22 gennaio – III domenica del tempo ordinario

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\"\"Terza Domenica del Tempo Ordinario


I Lettura: Gio 3,1-5.10
II Lettura: 1 Cor 7,29-31
Vangelo: Mc 1,14-20


SCHEMA RIASSUNTIVO

Tema: Vocazione: chiamata all'amore
Obiettivo: Far sì che i fedeli scoprano che la vocazione all'apostolato laicale è una chiamata d'amore

1. Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini.
a) La chiamata di Cristo e imprevedibile:
I) Nel quotidiano.
II) Nella realtà della nostra vita abituale.
b) Diventeranno pescatori di uomini:
I) Cristo chiama i suoi a fare ciò che facevano prima (i pescatori), ma con una nuova sfumatura: la salvezza degli uomini.
II) La vocazione consegna all'uomo un orizzonte imprevisto di realizzazione personale.
Pescare uomini per la salvezza eterna dà una profonda gioia spirituale.
Gli stessi uomini "pescati" sono grati, già in questa vita, per il generoso sforzo di chi li ha aiutati ad avvicinarsi a Dio.
c) In ogni caso, questo testo manifesta l'interesse di Dio nell'avvicinarsi alle sue creature ed è una preparazione al grande miracolo dell'Incarnazione del Verbo divino.

2. Subito, lasciate le reti, lo seguirono.
a) La chiamata di Cristo esige una risposta:
I) se è affermativa: riempie di gioia il cuore di chi si mette a seguire il Maestro.
II) se è negativa: procura tristezza, come accadde al giovane ricco che non volle vendere tutto quel che possedeva.
b) Lasciare subito ogni cosa:
I) gli apostoli sono un esempio di come dare una risposta: subito! Essi lasciarono le reti e tutto quel che esse rappresentavano nella loro vita.
b) Seguire Cristo.
I) Questo è il fine della vocazione: seguire Cristo fin dove egli voglia portarci.
II) Seguire Cristo è quel che dà maggior felicità, perché chi segue Dio realizza se stesso.


LA CATECHESI E IL MAGISTERO

Le differenze stesse che il Signore ha voluto stabilire fra le membra del suo Corpo sono in funzione della sua unità e della sua missione. Infatti "c'è nella Chiesa diversità di ministeri, ma unità di missione. Gli Apostoli e i loro successori hanno avuto da Cristo l'ufficio di insegnare, santificare, reggere in suo nome e con la sua autorità. Ma i laici, resi partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, nella missione di tutto il Popolo di Dio assolvono compiti propri nella Chiesa e nel mondo" [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 2]. Infine dai ministri sacri e dai laici "provengono fedeli i quali, con la professione dei consigli evangelici. . . sono consacrati in modo speciale a Dio e danno incremento alla missione salvifica della Chiesa" [Codice di Diritto Canonico, 207, 2] (CCC 83).

I PADRI

«Il tempo è compiuto», è un'espressione, questa, che concorda perfettamente con la frase dell'Apostolo: "Ma quando venne la pienezza dei tempi Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare quelli che erano sottoposti alla legge" (Gal 4,4-5).
Il tempo dunque è compiuto, pentitevi. Da quanto tempo si ripete questa esortazione, e voglia il cielo che una buona volta venga ascoltata! Poiché il tempo è compiuto e «il regno di Dio è vicino, pentitevi e credete al vangelo»: cioè rinunziate alle opere morte e credete nel Dio vivente.
A che giova credere senza le opere buone? Non è il merito delle opere buone che ci ha condotto alla fede; ma la fede comincia affinché le opere buone la seguano. (Beda il Venerabile, In Evang. Marc, 1, 1, 14-15).

Essi dunque lasciarono il loro padre nella barca. Ascolta, monaco, imita gli apostoli: ascolta la voce del Salvatore, e trascura la voce carnale del padre.
Segui il vero Padre dell'anima e dello spirito, e abbandona il padre del corpo. Gli apostoli abbandonano il padre, abbandonano la barca, in un momento abbandonano ogni loro ricchezza: essi, cioè, abbandonano il mondo e le infinite ricchezze del mondo.
Ripeto, abbandonarono tutto quanto avevano: Dio non tiene conto della grandezza delle ricchezze abbandonate, ma dell'animo di colui che le abbandona.
Coloro che hanno abbandonato poco perché poco avevano, sono considerati come se avessero abbandonato moltissimo (Girolamo, Comment. in Marc, 1).

LA BIBBIA

«Guardate al Signore e sarete raggianti, e il vostro volto non sarà confuso» (Sal 33,6).

«Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, ci conceda lo spirito di sapienza perché possiamo conoscere qual è la speranza della nostra chiamata» (Ef 1,17- 18).

PENSIERI E FRASI

Preghiera per le vocazioni laicali del Beato Giuseppe Toniolo
O divino Cuore di Gesù, che avete promesso di attrarre dall'alto della croce ogni cosa a voi stesso, abbiate pietà di noi, e dal tabernacolo di amore, ove perpetuate misticamente la misericordiosa offerta di tutto voi, concedeteci di cooperare efficacemente alla divina missione della Chiesa nel mondo e nella patria nostra, affinché voi regnate novellamente su di noi e sopra tutte le nazioni, e queste testimonino, che voi solo siete via, verità e vita all'umanità nel cammino di quell'incivilimento, che si sublima e si consuma nel cielo.

O sacra famiglia sul vostro modello e per vostra intercessione si ricomponga e riedifichi dovunque, come i giocondi padiglioni di Sion, la nuova Gerusalemme dell'ordine sociale cristiano.

O Gesù, re sapiente e mansueto, venga il regno vostro. O Maria sede della sapienza, ausilio dei cristiani pregate per noi. O s. Giuseppe siate ognora il patrono della Chiesa universale e in ispecie delle moltitudini laboriose e sofferenti.

Pel vostro apostolato di scienza, di sacrifizio, e di carità, s. Tommaso d'Aquino, s. Francesco di Assisi e s. Antonio di Padova, risorgano i secoli della sapienza e della grandezza d'Italia, per arcana Provvidenza alle glorie del pontificato storicamente congiunta.


ANEDDOTI

Un libro molto antico consiglia quanto segue per essere felici:
– Vuoi essere felice per un giorno intero?
Comprati un vestito.
– Vuoi essere felice per una settimana?
Ammazza un maiale.
– Vuoi essere felice per un mese?
Vinci una causa.
– Vuoi essere felice per un anno?
Sposati.
– Vuoi essere felice per tutta la vita?
Sii un uomo d'onore.
– Vuoi essere felice per tutta l'eternità?
Sii un buon cristiano.
(in Tihamér Toth, El Joven creyente)

«Il celebre poeta Torquato Tasso visitò una volta la corte del Re Carlo IX, e nel corso della conversazione il monarca gli fece la seguente domanda:
– "Chi, secondo lei, è l'essere più felice?".
– "Dio è il più felice di tutti gli esseri", fu la pronta risposta.
– "Sì, senza dubbio", disse il Re. "Ma chi è la persona più felice dopo Dio?".
Il poeta ci pensò un momento e subito dette la sua profonda risposta:
– "Presumo che la persona più felice dopo Dio sia quella persona che più somigli a Lui"».