La lotta del Card. Pell contro la lobby LGBT

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Martedì 10 gennaio è venuto improvvisamente a mancare il cardinale australiano George Pell, prefetto emerito della Segreteria per l’Economia.

In una intervista andata in onda lo scorso 18 dicembre, sulle reti Mediaset, papa Francesco, nel ricordare il suo impegno per risanare le finanze vaticane, aveva affermato:

Io ho dato indicazioni soltanto. Ma l’organizzare questo che, grazie a Dio, sta andando bene con il Consiglio dell’Economia, con il Segretariato all’Economia. Tutto questo lo ha visto chiaro il cardinale Pell, che è quello che ha incominciato questo”.

Poi è dovuto rimanere quasi due anni in Australia per questa calunnia che gli hanno fattoche poi era innocente, ma gliel’hanno fatta brutta poveretto – e si è allontanato da questa amministrazione, ma è stato Pell a fare lo schema di come si poteva andare avanti. È un grande uomo e gli dobbiamo tante cose”.

Ti sarai forse domandato: a cosa si riferisce il Papa quando afferma: “gliel’hanno fatta brutta poveretto”? E, soprattutto, perché proprio a lui?

Il riferimento è ovviamente al “calvario” processuale che il cardinale australiano ha dovuto patire a seguito delle gravi accuse di pedofilia mossegli nell’estate del 2017, per fatti accaduti negli anni Settanta, quando Pell era parroco nella sua città natale di Ballarat.

L’11 dicembre 2018, il già primate australiano, fu giudicato colpevole di abusi sessuali commessi ai danni di due chierichetti di tredici anni, e il 13 marzo 2019 venne condannato a sei anni di detenzione.

Dopo aver bocciato un ricorso d’appello presentato dai legali del card. Pell, la Corte aveva nuovamente confermato la condanna, sino a quando nel mese di novembre del medesimo anno, a causa di numerosi vizi formali riscontrati nelle procedure processuali, la Corte Suprema dell’Australia aveva finalmente accolto il ricorso d’appello.

Il 7 aprile 2020 la Corte Suprema emise una sentenza di proscioglimento nei confronti del card. Pell, disponendone così il rilascio dopo più di un anno trascorso in carcere, spiegando che vi è stata:

una significativa possibilità che una persona innocente sia stata condannata perché le prove non hanno stabilito la colpevolezza al richiesto standard probatorio” (Corte Suprema dell’Australia, Judgement Summary sulla decisione del 07/04/2020 nel caso Pell v. The Queen)

Ma, parliamoci chiaramente: si è semplicemente trattato di uno sbaglio, come tanti altri?

È probabile, ma è altrettanto lecito dubitarne se si considerano le ferme posizioni assunte del card. Pell in difesa della famiglia naturale, contro la lobby LGTB.

È stato tra i più fermi nemici della comunità LGBT, dall’omosessualità “sbagliata” all’omofobia “inesistente”.

Con tali parole il portale Gaypost.it annunciava la notizia della condanna del porporato australiano, presentando poi alla fine dell’articolo in questione un “florilegio” di dichiarazioni del cardinale, che di seguito ti presento:

Nel 1990 dichiarò a ABC News:L’omosessualità non esiste. Questa attività è sbagliata e crediamo che per il bene della società debba essere scoraggiata“.

Nello stesso uno studente gay della scuola cattolica si suicidò a Melbourne, secondo quanto riportato da The Guardian, Pell commentò il tragico episodio condannando l’omosessualità: Questo è solo un altro motivo per scoraggiare certi atteggiamenti, impedire alle persone di andare verso quella direzione“.

A Sydney nel 2006, Pell avviò una campagna contro l’adozione per le coppie dello stesso sesso affermando che i bambini hanno bisogno di un padre e una madre”.

Nel 2007, Pell disse che le persone gay non avevano bisogno di protezione: “Non è vero che oggi gli omosessuali soffrono di qualche sorta di svantaggio legale e civile come è successo 40 anni alle persone di colore. Non ci sono problemi di giustizia o discriminazione. (Consigliere del Papa condannato per pedofilia. Ha lottato una vita contro la comunità LGBT [gaypost.it]).

Alla luce di quanto hai appena letto, appaiono più chiare le parole del Papa, quando afferma: “Gliel’hanno fatta brutta poveretto”.

Tutto ciò ti fa rendere conto ancor meglio di quanto vi sia bisogno di lottare oggigiorno per tutelare la famiglia naturale dagli assalti di queste vere e proprie lobbies organizzate, ramificate ai più alti livelli.

Ricordando dunque l’impegno del card. Pell, e delle prove terribili cui dovette patire, ti chiediamo di sostenere la nostra attività quotidiana, che contribuisce a garantirti uno spazio di libertà in difesa della vita, della famiglia e della libertà educativa.

Se desideri anche tu poter affermare con forza che il modello di società proposto dalle lobbies LGBT non è quello che vuoi, devi poterlo fare senza il rischio di subire quello che ha patito il card. Pell.

Aiutaci a farlo insieme a noi, collaborando con le nostre lotte: ci batteremo affinché follie simili non possano più accadere.

13/01/2023, da: https://generazionevogliovivere.it/articoli/la-lotta-del-card-pell-contro-la-lobby-lgbt

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