Avvenire. Un altro scivolone in tema di famiglia

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Alla cortese attenzione del Direttore di Avvenire, Marco Tarquinio.
Egregio Direttore,
ma dove stiamo andando con il giornale che dovrebbe dare voce ai cattolici desiderosi di seguire il Magistero della Chiesa? Soprattutto in quel campo così sotto attacco che è la famiglia?
Perché si trovano articoli, con sempre maggiore frequenza, che creano confusione riguardo all’insegnamento cattolico su ciò che papa Francesco, in continuità con quanto costantemente abbiamo imparato dal catechismo, definisce famiglia, in modo univoco, come quella realtà costituita dal rapporto d’amore tra un uomo e una donna?
Perché il suo giornale riporta questa notizia: «Alle ore 12 di questa mattina, 16 giugno 2018, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza una Delegazione del Forum delle Associazioni Familiari in occasione del 25° anniversario della nascita dell’attività associativa» e poi di seguito queste affermazioni chiarissime del pontefice: «Poi oggi – fa male dirlo – si parla di famiglie “diversificate”: diversi tipi di famiglia. Sì, è vero che la parola “famiglia” è una parola analogica, perché si parla della “famiglia” delle stelle, delle “famiglie” degli alberi, delle “famiglie” degli animali… è una parola analogica. Ma la famiglia umana come immagine di Dio, uomo e donna, è una sola. È una sola…»?
E allora perché poi, Direttore, permette a un suo giornalista di pubblicare questa intervista a colui che dovrebbe essere il maggiore interprete dell’insegnamento della Chiesa sulla famiglia (vista la carica che ricopre) confondendo le relazioni «omogenitoriali» con quella che è l’unica forma di famiglia?

Infatti oggi, 29 dicembre 2020, [è la data dell’invio della lettera] ho trovato questo articolo su Avvenire:

«Ufficio Cei per la famiglia. Vianelli: «Risposte nuove nell’Anno dell’Amoris laetitia»
Luciano Moia martedì 29 dicembre 2020
Dai percorsi per i fidanzati, ai divorziati, alle COPPIE OMOGENITORIALI.
Parla Il direttore dell’Ufficio Cei…»
«Ma anche qui servono competenze allargate che non si possono improvvisare. Come anche per l’accompagnamento dei figli delle persone separate o, con difficoltà ancora maggiori, a quelli che provengono da FAMIGLIE OMOGENITORIALI. «La pastorale evidentemente – fa notare padre Vianelli – non può lasciare indietro nessuno. Ma è certo che queste situazioni vanno seguite con prudenza e delicatezza. Se è vero che tutti i bambini sono uguali, e a tutti va dedicata la stessa attenzione, è anche vero che non tutte le SITUAZIONI FAMILIARI vanno messe sullo stesso piano. Ma, soprattutto nel caso delle FAMIGLIE OMOGENITORIALI, le questioni da tenere presenti sono tante e molto, molto complesse». Accogliere vuol dire mettere da parte lo stile di vita dei genitori?».

Siccome non è la prima volta che il suo giornale si discosta dall’insegnamento della Chiesa su Matrimonio e famiglia, sempre con articoli di Luciano Moia, mi chiedo che cosa si sta aspettando per correggere queste affermazioni contraddittorie, che creano non poca confusione nelle menti dei fedeli cattolici. Non sarebbe ora di fare piazza pulita di chi infanga l’insegnamento del Signore e della Chiesa, ritornando alla chiarezza dell’insegnamento che i papi (e soprattutto quel Papa che Francesco ha definito il «Papa della famiglia») hanno costantemente riproposto?

Del resto, ogni volta che celebro l’Eucaristia, pronuncio con fede queste parole: «Noi te l’offriamo [il sacrificio eucaristico] anzitutto per la tua Chiesa santa e cattolica, perché tu le dia pace e la protegga, la raccolga nell’unità e la governi su tutta la terra, con il tuo servo il nostro Papa Francesco, il nostro Vescovo… e con tutti quelli che custodiscono la fede cattolica, trasmessa dagli Apostoli». Penso che tra coloro che «custodiscono la fede cattolica trasmessa dagli apostoli» si debbano giustamente considerare coloro che hanno il compito di comunicare, nel variegato mondo della stampa e dei social networks, le notizie «orientati a rendere ancor più esplicita e interessante la natura e la missione di una voce originale e di un coraggioso giornale di informazione e di idee.» (così vi presentate sul vostro sito [1])
In sostanza devono essere chiare con estrema fermezza due cose:
  • non esistono assolutamente “famiglie omogenitoriali”, ma coppie omosessuali a cui non compete mai e in nessun modo il titolo di ‘famiglia’; bisogna quindi rifiutarsi sempre di usare il termine famiglia per queste ‘coppie’;
  • queste coppie non hanno “figli”, né naturali né adottivi, perché uno è figlio di un padre e di una madre, naturali o adottivi; bisognerebbe invece dire a gran voce che i fanciulli che sono stati consegnati forzatamente dallo Stato a queste coppie sono vittime di una iniquità gravissima e inaccettabile: come possiamo dormire sonni tranquilli mentre dei poveri fanciulli sono costretti a farsi ‘amare’ da due uomini (24 ore al giorno)?
Grazie per l’attenzione, sperando di non dovere essere costretto a non più diffondere Avvenire nelle Chiese in cui sono Parroco.

Don Gabriele Mangiarotti
30 dicembre, 2020

P.S.: a tutt’oggi (2 gennaio 2021) non ho avuto alcuna risposta, purtroppo!

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[1] Così indicate quella che dovrebbe essere la vostra mission: «Avvenire prende lo slancio per dare voce a un mondo cattolico che, a maggior ragione dopo il Vaticano II, è una realtà composita e vivace, ricca di sensibilità e di anime differenti, impegnata nei più diversi fronti dell’educazione, della cultura, della società. Nelle pagine del “loro” quotidiano i cattolici italiani (ma anche tanti non credenti) imparano a trovare una guida ragionata dentro e attraverso le notizie di ogni giorno, accompagnata da idee chiare e orizzonti ampi quanto il mondo. L’informazione internazionale e quella religiosa, le pagine di cultura e gli editoriali, le opinioni dei lettori e l’attenzione alla società reale si consolidano col tempo come veri punti di forza, del tutto originali e caratteristici, di un giornale che continua a crescere nel radicamento dentro la comunità ecclesiale italiana e nel prestigio davanti all’opinione pubblica del Paese… (in seguito) Avvenire aggiunge pagine, temi e interessi, seguendo le grandi sfide di una società italiana nella quale diventano sempre più visibili i segni della secolarizzazione che attraversa tutto il mondo occidentale ma dove l’impronta del cristianesimo e della sua visione dell’uomo restano ben presenti e riconoscibili.
fonte https://www.culturacattolica.it/attualit%C3%A0/in-rilievo/abbiamo-detto-gli-editoriali/caro-avvenire-quelle-omogenitoriali-non-sono-famiglie

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Fabio Massimo Addarii

    È evidente che nella Chiesa di Cristo si sono infiltrati lupi travestiti da agnelli che sembrano seguire le direttive di Lucifero maestro di inganni e di divisioni

  2. Giuseppe

    Dopo il quotidiano Avvenire, segue Famiglia Cristiana, più un Club che Famiglia che ha sposato teorie “sinistrate” e del quale da anni ho smesso di acquistare, anche la mia parrocchia l’ha sostituita con l’ottima rivista mensile di apologetica “Il Timone” che sa guardare con oculatezza e ragionare con obiettività senza scambiare il Vangelo con “l’aiuto ai più deboli” una politica di sinistra, che i più deboli ha dimenticato.

  3. enrico falcinelli

    Lo scopo di questa deriva è insita nel progetto in corso da parte delle élites che dopo Papa Leone XIII cambiarono strategia infiltrandosi direttamente nelle fila dalla Chiesa. Oggi giornali come Avvenire, sono il frutto di una crisi annunciata e una maleducazione morale che abbraccia i temi progressisti aprendo la strada al dominio globale che si giustifica in quella che è chiamata IV rivoluzione industriale (The Great Reset) dove non deve più esistere identità nella tradizione né morale naturale ma solo l’uomo a servizio totale degli interessi finanziari dell’élite dominante. Forse servirà questo a far tornare all’uomo le domande originali su di sé, quando si accorgerà che destrutturando l’essere, di sè stesso non è rimasto nulla…

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