(CorSera) Il frutto di una politica quarantennale

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Il Papa al governo: pochi figli, aiutate le famiglie

«Molti rinunciano per le difficoltà economiche». Consensi dai due poli. Maroni: presto nuovi interventi di sostegno








CITTÀ DEL VATICANO – «Senza figli non c’è futuro» era il motto della «giornata della vita» che si celebrava ieri nelle chiese italiane e il Papa ne ha approfittato per uno dei suoi appelli più forti, teso a ottenere una politica «organica» di aiuto alla famiglia: «Non pochi coniugi vorrebbero più figli, ma sono quasi costretti a rinunciare per difficoltà economiche. Gli aiuti delle pubbliche istituzioni, pur apprezzabili, risultano spesso insufficienti. Si avverte il bisogno di una più organica politica a favore della famiglia». La richiesta di una politica organica è ormai abituale, da almeno un quindicennio, nei documenti della Cei e nella predicazione del Papa. Ma più vivo dell’abituale è risultato ieri il tono di denuncia delle «culle vuote» e quell’accenno alle coppie «quasi costrette» a lasciarle tali.
Giovanni Paolo II ha pure parlato contro la tentazione dell’aborto: «All’interno del nucleo familiare, come in un nido rassicurante, va sempre promossa, difesa e protetta la vita» e dunque «non dobbiamo rassegnarci agli attacchi alla vita umana, primo tra tutti l’aborto».
Sempre a proposito di aborto, il Papa ha invitato i fedeli a «sostenere le iniziative e i servizi» del Movimento per la vita, che tendono ad aiutare le donne ad accettare le gravidanze indesiderate, o scomode.
Giovanni Paolo II ha usato un giro di frase di forte impatto per raccomandare delicatezza e tatto ai cattolici che si impegnano a soccorrere le madri tentate di abortire: vanno «moltiplicati gli sforzi affinché il diritto alla vita dei bambini non ancora nati sia affermato», tuttavia quegli sforzi devono essere condotti «non contro le madri, ma insieme con le madri».
Sullo stesso duplice tasto dell’aiuto alla famiglia e della dissuasione dall’aborto, il Papa ha insistito con il telegramma che ha inviato al cardinale vicario Camillo Ruini, per farsi presente alla Festa della famiglia, che si teneva ieri al Palalottomatica. In esso si augurava che quella manifestazione – come ogni altra della «giornata» – contribuisse a suscitare in Italia una «rinnovata fiducia nel futuro come pure nell’avvenire della famiglia, quale società naturale fondata sul matrimonio».
Un plauso al richiamo del Papa è venuto da tutte le forze politiche, sia di maggioranza sia di opposizione: e questo è un segno delle elezioni che si avvicinano. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in un messaggio al cardinale Ruini, ha ricordato come la famiglia abbia un «ruolo essenziale» nel «cammino di progresso della nostra società». Il ministro delle Politiche sociali, Roberto Maroni, ha ricordato le «misure» di sostegno alla famiglia già adottate dal governo (dagli asili nido agli incentivi alla natalità) ed ha annunciato «nuove iniziative» allo studio per la prossima Finanziaria: l’aiuto alle famiglie con persone «non autosufficienti» a carico e l’introduzione del concetto di «reddito familiare»: «La famiglia è al centro della riforma dello Stato sociale».
Posizioni simili hanno espresso altri esponenti della maggioranza, dal ministro per le Politiche comunitarie Rocco Buttiglione («In Italia gli sforzi per una politica a favore delle famiglie stanno crescendo, ma lentamente… Vorrei più entusiasmo da parte degli alleati») a Pedrizzi, da La Russa a Volontè e a Schifani. Polemico il vicepresidente del Senato, il leghista Roberto Calderoli, che ha approvato dicendo: «Finalmente la Chiesa torna a fare la Chiesa» (per dire che invece fa politica quando parla degli immigrati).
Ma anche dall’opposizione sono arrivati apprezzamenti. «Oggi chi fa un figlio perde reddito e potere d’acquisto», ha commentato il leader della Margherita Francesco Rutelli. E la collega di partito Rosy Bindi: «Al Paese serve una politica che sappia rispondere al bisogno di futuro delle giovani coppie». Parole di apprezzamento poi da Sandra Cioffi (Udeur) e Livia Turco (Ds), che ha parlato di «profonda gratitudine» per il monito papale.

Luigi Accattoli