Contro il logorio del laicismo moderno

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\"\"Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro, Contro il logorio del laicismo moderno. Manuale di sopravvivenza per cattolici, Editore PIEMME, 2006, Pagine 208, Prezzo € 12,50, ISBN 8838477302

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FOGLIETTO ILLUSTRATIVO

Avvertenza numero 1
Uno spettro s’aggira per l’Europa
«Uno spettro s’aggira per l’Europa – lo spettro del laicismo.»
Se quelle vecchie lenze di Marx ed Engels tornassero in servizio, dopo un secolo e mezzo dovrebbero cambiare una sola parolina al celeberrimo incipit del loro celeberrimo Manifesto: “laicismo” al posto di “comunismo”.
E non dovrebbero neanche fare troppa fatica concettuale, poiché il laicismo non è altro che il cadavere putrescente del comunismo. La promessa radiosa del «tutto qui e subito» si è rovesciata nel «nulla ora e per sempre». Dall’utopia totalitaria si è passati a quella nichilista con il semplice cambiamento d’uso delle medesime parole d’ordine: alienazione, coscienza, progresso, liberazione, uguaglianza, diritti, questione femminile e via delirando. Niente di nuovo sotto il sole, è la solita vecchia gnosi che muta forma per sedurre gli uomini. Il dramma sta nel fatto che i germi infetti dell’avanzata decomposizione del comunismo si stanno propagando a ritmo esponenziale. E, dopo aver fatto strame degli organismi più indifesi, si sono messi di buona lena ad attaccare il corpo più coriaceo: il Corpo Mistico di Cristo, la Chiesa cattolica. Non prevarranno, come sappiamo noi che ci fidiamo di Gesù Cristo. Ma loro non lo sanno e, forti dell’esperienza che gulag, repressione e violenze varie non hanno sortito l’effetto desiderato, ecco che vengono all’assalto con nuove armi. La calunnia: però sussurrata con dolcezza o in forma di romanzo alla Codice da Vinci. La ghettizzazione: però attuata a salvaguardia della libertà di tutti, stile Maurizio Costanzo. L’attacco ideologico: però paludato da garbata trasmissione televisiva o da rubrica letteraria colta, alla Piero Angela o alla Umberto Eco. La devastazione della sacralità della vita: però perpetrata a fin di bene e in nome dell’umanità, alla Marco Pannella o alla Emma Bonino.
Questi nuovi alfieri del laicismo, questi agenti speciali del nichilismo sono disposti a tutto purché il cattolico rinunci a proclamare che Gesù Cristo è Dio: l’unico vero Dio. Lo ripetiamo anche a beneficio di tanti sedicenti cattolici: l’unico vero Dio, seconda Persona della Trinità Padre, Figlio e Spirito Santo.
Giorno e notte, a scuola, al lavoro, nel tempo libero, in tv, sui giornali, nei libri, al cinema, questi necrofori non fanno altro che martellare a colpi di relativismo i poveri cattolici che ancora resistono. E il bello è che sono convinti di farlo per il loro bene: grondano umanità da ogni artiglio.
Però adesso ci hanno rotto le scatole.

Avvertenza numero 2
La fede non è un capo firmato Dolce&Gabbana
Portate un Crocifisso in bella evidenza? Dite che non potete fare gli straordinari perché c’è una funzione della Settimana Santa? Appartenete a un movimento, che non siano le Acli o qualche comunità di base? Spiegate chiaramente che l’aborto è un omicidio? Difendete il Magistero della Chiesa e l’autorità del Papa?
Se la risposta a queste domande è “sì”, state tranquilli che verrete trattati come appestati. I colleghi e i conoscenti più educati continueranno a parlarvi. Però solo di calcio, di donne e di motori, perché, per il resto, siete veramente la schiuma della schifezza. Ma come si fa a essere ancora cattolici vecchio stampo nel terzo millennio?
Come se la fede fosse un capo firmato Dolce&Gabbana.
Sul piano umano, è faticoso trovare l’energia per spiegare che c’è un solo modo di essere cattolici stabilito una volta per sempre duemila anni fa da Gesù Cristo. È faticoso perché le vostre argomentazioni rischiano sempre di finire in un tritacarne dove tutto diventa uguale: stessa grana e stessa pasta che va dalla New Age al buddismo passando per le fregole di Capezzone.
Sul piano soprannaturale, però, della fatica non bisogna tenere conto. Si deve ribattere colpo su colpo, senza complessi di inferiorità e sicuri di avere da dire qualche cosa di più grande di quanto dicono tutti gli altri messi insieme: la verità. La sola verità proclamata dal solo uomo comparso sulla faccia della Terra che abbia detto di essere Dio dandone ampia prova. Quell’uomo che è anche Dio, lo ribadiamo a beneficio pure di tanti sedicenti cattolici, è Gesù Cristo.
Ebbene, questo manuale è stato scritto per coloro che santificano ogni giorno la fatica di rimettere Cristo là dove gli altri lo tolgono. Per coloro che, invariabilmente, devono fare i conti con chi gli rinfaccia di amare l’unica verità.
Gli altri lo posino pure sul bancone e vadano a leggersi la Bustina di Minerva di Umberto Eco. O a farsi infinocchiare da un Superquark di Piero Angela. O a sciogliersi nell’abbraccio ecumenico del Priore della comunità di Bose.

Avvertenza numero 3
La carica dei teoprogressisti
Come in ogni assedio che si rispetti, c’è sempre, all’interno della cittadella, qualcuno che si diletta di intelligenza con il nemico. In questo manuale si trova un’ampia sezione dedicata a tale fenomeno. Il repertorio, purtroppo, è abbastanza vasto, anche se, per ragioni di spazio, incompleto.
Di chi stiamo parlando? Di coloro che amano definirsi “cattolici adulti” per non obbedire al Papa, finendo poi per ossequiare la moda di turno. Di coloro che mettono il dialogo sopra ogni cosa, sommamente sopra la verità. Di coloro che fanno scempio della liturgia riducendola a pessimo spettacolo. Di coloro che si vergognano della storia della Chiesa e, come sport preferito, hanno quello di infangare la memoria di Papa Pio XII. Di coloro che, all’elezione di Benedetto XVI, hanno issato le bandiere a mezz’asta e si sono messi in lutto per la morte della libertà. E via rinnegando.
Ma sono veramente cattolici questi figuri? In questo manuale vengono a volte chiamati “cattolici progressisti”, “sedicenti cattolici” o “cattocomunisti”. Ma il modo migliore per definirli ci pare quello di “teoprogressisti”.
Nelle pagine che seguono verranno dunque chiamati spesso in questo modo o, amichevolmente, “teoprogr”.
Oltre che nell’apposita sezione, troverete anche qualche teoprogr paradigmatico anche nell’appendice dedicata alla Nazionale dei laicisti. Non potendo entrare in campo, per ovvi motivi, questi signori prestano servizio come raccattapalle. Ma il commissario tecnico José Luis Rodriguez Zapatero assicura che svolgono il loro lavoro alla perfezione: ci fossero tanti laici che si scagliano contro i cattolici con lo stesso furore che ci mettono i teoprogr, dice con sguardo trasognato. Il commissario tecnico non è pratico di conversioni e non lo sa: i neofiti sono sempre i più efficaci sostenitori della causa abbracciata.
Ma poi passa, speriamo.

Avvertenza numero 4
È un medicinale, usare con cautela
Qualche dettaglio sul libro che state per leggere.

COMPOSIZIONE
Principio attivo: dottrina cattolica 100%.
Eccipienti: ironia, umorismo, riflessione, analisi, arrabbiatura quanto basta.

FORMA FARMACEUTICA
Pillole: ogni pillola è composta da un breve capitolo che prende in esame una situazione tipo, in cui il cattolico viene assediato da laicisti e teoprogressisti.

INDICAZIONI TERAPEUTICHE
Trattamento di mal di fegato, mal di stomaco, palpitazioni, capogiri, vomito dovuti a laicite e teoprogressite anche episodiche.
Azione antibatterica contro infezioni da relativismo, laicismo, nichilismo, indifferentismo, comunismo di ritorno, teoprogressismo, cattocomunismo.
Ricostituente per organismi attaccati da laicisti e teoprogr.

CONTROINDICAZIONI
Ipersensibilità alla dottrina cattolica. Esaltazione laicista anche solo episodica. Insufficienza catechistica grave. Scompenso liturgico conclamato o anche latente.
Rigetto della Tradizione. Frequenti attacchi di dialogo accompagnati da repulsione per il proselitismo.
Stati alterati della psiche in cui si pensa che, con il progresso, progredisce anche la verità. Turbe mentali da cattolico adulto. Regressioni indifferentiste in cui tutte le religioni si equivalgono. Infatuazione per l’esegesi.
Manifestazioni evidenti di culto dell’uomo.
Pensieri necrofili radicali.

EFFETTI INDESIDERATI
Ai produttori non sono stati segnalati effetti indesiderati.
Non esistono pericoli di sovradosaggio. I produttori stessi ne fanno uso quotidianamente e non hanno problemi. Anzi, sono felici.

Post avvertenza
“Vaureide”

Se fossimo intellettuali progressivi e “de sinistra”, adesso potremmo spiegare che in questo libro vengono mescolati linguaggi diversi. Diremmo che abbiamo contaminato cultura alta e cultura bassa compiendo un’opera di recupero di gusto. Insomma, faremmo come tutti quei gran capoccioni da salotto che, pizzicati a sganasciarsi davanti ai film di Alvaro Vitali, vi zittiscono dicendo che mica si tratta di B-movie, ma di realistici e crudi spaccati della realtà.
Ecco, tutto questo noi poveri cattolici non possiamo farlo. Allora, ci limitiamo a dirvi che in alcuni punti abbiamo cercato di essere seri e in altri di strappare un sorriso.
In alcune pagine abbiamo messo la riflessione e in altre l’ironia: decidete a vostro piacimento quelle in cui c’è l’una e quelle in cui c’è l’altra. L’unica cosa che possiamo garantire è che, dove serviva la clava, l’abbiamo usata senza risparmio.
In ogni caso, non ci si potrà accusare di aver lavorato al risparmio o di aver mirato al quieto vivere. Per fornire un saggio campione di quanto andiamo dicendo, anticipiamo in questa introduzione quello che avremmo potuto scrivere in uno dei prossimi capitoli. Si tratta del nostro parere su un libro del signor Vauro intitolato Papeide e pubblicato qualche mese fa dal nostro stesso editore, Piemme. Il signor Vauro viene così presentato nel risvolto di copertina: «Disegnatore, giornalista e autore satirico, è nato a Pistoia nel 1955. Ha iniziato la sua attività nel 1977, fondando con Pino Zac “Il Male”, rivista cult della satira italiana. Da allora ha lasciato il segno su molte testate, da “Satyricon” a “Cuore”, da “Smemoranda” a “Boxer”, dal “Manifesto” al “Corriere della Sera”».
Papeide raccoglie in trecento pagine il meglio (o il peggio, dipende dai punti di vista) degli insulti che il signor Vauro ha vomitato nel corso degli anni contro Papa Giovanni Paolo II e contro Papa Benedetto XVI. A pagina 77, per i cultori della materia, è anche possibile trovare una bestemmia, che qualcuno potrebbe persino avere il pudore peloso di definire presunta.
È difficile ritenere che tutto ciò attenga al diritto di satira. Sappiamo per certo che, secondo i sottoscritti Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, la raccolta delle vignette del signor Vauro appartiene a una sola, inequivocabile e chiarissima categoria: PORCATE.
Come semplici fedeli cattolici, prima ancora che come autori che scrivono anche per l’editore Piemme, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro intendono chiarire di sentirsi offesi da una pubblicazione come Papeide, che, tra l’altro, non appartiene neanche alla tradizione di questa casa editrice. Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro non vogliono nemmeno sapere se Papeide è stato pubblicato in nome del profitto o della libertà di espressione o di entrambi questi principi: sempre di una PORCATA si tratta. Non state a comprarlo, vi diciamo noi che contiene anche una prefazione del Premionobeldariofo nella quale, a pagina 7, si dà neanche tanto larvatamente dell’omosessuale a Papa Benedetto XVI. Vi immaginate che cosa sarebbe successo se le vignette del signor Vauro, invece che sul Papa e su Gesù Cristo, sparassero su Maometto e Allah?

Post post avvertenza
Un amaro fa sempre bene

Adesso dovremmo spiegare il titolo del nostro libro. Brevemente vi diciamo che prende spunto da una famosa pubblicità del Cynar. In un vecchio spot, Ernesto Calindri se ne stava seduto tranquillo e beato a un tavolino al centro di una piazza invasa dal traffico. Che cosa gli permetteva di farlo? Evidentemente il Cynar, l’amaro al carciofo che prometteva meraviglie «contro il logorio della vita moderna».
Ebbene, noi cattolici assediati dal logorio del laicismo moderno ci sentiamo un po’ come Calindri. Qualcuno potrà anche dirci: e allora bevetevi un Cynar e fatevi passare il mal di fegato. Giusto, ma il carciofo lo offriamo volentieri al signor Vauro. E, per quanto di sua spettanza, al Premionobeldariofo.

Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro
15 giugno 2006
Festa del Corpus Domini

Contro il logorio del laicismo moderno

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“Contro il logorio del laicismo moderno” è il titolo della giornata di formazione che la rivista di apologetica “Il Timone” ha scelto per i suoi abbonati e amici dell’Emilia Romagna.
Sponsorizzata da dieci Centri Culturali cattolici della Regione, essa si articola in vari momenti dei quali i più significativi sono costituiti dalla Messa celebrata da Mons. Giuseppe Germano Bernardini e dalla lectio magistralis di Mons. Luigi Negri.
Il primo dei presuli, vescovo emerito di Smirne ed Efeso in Turchia, ha vissuto sulla sua pelle la difficile situazione dei cristiani in un paese islamico e prossimo accompagnatore del Pontefice nel suo viaggio in Turchia. Il secondo, vescovo di San Marino-Montefeltro è stato per intensi anni docente all’Università Cattolica e si è occupato delle tematiche svolte da Papa Benedetto XVI nel celebre discorso di Ratisbona sulle violente conseguenze del mancato incontro incontro tra fede e ragione. Mons. Negri riceverà il premio defensor fidei e terrà una conferenza stampa riservati ai giornalisti accreditati e moderata dal Dott. Spada giornalista di Radio Nettuno e di è-TV .
Il tema della giornata – che parafrasa la pubblicità di un noto amaro – è tratto da un recente volume di due dei suoi redattori, Gnocchi e Palmaro, che verrà presentato come “Manuale per la sopravvivenza dei cattolici”.
La giornata organizzata dal combattivo mensile cattolico è un altro segno dell’incredibile successo editoriale del periodico che, nato senza sponsor e privo di entrate pubblicitarie, ha raccolto in pochi anni oltre 11.000 abbonati.
 
Per i sacerdoti che intendono concelebrare claudio.crescimanno @ tin.it
Per informazioni 329.3540264
 
In allegato:
– invito con indicazioni logistiche
– Introduzione del volume “Contro il logorio del laicismo moderno”.
 
Totus tuus network
Bologna

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“Contro il logorio del laicismo moderno” è il titolo della giornata di formazione che la rivista di apologetica “Il Timone” ha scelto per i suoi abbonati e amici dell’Emilia Romagna.
Sponsorizzata da dieci Centri Culturali cattolici della Regione, essa si articola in vari momenti dei quali i più significativi sono costituiti dalla Messa celebrata da Mons. Giuseppe Germano Bernardini e dalla lectio magistralis di Mons. Luigi Negri.
Il primo dei presuli, vescovo emerito di Smirne ed Efeso in Turchia, ha vissuto sulla sua pelle la difficile situazione dei cristiani in un paese islamico e prossimo accompagnatore del Pontefice nel suo viaggio in Turchia. Il secondo, vescovo di San Marino-Montefeltro è stato per intensi anni docente all’Università Cattolica e si è occupato delle tematiche svolte da Papa Benedetto XVI nel celebre discorso di Ratisbona sulle violente conseguenze del mancato incontro incontro tra fede e ragione. Mons. Negri riceverà il premio defensor fidei e terrà una conferenza stampa riservati ai giornalisti accreditati e moderata dal Dott. Spada giornalista di Radio Nettuno e di è-TV .
Il tema della giornata – che parafrasa la pubblicità di un noto amaro – è tratto da un recente volume di due dei suoi redattori, Gnocchi e Palmaro, che verrà presentato come “Manuale per la sopravvivenza dei cattolici”.
La giornata organizzata dal combattivo mensile cattolico è un altro segno dell’incredibile successo editoriale del periodico che, nato senza sponsor e privo di entrate pubblicitarie, ha raccolto in pochi anni oltre 11.000 abbonati.
 
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