Il Papa indica i nuovi volti della santità
Ieri Benedetto XVI ha autorizzato ventidue decreti: riguardano quattro futuri santi (due italiani), tre beati, cinquantadue martiri e otto venerabili
Da Roma Mimmo Muolo
Saliranno presto all’onore degli altari diversi nuovi santi e beati, tra i quali anche cinque italiani. Ieri, infatti, Benedetto XVI ha autorizzato la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i decreti riguardanti il riconoscimento dei miracoli relativi a quattro beati, che saranno dunque canonizzati, e a tre servi di Dio, ormai prossimi alla beatificazione. Numerosi anche i riconoscimenti di martirio (che esclude la necessità del miracolo), a proposito di religiosi uccisi in odio alla fede durante la guerra civile spagnola nel 1936. Sono state inoltre riconosciute le virtù eroiche di 8 Servi di Dio.
Prossime canonizzazioni. In questo primo gruppo figurano il sacerdote napoletano Filippo Smaldone (di lui come degli altri italiani parliamo più diffusamente a parte), beatificato da Giovanni Paolo II dal 1996 e i beati: Raffaele Guízar Valencia, vescovo di Veracruz, nato il 26 aprile 1878 a Cotija (Messico) e morto il 6 giugno 1938 a México; Rosa Venerini, fondatrice della Congregazione delle Maestre Pie Venerini, nata il 9 febbraio 1656 a Viterbo e morta il 7 maggio 1728 a Roma; e Teodora Guérin (al secolo: Anna Teresa), fondatrice della Congregazione delle Suore della Provvidenza di Saint-Mary-of-the-Woods, nata il 2 ottobre 1798 a Etables (Francia) e morta il 14 maggio 1856 a Nemus (Stati Uniti d’America).
I nuovi beati.
Saranno tre e all’intercessione di ognuno di loro è stato attribuito un miracolo. Si tratta di Basilio Antonio Maria Moreau, sacerdote e fondatore della Congregazione della Santa Croce, nato l’11 febbraio 1799 a Laigné-en-Belin (Francia) e morto il 27 gennaio 1873 a Le Mans; Mariano De La Mata Aparicio, sacerdote professo dell’Ordine di Sant’Agostino, nato il 31 dicembre 1905 a La Puebla de Valdavia (Spagna) e morto il 5 aprile 1983 a São Paulo (Brasile); e Margherita Maria López De Maturana, fondatrice dell’Istituto delle Suore Mercedarie Missionarie, nata il 25 luglio 1884 a Bilbao, in Spagna, e morta il 23 luglio 1934 a San S ebastián.
I martiri. Questi decreti riguardano Croce Laplana Y Laguna, vescovo di Cuenca, eFerdinando Español Berdié, sacerdote diocesano. Entrambi morirono fra il 7 e l’8 agosto 1936 presso Cuenca. Vi sono poi Narciso Esténaga Echevarría, vescovo di Ciudad Real, morto il 22 agosto 1936, e 10 compagni; Liberio González Nombela, sacerdote diocesano, morto il 18 agosto 1936 a “Cruz de Barcience”, e 12 compagni del clero diocesano; Eusebio Del Bambino Gesù (al secolo: Ovidio Fernández Arenillas), sacerdote dei Carmelitani Scalzi, morto il 22 luglio 1936 a Toledo, e 15 compagni dello stesso Ordine; Felice Echevarría Gorostiaga, sacerdote dei Frati Minori, morto il 21 settembre 1936 ad Azuaga, e 6 compagni dello stesso Ordine; Teodosio Raffaele (al secolo Diodoro López Hernández), religioso dei Fratelli delle Scuole Cristiane, morto tra il 6 e il 7 agosto 1936 a Boca del Congosto, e 3 compagni dello stesso Istituto; infine Sara Salkaházi, dell’Istituto delle Suore dell’Assistenza, morta nel dicembre 1944 a Budapest.
In attesa del miracolo. Le virtù eroiche sono state proclamate, infine, per il cardinale arcivescovo di Toledo, Ciriaco Maria Sancha Y Hervas, Vincenza Maria Poloni, Maria Bucchi, Speranza González Puig, spagnola, Caterina Coromina Agustí, fondatrice delle Suore Giuseppine della Carità, Maria Dolores Márquez Romero De Onoro, fondatrice delle Filippesi Figlie di Maria Addolorata, Maria Rosa Flesch, fondatrice delle Suore Francescane di S. Maria degli Angeli, e infine l’italiana Giuseppina Nicoli.
testimoni
Dalla Penisola tre venerabili
(F.Mas.)
Tra i decreti della Congregazione per le cause dei santi approvati ieri da Benedetto XVI tre riguardano il riconoscimento delle virtù eroiche di tre serve di Dio italiane, che così diventeranno venerabili. (al secolo: Luigia), è la fondatrice dell’Istituto delle Suore della Misericordia di Verona, nata il 26 gennaio 1802 a Verona e morta sempre a Verona l’11 novembre 1855. L’Istituto è stato fondato nel 1840 da Luigia Poloni e tre compagne, sotto la guida spirituale di don Carlo Steeb. (al secolo: Maria Matilde), fondatrice della Congregazione delle Suore del Preziosissimo Sangue di Monza, nacque il 18 maggio 1812 ad Agrate Brianza e morì il 1° marzo 1882 a Monza. La congregazione ha come carisma l’educazione alla gioventù, l’assistenza agli ammalati, ai poveri e alle opere parrocchiali. , della Società delle Figlie della Carità, nacque il 18 novembre 1863 a Casatisma (Pavia) e morì il 31 dicembre 1924 a Cagliari. Nel 1883 entrò tra le Figlie della Carità e fu inviata in Sardegna come insegnante nelle scuole magistrali, presso il Conservatorio della Provvidenza. Si dedicò alla formazione delle giovani maestre.
Don Filippo Smaldone, il sacerdote che diede la vita per i sordomuti
(F. Mas.)
Uno dei due italiani di cui ieri è stata annunciata la canonizzazione è Filippo Smaldone. Sacerdote diocesano, è nato il 27 luglio 1848 a Napoli e morto il 4 giugno 1923 a Lecce. È stato proclamato beato da Giovanni Paolo II il 12 maggio 1996. È conosciuto per l’opera apostolica a favore dei sordomuti per i quali aprì un istituto a Lecce nel 1885. Si era già dedicato ai sordomuti nella sua Napoli dov’era vissuto 37 anni. Poi era stato trasferito a Rossano Calabro. Tornato a Napoli venne ordinato sacerdote nel 1871. Visitava gli ammalati in ospedale, e durante un’epidemia si ammalò anche lui, ma fu guarito per intercessione della Madonna di Pompei. È conosciuto per aver fondato la Congregazione delle Suore Salesiane dei Sacri Cuori, presto allargatasi anche a Bari e a Roma. Oltre ad aiutare le persone colpite nella voce e nell’udito per ciò che riguardava i loro bisogni materiali e spirituali, don Smaldone fu consigliere e confessore di molti sacerdoti e seminaristi. Morì a Lecce il 4 giugno 1923.
Rosa Venerini, la giovane che fondò la prima scuola elementare gratuita
(F.Mas.)
Tra i due italiani presto santi c’è anche Rosa Venerini, fondatrice della Congregazione delle Maestre Pie Venerini. Nata il 9 febbraio 1656 (quest’anno si celebra il 350° dalla nascita) a Viterbo e morta il 7 maggio 1728 a Roma, è stata proclamata beata nel 1952 da Pio XII. Rimasta orfana, scopre la sua vocazione e a Viterbo, nel 1685, apre la prima scuola elementare gratuita, rivolta all’educazione delle bambine e poi delle ragazze povere. L’opera, nonostante la diffidenza con cui viene accolta, si espande rapidamente perché risponde a un vivo bisogno dei tempi e coinvolge un’altra futura santa, Lucia Filippini. A Roma, la scuola di Rosa Venerini, non lontano dal Vaticano, viene visitata dal Papa Clemente XI nel 1716, che dà così una forte spinta alla diffusione delle suore. Le religiose insegnanti si espandono, nel 1941 diventano congregazione. Nel frattempo nel 1909 si era aperta a Lawrence (Massachusetts) la prima opera negli Stati Uniti. La casa madre è a Roma, in Trastevere.
Avvenire 29-4-2006