(il Giornale) La Madonnina di Civitavecchia venerata anche dal Papa

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Il Papa venerò in Vaticano la «Madonna del miracolo»


 


Il pontefice si  è inginocchiato e ha pregato davanti alla statuina, in una sera di giugno del ’95, subito dopo il dissequestro da parte della magistratura


 


di Andrea Tornielli

A Civitavecchia circola una leggenda metropolitana: Giovanni Paolo II si sarebbe recato una volta – forse due – in incognito a venerare la Madonnina di Pantano che nel 1995 pianse lacrime di sangue. Difficile, se non impossibile, spiegano i bene informati, perché la sua presenza non sarebbe certo passata inosservata nella piccola chiesa di Sant’Agostino. Ma c’è un’altra indiscrezione che circola invece nei palazzi vaticani e che secondo quanto il Giornale ha potuto appurare non è affatto una leggenda: Papa Wojtyla, uno dei pontefici più devoti alla Madonna nella storia della Chiesa, ha davvero pregato davanti a quella statuetta con gli occhi rigati di sangue. Si è davvero inginocchiato davanti a lei. Tutto questo sarebbe avvenuto in Vaticano una sera del giugno 1995, pochi giorni prima che la statua, dopo essere stata dissequestrata dalla magistratura, venisse riportata nella chiesa di Pantano dove si trova tuttora: Giovanni Paolo II avrebbe dunque voluto venerare in forma del tutto privata e riservata la Madonnina, e per questo, anche se soltanto per qualche ora, l’avrebbe accolta nel suo appartamento, nel palazzo apostolico vaticano.


Il fatto di per sé non ha particolari significati. In tutto il mondo, durante questo straordinario pontificato, Giovanni Paolo II si è soffermato a pregare devotamente, con il capo reclinato sostenuto tra le mani, davanti alle effigi mariane più disparate: quadri, icone, statue, mosaici. Così come più volte ha accolto in Vaticano o nella sua cappella privata importanti irinnagini sacre o reliquie «di passaggio» per Roma. Eppure quel gesto, privatissimo, del Pontefice, sta a indicare che Karol Wojtyla (non il Papa in quanto tale) è personalmente convinto – come lo’ è il vescovo di Civitavecchia Girolamo Grillo – che dietro al fenomeno delle lacrimazioni non ci sia un inganno, una truffa (ipotesi peraltro scartata dalla magistratura che ha archiviato l’inchiesta nell’ottobre di cinque anni fa) oppure un fenomeno di suggestione collettiva. Ritiene invece che ci sia un mistero autentico.


Del resto lo stesso vescovo, nel febbraio 2000, rispondendo a una domanda su ciò che il Papa pensava delle lacrimazioni, aveva detto: «Posso raccontare un episodio inedito: pochi mesi dopo l’inizio del fenomeno fui ricevuto in udienza insieme ad altri vescovi. Giovanni Paolo II mi chiese: “lacrima ancora la Madonnina?”. lo mi mostrai un po’ scettico. Lui mi guardò e disse: “Voi vescovi italiani avete la testa dura”. Penso che volesse dire che ero tardo a capire, che non mi fidavo di quanto avevo visto”». «Ogni volta che mi incontra – concludeva Grillo -lui fa riferimento alla Madonnina. Durante un pranzo insieme ai vescovi del Lazio, un anno fa, mi ha chiesto ancora notizie».


Un altro segnale preciso della vicinanza di Giovanni Paolo II era stata la «missione speciale» svolta dal cardinale polacco Andrzej Deskur, presidente della Pontificia accademia dell’Immacolata, amico personale del Pontefice, ospite frequentissimo alla sua tavola. Il 10 aprile 1995, dopo che la Procura aveva disposto il sequestro della statuina, il porporato era andato a Civitavecchia. Immobilizzato su una carrozzella dal 1978, quando un ictus lo colpì alla vigilia del conclave – come prima uscita dal Vaticano all’indomani dell’elezione Wojtyla volle fargli visita al Gemelli – Deskur aveva partecipato a una veglia di preghiera nella cattedrale. E nel suo discorso aveva paragonato il sequestro della statuina a quanto avvenuto in Polonia nel 1967, quando le autorità comuniste ordinarono ilsequestro della Madonna nera di Czestochowa. «Quel santuario – disse il cardinale amico del Papa – rientra nella metropolia di Cracovia, di cui era vescovo Karol Wojtyla. Ora Civitavecchia dipende dalla sede metropolitana di Roma, di cui è vescovo il Papa. Quindi è colpita la stessa persona del Papa. Ritengo assurdo tale sequestro». In quella occasione il porporato polacco non si era presentato a mani vuote. Aveva portato con sé una copia della statuina di Medjugorje che si trova ancora in casa Gregori e nei giorni dedicati a festività mariane essuda misteriosamente un olio profumatissimo, conservando il suo aroma per molto tempo.


Un ulteriore segno dell’attenzione del Pontefice per questo fenomeno è arrivato nel maggio scorso, quando monsignor Grillo ha festeggiato il suo venticinquesimo di episcopato. Nel messaggio che gli ha inviato il Papa si leggeva tra l’altro: «grandemente stimiamo la tua pietà mariana». Il nunzio apostolico in Italia, l’arcivescovo Paolo Romeo, è stato incaricato di manifestare la vicinanza del Pontefice a Grillo e durante la cerimonia in cattedrale gremita di fedeli ha detto che il vescovo è «depositario di tanti gesti misteriosi dei quali solo il tempo ci aiuterà a comprendere il significato, il senso dell’intervento di Maria nella storia della salvezza».


Con la pubblicazione del dossier in occasione del decennale della lacrimazione, la diocesi snocciola ora una serie di dati sulle tante conversioni, sulle coppie che hanno ricomposto il loro matrimonio in crisi, sulle segnalazioni di grazie. Il vescovo Grillo, nelle cui mani la statuina ha lacrimato il 15 marzo 1995, ha precisato di «non poter proclamare il miracolo» perché non spetta a lui. Il Vaticano sulla vicenda non si è pronunciato, né lo farà pubblicamente il Papa. Ma l’atteggiamento di Wojtyla sulla Madonnina è tutt’ altro che negativo.


 


Giornale – 25 gennaio 05