”: la Svizzera e noi. Ora la Svizzera è divenuto
membro e noi siamo rimasti soli. La forma della nostra presenza è una
questione aperta».

Fin qui il cardinale Sodano. In effetti, la Santa Sede è all’Onu in una
posizione particolarissima: non come Stato membro ma come osservatore
permanente. Che è pur sempre un ruolo di peso, con diritto di parola e di
voto.

Ruolo, però, che da qualche tempo è bersaglio di una contestazione tenace.
Ad opera di una lobby dichiaratamente cattolica.
A condurre l’azione di lobbying è infatti una organizzazione non governativa
che si chiama Catholics for a Free Choice, cattolici per una libera scelta.
Ha sede a Washington e già dal nome fa capire che fulcro della sua battaglia
è il libero aborto.
Cffc rivendica che su aborto e «salute riproduttiva» la gerarchia cattolica
dovrebbe solo tacere, lasciando spazio alle coscienze. E accusa la Santa
Sede di avvalersi invece del suo statuto di osservatore permanente all’Onu
per boicottare tutte le decisioni che non rispettano i suoi veti in materia.
Ma proprio questo è il punto. La Santa Sede – sostiene Cffc – non ha alcun
titolo per sedere all’Onu come osservatore permanente. Al Palazzo di Vetro
dovrebbe avere al più il ruolo di una semplice Ong, come qualsiasi
organizzazione religiosa. Con la possibilità quindi di essere solo
consultata, mai di votare e bloccare una decisione.

Per ottenere questo cambiamento di status, Cffc ha lanciato dal 1999 una
campagna di pressione internazionale, all’insegna dello slogan “See Change”,
dove “See” sta per “sede”.
Alla sua campagna, Cffc vanta l’adesione di 450 gruppi, nella quasi totalità
impegnati per il libero aborto e per i diritti sessuali. Alcuni appartengono
all’arcipelago del dissenso cattolico. Ad esempio, negli Stati Uniti, hanno
aderito gruppi che si battono per i preti sposati e per le donne prete.

Dall’estero, l’adesione più famosa è venuta dall’Argentina: dalla Asociación
Madres de Plaza de Mayo.

Dall’Italia figurano come aderenti:
– Aduc, Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori;
– Cgil nazionale, Ufficio nuovi diritti;
– Circolo gay e lesbico Maurice;
– Open Mind / Centro di iniziativa gay lesbica trans;
– Tam Tam Femme;
– Unione degli atei e degli agnostici razionalisti;
– Italian Family Planning Association.
In aggiunta, si è dichiarato per il declassamento della presenza della Santa
Sede all’Onu il leader radicale Marco Pannella.

Nel febbraio del 2000, membri del congresso degli Stati Uniti per lo più
repubblicani reagirono a questa campagna presentando una risoluzione in
difesa della Santa Sede e contro «coloro che vogliono espellerla dall’Onu».

In precedenza, si erano espressi contro “See Change” anche esponenti del
Vaticano. L’arcivescovo Renato Martino, all’epoca rappresentante della Santa
Sede all’Onu, aveva dichiarato ad “Avvenire” del 10 giugno 1999 che «la
Santa Sede ha diritto di legazione attivo e passivo fin dal quarto secolo,
il suo statuto giuridico internazionale è universalmente riconosciuto, e ha
avuto stabili relazioni diplomatiche per secoli con un gran numero di
nazioni». Pertanto «come può essere considerato un privilegio il suo seggio
all’Onu?».
Concetti analoghi li aveva esposti nel febbraio 2000 un altro responsabile
vaticano, il francescano Bernard Przewozny, in un’intervista all’Agenzia
“Fides” del dicastero De Propaganda Fide.
Il direttore della sala stampa vaticana, Joaquín Navarro-Valls aveva a sua
volta liquidato la campagna di Cffc come «un grossolano tentativo di far
tacere la Chiesa cattolica».

Finché nel maggio 2000 la conferenza episcopale degli Stati Uniti sconfessò
pubblicamente Cffc, negandole la qualifica cattolica e definendola «braccio
della lobby abortista negli Stati Uniti e nel mondo».
Ma la campagna è andata avanti imperterrita. Facendo pressione anche sul
parlamento europeo, dove di tanto in tanto, in effetti, affiorano in qualche
documento stilettate antivaticane.

Catholics for a Free Choice è nata negli Stati Uniti nel 1973, l’anno della
sentenza della corte suprema che aveva aperto la strada all’aborto
legalizzato. L’anno dopo una delle sue fondatrici, Patricia Fogarty
McQuillan, si incoronò papa sui gradini della cattedrale di San Patrizio, a
New York.
Un altro degli attivisti iniziali di Cffc è stato Joe O’Rourke, gesuita poi
espulso dall’ordine.
Dal 1982 dirige l’organizzazione Frances Kissling, ex suora. Cffc pubblica
una rivista, “Conscience”, sulla quale scrive la celebre teologa femminista
Rosemary Radford Ruether.
Il budget annuale è di 2 milioni di dollari. Tra i finanziatori più
generosi, specie per le campagne pro aborto in America latina, vi sono la
Ford Foundation e la Packard Foundation.

Come finirà? Difficile che l’Onu discuta e metta ai voti un declassamento
della Santa Sede. Ma non si sa mai. Passando da osservatore permanente a
Stato membro, il Vaticano si collocherebbe in una posizione praticamente
inattaccabile.
Il cardinale Sodano ci sta pensando e l’ha detto. Il momento è dei più
favorevoli, con alla Casa Bianca un presidente come George W. Bush, più che
mai comprensivo con la Chiesa cattolica.
Come Stato membro, il Vaticano potrebbe condurre le sue battaglie in modo
anche più incisivo. Alcune assieme all’Onu, lodata e invocata nella sua
qualità di peacekeeping.
E altre contro. Perché quando si attiva per propugnare aborto e
contraccezione, la stessa Onu si trasforma, agli occhi del papato di Roma,
nell’impero del male.
Da Dr. Jekyll diventa Mr. Hyde.