(AsiaNews) Il fondamentalismo: ideologia diabolica

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1 Settembre 2005 ISLAM


Fondamentalismo: “diabolica” unità fra religione e politica


di Bernardo Cervellera


Prima parte di una serie su “Islam e Occidente”, a cura di p. Samir Khalil Samir, grande esperto di islam e cristianesimo. Gesuita egiziano, p. Samir  è docente di storia della cultura araba e di islamologia presso l’Università Saint-Joseph di Beirut.

Beirut (AsiaNews) – I morti alla moschea di Kadhimiyah, preceduti da un attacco di mortaio rivendicato da un gruppo sunnita legato ad al Qaeda, manifestano ancora una volta il volto “diabolico” del terrorismo islamico.

Secondo p. Samir Khalil Samir, questo Islam ha perduto qualunque legame con la spiritualità e religiosità ed è divenuto un’ideologia “anti-divina” e “anti-umana”, che cerca solo il potere. “Certo questo movimento rivendica la sua islamicità  – afferma il sacerdote gesuita ad AsiaNews –  ma ciò che lo definisce è la voglia di potere, mischiata con un elemento religioso, in nome di Dio. L’ideologia marxista era la stessa cosa, ma senza Dio; quella nazionalista anche: sono tutte delle forme di ideologia dove lo scopo diviene il potere. Questo è un fatto davvero anti-divino, diabolico, anche se compiuto in nome di Dio; una cosa anti-umana”.


Questi sono alcuni spunti di riflessione che p. Samir, docente di storia della cultura araba e di islamologia all’università St Joseph di Beirut, ha svolto in una serie di conversazioni con AsiaNews su Islam e occidente. Quella di oggi è la prima parte di una serie che pubblicheremo a puntate. I temi vanno dall’Islam, al terrorismo, al fondamentalismo e alla chiusura del mondo teologico e sociale musulmano. Una parte della conversazione è dedicata all’islam europeo e ai giovani musulmani, legati al fondamentalismo delle scuole coraniche in Pakistan e in Arabia Saudita. Il sacerdote gesuita offre anche consigli ai governi e alle società europee su come frenare la pressione dei fondamentalisti, con le loro richieste sempre più insistenti di inserire in occidente scuole, moschee, macellerie, abiti “islamici”.


Su tutti spicca poi una  disanima dei bisogni profondi dell’Islam: l’Islam, dice p. Samir, “ha bisogno di un “nuovo illuminismo”, che separi al suo interno ciò che è religioso da ciò che è politica. A questo scopo, proprio il dialogo con il cristianesimo europeo può essere la grande occasione per una vera rinascita religiosa dell’Islam.


I – Terrorismo: la guerra contro islam e occidente


I morti nella folla che fuggiva dalla moschea di Kadhimiyah a Baghdad, sono stati preceduti dai morti uccisi dai colpi di mortaio e dalle voci – presunte o diffuse ad arte – di imminenti attacchi suicidi. Le autorità irakene hanno parlato di “atto terroristico”. Se leghiamo queste uccisioni a quelle provocate nei molti attacchi passati in Egitto, in Turchia, in Israele, a Londra, Madrid ci accorgiamo che il terrorismo prende sempre più di mira i civili, e soprattutto che esso prende di mira anche i musulmani. Questo è un fatto che rivela qualcosa che prima era nascosto: il terrorismo islamico ha come scopo primario quello di rovesciare i governi del mondo islamico considerati come falsi musulmani, corrotti, occidentalizzati, per creare questa società modello che sarebbe la società islamica della sharia.


Anche negli anni ’60-’70 gli ideologi pensavano non tanto ad attaccare l’occidente, ma il mondo islamico e hanno costruito la teoria di rovesciare i soli governi islamici. Poi, col tempo, analizzando il legame forte con l’occidente, hanno cominciato una fase in cui si attaccava principalmente l’occidente. Oggi siamo giunti ad una fase in cui si attacca tutti, governi islamici e governi occidentali.


Quello di ieri può essere visto come un attacco del fondamentalismo wahabita contro gli eretici sciiti. L’odio fra sunniti e sciiti supera di molto l’odio che può esistere fra cristiani  e musulmani. Questo perché il primo è causato da ragioni strettamente politiche, su chi doveva prendere il potere del califfato. Questo spiega i tanti attacchi e distruzioni contro gli sciiti in Iraq e in Pakistan. Ma fa emergere anche che quello del fondamentalismo è un progetto politico che vuole realizzarsi eliminando l’avversario.


Prendiamo alcuni casi, come quello di Sharm el Sheikh lo scorso agosto. In passato ve n’era stato un altro nella stessa zona e un altro nella zona turistica di Luxor. Si vuole attaccare l’Egitto nel suo punto debole, l’economia e soprattutto il turismo. Il turismo ha una doppia funzione: da una parte esso è una fonte primaria di entrate per il paese; dall’altra fa molta pubblicità, un elemento che i terroristi cercano sempre. Se ci vanno di mezzo bambini, locali, arabi, musulmani, a loro non interessa per nulla: il loro terrorismo è ormai divenuto un’ideologia cieca, senza nessun principio. In partenza si muovevano in nome dell’Islam, ma ormai cercano solo di prendere il potere a tutti i costi nell’Islam e in tutto il mondo. Il Corano dice infatti “Voi siete la comunità più perfetta che vi sia mai stata”. La loro lotta serve a questo.


Anche in Iraq è la stessa cosa. Fin dall’inizio i terroristi hanno ucciso 4-5 volte di più irakeni che non americani e la cosa continua. Perché quello che è importante è fare pubblicità e colpire il governo, qualunque esso sia, che loro non hanno mai voluto. Dicono che questi governi non sono voluti dalla gente… Certo, nessun governo è perfetto, ma la gente li ha votati. Nessuno pensa che Iraq o Egitto sono dei paesi modello, ma hanno una giustificazione. Forse potrebbero attaccare con più giustificazione l’Arabia Saudita, che molti musulmani definiscono “il paese più corrotto del mondo”.


In un certo senso gli occidentali si ingannano quando definiscono queste persone come “islamiche”. Certo questo movimento rivendica la sua islamicità, ma ciò che li definisce è prendere il potere, mischiato con un elemento religioso, in nome di Dio. L’ideologia marxista era la stessa cosa, ma senza Dio; quella nazionalista anche: sono tutte delle forme di ideologia dove lo scopo diviene il potere. Questo è un fatto davvero anti-divino, diabolico, anche se fatta in nome di Dio; una cosa anti-umana.


Il problema è che i fondamentalisti wahabiti si richiamano a Maometto e alla sua esperienza di Medina, cioè ad un Islam che fa tutt’uno con la politica. Bisognerebbe aiutare l’Islam a rileggere in senso storico e sociologico il Corano, per separare la religione dalla politica, ma purtroppo questo passo non è accettato che da un’infima minoranza occidentalizzata.


L’Islam non ha mai fatto la distinzione – tipica del cristianesimo – fra ciò che è di Cesare e ciò che è di Dio.


Questi gruppi ricercano il potere e utilizzano le motivazioni religiose, di ortodossia pura, per combattere gli sciiti, i musulmani occidentalizzati, e gli stessi occidentali. Quando questi gruppi combattono l’occidente, vi può essere una parvenza di lotta contro gli infedeli, che molti musulmani giustificano. Quando i fondamentalisti combattono altri musulmani, le comunità islamiche rimangono senza parole, in grande ansia e paura.


Una rilettura del Corano, ispirata dall’atteggiamento di Maometto alla Mecca, all’inizio della sua vocazione, è ormai assolutamente necessaria per entrare nel mondo moderno.