(il Giornale) Odifreddure

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Il matematico che sbaglia sui numeri

di Massimo Introvigne (il Giornale, 6 giugno 2007)

Piergiorgio Odifreddi, docente universitario di matematica ed
esponente di punta dell’Unione degli Atei e degli Agnostici
Razionalisti, si è arrabbiato perché numerosi quotidiani lo hanno dato
per sconfitto ai punti da monsignor Rino Fisichella nella trasmissione
«Annozero» dedicata al controverso tema dei casi di pedofilia fra i
sacerdoti, benché potesse contare su un arbitro – Michele Santoro – non
precisamente imparziale. Come molti allenatori di calcio sconfitti,
cerca di rigiocare la partita sui giornali, con lunghi articoli dove
scende in campo da solo e si convince di aver vinto. Odifreddi,
diventato autore di successo con un libro dove si chiede pensosamente
se i cristiani siano cretini o i cretini siano cristiani, si rivela,
come già in quella trasmissione televisiva, del tutto refrattario al
diritto canonico. Continua a confondere processo canonico e diritto
civile, e segretezza del processo e segretezza del delitto. I documenti
vaticani di cui si è discusso da Santoro impongono che il processo
canonico si svolga a porte chiuse (del processo civile non parlano
affatto), e che i vescovi non ne divulghino atti e procedure: ma la
sentenza è pubblica e il delitto non è tenuto affatto segreto. La
stessa istruzione del 1962 Crimen sollicitationis (oggi peraltro non
più in vigore) con cui se la prende Odifreddi minaccia di scomunica non
chi denunci un abuso sessuale ma al contrario chi – vittima o testimone
– avendone conoscenza non lo denunci. Chi sostiene tesi diverse forse
non riesce a capire il latino in cui sono scritti i documenti. Ma non è
tutta colpa di Odifreddi: l’avere studiato matematica non prepara a
comprendere materie giuridiche dotate di un alto grado di tecnicità.

Odifreddi,
però, ha perso la partita televisiva proprio sul suo terreno, quello
dei numeri. Parliamoci chiaro: anche un solo prete pedofilo è uno di
troppo, e va punito senza se e senza ma. Tuttavia, tutti quelli che
citano statistiche – da Santoro a Odifreddi – usano quelle del maggiore
studio americano sul tema, condotto nel 2006 dal John Jay College della
City University of New York, la più prestigiosa istituzione accademica
americana nel campo della criminologia. Ma non tutti le hanno capite.
Lo studio del John Jay College parla di quattromila sacerdoti accusati
negli ultimi cinquant’anni di rapporti sessuali con minorenni. Accusati
non vuol dire condannati: le condanne sono state 105, in qualche caso
per transazioni prima del processo ma in molti altri perché i sacerdoti
erano innocenti. E i rapporti sessuali con minorenni non equivalgono
alla pedofilia, definita dalle leggi e dalla medicina con riferimento
ai rapporti con minori prepuberi: se un sacerdote di trent’anni scappa
con una minorenne di diciassette tradisce certo il suo sacerdozio, ma
non è un pedofilo. I veri e propri pedofili accusati sono stati
ottocento, i condannati una quarantina. Troppi: e i vescovi che non
hanno vigilato infatti sono stati rimossi, soprattutto da quando di
queste vicende ha cominciato a occuparsi con grande severità il
cardinale Ratzinger. Colpire con rigore estremo i pochi pedofili
travestiti da preti è obbligatorio. Falsificare le cifre è invece un
inganno, così come insistere, alla Odifreddi, sul fatto che un
tribunale americano su istanza della parte civile ha cercato di
incriminare il Papa. In America dare corso a queste istanze è un atto
dovuto, e un altro tribunale ha cercato d’incriminare (non è uno
scherzo) perfino «Satana e i suoi diavoli». Come per il Papa, ci sono
stati problemi di notifica.