(CorSera) Dio crea, l’uomo produce

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SCIENZA E ETICA

Il Vaticano critica la cellula artificiale «Prodotto umano, ma solo Dio crea vita»

Zygmunt Zimowski: «Importante risultato scientifico.
Ma è improprio definirla atto creativo. Va monitorata»

MILANO – «Solo Dio crea, l’uomo produce». Il Vaticano interviene nel dibattito che si è creato intorno alla notizia della cellula sintetica sviluppata da Craig Venter, il ricercatore statunitense da tempo in competizione con gli scienziati del Progetto genoma per arrivare al sequenziamento del Dna. E che ora ha sviluppato un Dna completamente sintetico. Come detto da lui e riportato su Science: «la prima cellula sintetica mai creata, totalmente derivata da un cromosoma sintetico, costruita con quattro bottiglie di composti chimici su un sintetizzatore a partire da informazioni elaborate al computer». Ma il Vaticano corregge: La cellula sintetica prodotta in laboratorio dall’équipe di Craig Venter, non può assolutamente essere definita come «creazione della vita». La cellula in questione è un prodotto tecnico dell’uomo. Si tratta di «biologia sintetica».

PRODOTTO UMANO – A prendere posizione è il Presidente del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari, mons. Zygmunt Zimowski, che ha rilasciato una dichiarazione in merito al dibatto che si è aperto in questi giorni alla Radio Vaticana. «Stando a quanto sinora reso pubblico in merito alla cosiddetta cellula sintetica – ha affermato Zimowski – si può certamente definirla un importante risultato tecnico della ricerca scientifica. E questo dobbiamo ammetterlo. È invece improprio, e vorrei ribadirlo, è improprio definire la realizzazione di questa cellula come un atto creativo o come la creazione della vita». «Non dobbiamo parlare di creazione: solo Dio crea, l’uomo produce. Questo è un prodotto umano, non una creazione. Si tratta, senza nulla togliere al valore dei ricercatori, di una modifica di quanto già esistente, dunque, di biologia sintetica».

L’IMPREVEDIBILE – La cellula sintetica, sostiene l’arcivescovo polacco, rilancia due questioni fondamentali: «Il cosiddetto rischio dell’imprevedibile, legato a novità di questo livello, e l’indissolubilità del binomio scienza-etica», dice mons. Zygmunt Zimowski. «Dobbiamo sempre rispettare il binomio scienza-etica e sarà, dunque, necessario che il proseguimento delle ricerche su tale cellula sia accuratamente monitorato». Quindi il rappresentante vaticano ha osservato: «Vorrei aggiungere ancora che – come è già avvenuto per il genoma umano con la costituzione dell’Elsi-Ethical, legal, and social issues – per il suo futuro impiego sarà necessario mettere a punto un apposito progetto parallelo che vada cioè di pari passo con il progredire della sperimentazione, valutandone l’impatto etico, legale e sociale».

Redazione Online