Di fronte all’impossibilità di venire ascoltati nelle scuole statali
C’è un gruppo di genitori in Vallagarina che si sta muovendo per capire se anche qui sia possibile aprire una scuola parentale.
Si tratta di un’alternativa al percorso di studi che viene proposto da scuole pubbliche o private e prevede che i genitori si assumano la responsabilità in prima persona dell’educazione dei propri figli.
In alcuni – alle nostre latitudini rari – casi si parla di homeschooling, ossia l’educazione impartita a casa dai genitori.
Più diffuse sono invece le scuole parentali, scuole libere da vincoli con lo Stato, in cui sono le famiglie associandosi a reperire fondi e docenti.
Per mettere le basi di questa proposta è stata organizzata una serata prevista in città a fine mese: sabato 24 febbraio all’Urbar center di corso Rosmini (inizio alle 20.30).
Tre associazioni che credono nella qualità di questi metodi educativi ed accomunate dalla difesa della famiglia, ProVita onlus, l’associazione culturale «La Torre» ed il Coordinamento famiglie trentine, propongono un incontro che ha come obiettivo quello di portare testimonianze dirette ma anche rispondere agli interrogativi di chi è interessato.
La richiesta, come detto, è arrivata dagli stessi genitori che in quest’occasione potranno ascoltare la testimonianza diretta di don Stefano Bimbi, sacerdote fondatore della scuola parentale di Staggia Senese in Toscana.
«Ci sono moltissime famiglie che stanno scoprendo questa alternativa come la valida risposta alle loro aspirazioni nei confronti dell’istruzione dei figli – ha affermato il sacerdote in una recente intervista –. La scuola di oggi, seppure esistono molte valide esperienze didattiche e pedagogiche, ha tralasciato in molti casi di conservare il legame con la centralità della famiglia nell’educazione dei figli».
Dopo la testimonianza di don Stefano Bimbi (che a causa dei suoi molteplici impegni arriverà tramite un video), il dibattito sulla scuola parentale si animerà grazie al medico e scrittore Paolo Gulisano che dialogherà con l’avvocato Marco Sermarini, presidente e fondatore della Società Chestertoniana Italiana, nata per divulgare l’opera dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton.
Sermarini ha fondato a San Benedetto del Tronto la Scuola Libera «G. K. Chesterton».
Questo tipo di scuole, a differenza di ciò che accade nella scuola pubblica, si prefigge di fare classi con pochi alunni, di solito dagli otto ai dieci bambini, per incrementare l’apprendimento. E lo fa anche riducendo le ore sui banchi, che di solito si esauriscono nell’arco della mattinata.
«È un modo di gestione dell’educazione molto diverso – spiega Andrea Giovanazzi dell’associazione culturale “La Torre”, tra le promotrici dell’evento –. Alcune di queste scuole si costituiscono in aggregazioni e prevedono una maggiore partecipazione dei genitori. Entrando nelle classi quello che colpisce è il livello di attenzione dei bambini, sostenuta da una grande motivazione di genitori. È previsto un maestro unico per il percorso delle elementari, ad eccezione dell’insegnamento della lingua inglese».
L’idea è che la conferenza di Rovereto diventi l’occasione per discutere dell’argomento e sondare l’interesse, già manifestato da alcune famiglie che conoscono questi mondi educativi.
«Vorremmo essere un incubatore di idee con la nostra associazione – spiega ancora Andrea Giovanazzi presentando l’iniziativa – per questo portiamo persone che hanno già fatto questa esperienza per parlarne. Se le famiglie dimostreranno interesse poi, potremmo pensare anche ad organizzare una visita in una di queste realtà per vedere da vicino come funzionano».
L’adige.it, del 06/02/2018: http://www.ladige.it/territori/rovereto/2018/02/06/quando-scuola-fanno-genitori
Iniziativa lodevole