(www.chiesa) I cattolici latino-americani cambiano gli USA

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Benedetto XVI in Brasile. Ma intanto i "latinos" invadono il Nord

La quinta nazione al mondo con popolazione latinoamericana sono ormai gli Stati Uniti. Un’inchiesta del Pew Forum su un’emigrazione che cambia il volto del cattolicesimo, nel paese guida dell’Occidente

di Sandro Magister ROMA, 9 maggio 2007 – Il viaggio di Benedetto XVI in Brasile è il primo che egli compie, da papa, al di fuori di quel mondo che appare essere più suo: l’Europa e l’Occidente.

Ma i confini tra l’America latina e il Nord del mondo non sono più così netti. Con 37 milioni di immigrati ispanici, gli Stati Uniti sono ormai la quinta nazione al mondo – e presto saranno la quarta – per quantità di popolazione latinoamericana, dopo Brasile, Messico, Colombia e Argentina e davanti a tutti gli altri paesi del Centro e Sudamerica. Un cattolico su tre degli Stati Uniti proviene dall’America latina, parla spagnolo o portoghese e frequenta preferibilmente le chiese dove trova fedeli anch’essi venuti dal Sud.

Inoltre, quasi la metà degli immigrati ispanici negli Stati Uniti si identificano come carismatici, esattamente come avviene nei paesi di provenienza. E questo modifica sensibilmente il paesaggio religioso degli Stati Uniti, anche per quanto riguarda la Chiesa cattolica. I latinoamericani non solo rivoluzionano i numeri, ma cambiano la forma in cui il cattolicesimo è vissuto nel paese guida dell’Occidente.

Un’inchiesta del Pew Forum on Religion & Public Life, pubblicata negli Stati Uniti proprio alla vigilia del viaggio di Benedetto XVI in Brasile, ha studiato per la prima volta a fondo questa imponente trasformazione, che avrà forti riflessi sul futuro del cattolicesimo mondiale.

Il testo integrale della ricerca è nel sito web del Pew Forum:

> Changing Faiths: Latinos and the Transformation of American Religion

Eccone i risultati essenziali, punto per punto:

RELIGIONE E DEMOGRAFIA

Più di due terzi dei "latinos" negli Stati Uniti, il 68 per cento, sono cattolici. E di questi il 28 per cento si qualificano come carismatici, proporzione che sale al 70 per cento tra gli immigrati di confessione protestante.

I cattolici sono in proporzione più alta tra gli immigrati dal Messico. I protestanti sono più numerosi tra quelli che vengono da Puerto Rico. I senza religione, una piccola porzione del tutto, sono in quantità maggiore tra chi proviene da Cuba.

Il Pew Forum prevede che da qui al 2030 i latinoamericani saliranno dal 33 al 41 per cento dei cattolici degli Stati Uniti.

PRATICHE E CREDENZE RELIGIOSE

Rispetto agli altri cattolici degli Stati Uniti gli ispanici sono più devoti alla Madonna, pregano di più i santi, ritengono la Bibbia parola direttamente ispirata da Dio, vanno più spesso in chiesa, danno alla religione un posto più importante nella vita.

Inoltre, una buona metà dei cattolici "latinos" crede che Gesù tornerà sulla terra presto, durante la loro vita. E tre su quattro sono convinti che Dio assicura ricchezza e salute a coloro che hanno fede.

CATTOLICI E CARISMATICI

A differenza degli altri cattolici degli Stati Uniti, di cui solo uno su dieci si definisce carismatico, tra i cattolici "latinos" si definiscono tali il 28 per cento: una proporzione che aumenta di molto se si guarda non alle classificazioni ma ai comportamenti tipici di questo cattolicesimo puritano, comunitario, ispirato, con frequenti esperienze soprannaturali, dalle guarigioni al parlare in lingue sconosciute.

Rispetto agli altri cattolici, i carismatici di provenienza latinoamericana sono anche molto più fedeli alle dottrine tradizionali della Chiesa: credono che il pane e il vino della messa siano realmente il corpo e il sangue di Gesù, si confessano, recitano il rosario.

CONVERSIONI

Tra gli emigrati dall’America latina uno su cinque ha cambiato religione, quasi tutti per il "desiderio di una più diretta e personale esperienza di Dio". Pochissimi dicono di aver abbandonato la Chiesa cattolica perché insoddisfatti delle sue posizioni su questioni come il celibato del clero o il divieto del divorzio, oppure per il modo "non vivo nè coinvolgente" con cui si celebra la messa (bocciatura peraltro condivisa dalla metà di essi).

Rispetto alle altre credenze, i cattolici "latinos" esprimono un giudizio favorevole per i cristiani evangelici nella misura del 42 per cento di giudizi favorevoli, per gli ebrei nella misura del 38 per cento, per i protestanti pentecostali nella misura del 36 per cento, per i mormoni nella misura del 32 per cento, per i musulmani nella misura del 26 per cento, per gli atei nella misura del 17 per cento. I non favorevoli per lo più non si pronunciano. Tra le altre confessioni, spicca il giudizio altamente favorevole (77 per cento) dei pentecostali per gli ebrei.

CHIESA ETNICA

Negli Stati Uniti, le chiese frequentate dai cattolici "latinos" sono per i due terzi degli intervistati quelle in cui si verificano tutte e tre queste condizioni: la messa è celebrata in spagnolo o in portoghese, i fedeli appartengono alla stessa etnia e i preti sono ispanici.

RELIGIONE E POLITICA

Mentre la maggioranza dei cattolici non ispanici preferisce che la Chiesa si tenga lontana dalla politica, i "latinos" la pensano diversamente: il 57 per cento chiedono che la Chiesa si pronunci volta a volta sulle questioni sociali e politiche. E il 44 per cento lamentano che i leader politici manifestino "troppo poco" la loro fede religiosa.

Il 52 per cento dei cattolici provenienti dall’America latina sono contro il matrimonio tra omosessuali, il 54 per cento sostengono che l’aborto debba essere illegale, il 40 per cento si oppongono alla pena di morte, con proporzioni maggiori tra chi va a messa più di frequente.

Sette "latinos" su dieci, sia cattolici che protestanti, dicono che le Chiese non dovrebbero dare indicazioni su partiti e candidati. Nel voto, i cattolici ispanici si dichiarano per il partito democratico tre volte di più che per il partito repubblicano(48 per cento contro 17 per cento), al contrario dei protestanti che sono a maggioranza repubblicani.

In ogni caso, quasi la metà dei cattolici "latinos", al pari dei protestanti, sono convinti che i mali sociali sarebbero sanati se più persone si avvicinassero a Cristo.