Far conoscere la Scrittura è un’opera primaria dei credenti Rispondono a questa esigenza nuove traduzioni dei due Testamenti e diverse iniziative pastorali
Arriva anche in Turchia la Bibbia dei fanciulli
«Aiuto alla Chiesa che soffre» diffonderà 15 mila copie della nuova traduzione del testo rivolto ai più piccoli
Dal 1979 stampati 40 milioni di copie
Di Matteo Liut
È un progetto che dal 1979 ha permesso ai bambini di tutto il mondo di scoprire, leggere e conoscere il testo biblico. Per molti di loro è stato anche il libro sul quale hanno imparato a leggere, l’unica via per uscire dall’analfabetismo. Oggi conta 141 traduzioni diverse in altrettante lingue. L’ultima a entrare nel lungo elenco è il turco.
Saranno 15 mila, infatti, le copie di «Dio parla ai suoi figli» che presto saranno diffuse tra le diocesi della Turchia e tra le comunità turche presenti in Europa occidentale. E la Bibbia per i fanciulli lanciata 26 anni fa da «Aiuto alla Chiesa che soffre» raggiungerà così i 40 milioni di copie in totale. Uno strumento che l’Opera di diritto pontificio, fondata da padre Werenfried van Straaten, ha visto nel 2004 anche la traduzione in tukano e xerente per il Brasile, creolo per le Isole Mauritius, tiv per la Nigeria, bengala e kannada per l’India.
E l’edizione in turco ha portato a oltre un milione e mezzo le copie stampate negli ultimi dodici mesi in 22 lingue diverse. Il 2005 vedrà, però, l’aggiunta di altre traduzioni.
«Sarà un grande beneficio per la catechesi nella Chiesa in Turchia – ha detto padre Lorenzo Piretto, sacerdote domenicano in servizio a Istanbul – perché metterà a disposizione dei bambini una sintesi della Sacra Scrittura nella propria lingua».
«Ogni giorno abbiamo la conferma dell’attualità di questo nostro progetto – raccontano i responsabili di Aiuto alla Chiesa che soffre -. Quotidianamente riceviamo lettere, spesso scritte proprio da bambini, in cui ci viene chiesto di ricevere la piccola Bibbia». Una delle testimonianze più forti arriva dalla foresta amazzonica: «Molti di loro è la prima volta che vedono un libro», ha detto il vescovo di Itaituba, nel nord del Brasile.
«I bambini hanno bisogno di una Bibbia a loro destinata, affinché l’immagine di Gesù divenga viva nei loro cuori», diceva padre van Straaten. E nell’Anno internazionale del bambino, il 1979, l’Opera da lui fondata decise di pubblicare la «Bibbia del fanciullo» da donare ai bambini del Terzo Mondo. In quell’anno la pubblicazione fu offerta anche ai vescovi dell’America Latina, riuniti a convegno in Messico, come strumento per l’evangelizzazione dei più piccoli. La proposta fu accettata con entusiasmo, tanto da portare a un milione e 200 mila il numero di copie prodotto in quell’anno in spagnolo, portoghese, inglese e francese. A tutt’oggi lo spagnolo resta la lingua con il maggior numero di copie stampate: undici milioni e mezzo di volumi.
Fin da subito «Aiuto alla Chiesa che soffre» si rivolse all’Europa centrale e orientale, dove fino a oggi sono state diffuse tre milioni e mezzo di Bibbie per i fanciulli. Un successo che spinse a rivolgersi anche verso l’Africa e il Medio Oriente, con la pubblicazione in diverse lingue e dialetti questi testi, animati da immagini e illustrazioni che rendono più vicino ai bambini il messaggio biblico ed evangelico.
Avvenire 12-1-2005