(Avvenire) Il Papa sorpreso: La carta UE dimentica la religione

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LA CARTA UE
Il portavoce Navarro-Valls: «Trascurato lo statuto giuridico delle Chiese e dei gruppi religiosi Così diventa impossibile un dialogo strutturato tra l’unione e la comunità dei credenti» L’«Osservatore»: dimenticate le radici del Continente

di Mimmo Muolo LA CARTA UE
Il portavoce Navarro-Valls: «Trascurato lo statuto giuridico delle Chiese e dei gruppi religiosi Così diventa impossibile un dialogo strutturato tra l’unione e la comunità dei credenti» L’«Osservatore»: dimenticate le radici del Continente

Vaticano «sorpreso»: lacune inspiegabili

I vescovi della Comece: «Sia riconosciuto il ruolo della fede, sorgente del patrimonio comune»

Da Roma Mimmo Muolo

Un progetto da «perfezionare» e con alcune «lacune» da «colmare». Tra queste la “dimenticanza” relativa allo statuto giuridico delle Chiese e delle comunità religiose. Un vuoto che si potrebbe avvertire nel «dialogo strutturato tra l’Unione e le comunità dei credenti». A motivo di queste lacune la Santa Sede non nasconde la propria «sorpresa». A cui si aggiunge l’auspicio che la bozza presentata giovedì possa essere cambiata. La posizione vaticana in merito ai primi 16 articoli del progetto di Costituzione per l’Europa è stata espressa ieri sia dal portavoce Joaquin Navarro-Valls (che riferiva del colloquio tra il Papa e il ministero degli Esteri tedesco, Joschka Fischer), sia in un articolo di prima pagina de L’Osservatore Romano dal titolo quanto mai esplicito: «Trascurato lo statuto giuridico delle Chiese e delle comunità religiose». Da Bruxelles, poi, i vescovi della Comece auspicano che «il ruolo della fede religiosa sia riconosciuto nella versione finale del Tr attato europeo».
La «sorpresa» del Papa
In mattinata il tema era stato oggetto dell’udienza del Pontefice al ministro degli Esteri tedesco Fischer, il quale ha successivamente incontrato anche il segretario di Stato vaticano, cardinale Angelo Sodano. La Santa Sede, come ha riferito Navarro-Valls, non ha nascosto la propria «sorpresa perché è stato trascurato lo statuto giuridico delle Chiese e delle comunità religiose». Inoltre, ha «formulato l’auspicio che l’attuale progetto venga perfezionato e le lacune colmate». Al tempo stesso, però, ha fatto rilevare il portavoce vaticano, è stato sottolineato «come i valori e gli elementi già inseriti nel progetto siano fondamentali per la vita dell’Unione».
«La Ue è senza radici»
La posizione della Santa Sede viene spiegata in maniera più estesa dal quotidiano d’Oltretevere. Nei sedici articoli presentati giovedì nella plenaria della Convenzione europea, scrive L’Osservatore Romano, «sembrano ess ere ignorat e le autentiche radici dell’Europa stessa». Il mancato riferimento allo statuto giuridico delle Chiese, infatti, «se confermato in sede di stesura definitiva o peggio di adozione della Costituzione, è di per sé destinato a privare l’Europa del futuro di un patrimonio qualificante della sua storia». L’Osservatore respinge «le posizioni banalizzanti» di quanti sostengono che tenere conto di ciò equivarrebbe a «confessionalizzare» il continente. E prosegue: «Il pieno rispetto della laicità della futura Unione non esclude, anzi rende ancora più augurabili quelli che Giovanni Paolo II ha definito tre elementi complementari». Il primo è «la libertà religiosa nella sua dimensione non solo individuale e culturale, ma pure sociale e comunitaria». Il secondo è «l’opportunità di un dialogo e di una consultazione strutturati tra l’Unione e le comunità dei credenti». «In assenza di ciò – argomenta il quotidiano diretto da Mario Agnes – una dimensione fondamentale della convivenza civile verrebbe meno e l’Europa rischierebbe di svilupparsi non come occasione per i popoli e per le persone, ma come mero, sia pur lodevole, contemperamento di rapporti economici o politici, di nazionalità e sovranazionalità». Il terzo elemento, infine è «il rispetto dello statuto giuridico di cui le Chiese e le istituzioni religiose già godono negli Stati membri dell’Unione». Altrimenti, conclude L’Osservatore «verrebbe vanificata una parte essenziale di quel lungo cammino di progresso, di costruzione della pace sociale, di vocazione all’unità che è il motivo e la prospettiva dell’autentico sentire europeo».
Le speranze della Comece
Anche i vescovi che rappresentano gli episcopati dei Paesi membri esprimono l’auspicio che la Bozza possa essere rivista. «Noi speriamo che il ruolo della fede religiosa, in quanto sorgente e fondamento dei nostri valori europei comuni, sia riconosciuto nella versione finale del Trattato costituzionale – affermano – Noi auspichiamo anche che le proposte legislative avanzate congiuntamente dalla Comece e dalla Commissione “Chiesa e Società” della Conferenza delle Chiese europee sul ruolo specifico delle Chiese e delle comunità religiose nella società europea, ivi compreso il loro statuto previsto nella legislazione nazionale, siano inserite nel testo finale».