Un Governatore statunitense favorevole all’aborto
afferma che rinuncerà alla Santa Comunione
Nel frattempo, l’arcivescovo del New Jersey invita
i dissenzienti ad essere onesti
TRENTON, venerdì 7 maggio 2004 (ZENIT.org).- Il Governatore
del New Jersey, James McGreevey, il quale si dichiara
favorevole all’aborto legale nonostante gli insegnamenti della Chiesa,
ha annunciato che non riceverà più la Comunione durante la Messa.
McGreevey ha annunciato questa decisione mercoledì in una
conferenza stampa, a seguito delle dichiarazioni dei vescovi
che affermano che le sue posizioni relativamente all’aborto,
ai legami tra coppie omosessuali e all’uso di cellule
staminali umane nella ricerca medica sono inconciliabili
con gli insegnamenti della Chiesa cattolica.
Il “New York Times” ha riportato la notizia in base alla
quale il vescovo John Smith di Trenton aveva detto che non
avrebbe dato la Comunione al Governatore.
La scorsa settimana, il vescovo Joseph Galante, della
vicina Camden, ha affermato che si sarebbe comportato allo
stesso modo con il Governatore McGreevey, nel caso egli si
fosse recato nella sua diocesi, dal momento che è
divorziato e risposato.
Sempre mercoledì, il responsabile di un’arcidiocesi del New
Jersey ha rilasciato una dichiarazione pastorale che esorta
i politici a favore dell’aborto ad astenersi dal ricevere
la Comunione.
L’arcivescovo John Myers di Newark ha scritto sul “Catholic
Advocate”, il giornale dell’arcidiocesi, di questa settimana
che “il fatto che alcuni Cattolici, che affermano di credere
in quello in cui la Chiesa crede, vogliano permettere ad
altri di continuare ad uccidere degli innocenti è un grave
scandalo”.
“La situazione è molto, molto peggiore quando questi
stessi leader ricevono l’Eucarestia quando non sono
oggettivamente in comunione con Cristo e con la Sua Chiesa”,
ha affermato. “La loro oggettiva disonestà serve ad
aggravare lo scandalo”.
Nella sua dichiarazione intitolata “Il momento dell’onestà”,
l’arcivescovo Myers ha spiegato gli aspetti personali e
collettivi della fede, il corretto sviluppo delle coscienze
e la natura del dissenso, il significato e lo scopo
dell’Eucarestia, la dignità della vita umana dal concepimento
fino alla morte naturale e la grave ingiustizia dell’aborto.
“Anche se dobbiamo tutti seguire la nostra coscienza, questa
non ha il compito di creare la verità morale, ma di
percepirla”, ha scritto.
“Può accadere che un individuo percepisca la realtà morale
di una particolare situazione in maniera errata. Una persona
del genere può essere sincera, ma sta sinceramente
sbagliando”.
L’arcivescovo ha sottolineato che il dissenso ha conseguenze
naturali in una comunità di fede.
“I Cattolici che dissentono pubblicamente dagli insegnamenti
della Chiesa sul diritto alla vita di tutti i bambini non
ancora nati dovrebbero riconoscere di aver scelto
liberamente, con le loro azioni, di separarsi da quello che
la Chiesa crede ed insegna”, ha affermato il prelato
sessantaduenne.
“Si sono anche separati in modo significativo dalla
comunità cattolica”.
L’arcivescovo ha chiesto ai dissenzienti di essere onesti:
“La Chiesa non forza queste persone a cambiare la loro
posizione, ma può chiedere e infatti chiede loro di
ammettere in pubblico di non essere in piena unione con
la Chiesa”.
Ha poi continuato: “Chi esercita un tale dissenso, anche
se crede erroneamente che sia ammissibile, può rimanere
cattolico da qualche punto di vista, ma ha abbandonato la
piena fede cattolica. Per una persona di questo tipo,
esprimere `comunione’ con Cristo e la Sua Chiesa
ricevendo il Sacramento dell’Eucarestia è oggettivamente
disonesto”.
“E’ ora di essere onesti”, ha aggiunto. “Chiedo agli
elettori cattolici e ai Cattolici impegnati nella vita
pubblica di considerare attentamente la loro posizione se
si trovano in una posizione inconciliabile con gli
insegnamenti della Chiesa relativamente a questioni di
questo tipo”.
“Purtroppo, devo far notare che continuare su questa strada
pone nel pericolo di distanziarsi ancora di più da Gesù
Cristo e dalla Sua Chiesa”, ha aggiunto l’arcivescovo.
Con la sua dichiarazione, l’arcivescovo Myers ha affermato
il diritto alla vita e la necessità per tutti i Cattolici
di farsene difensori.
“Non c’è diritto più fondamentale di quello di nascere e
crescere con tutta la dignità che la persona umana merita”,
ha affermato.
“Su questo importante problema, i funzionari pubblici non
possono ritenersi dispensati dai loro doveri, soprattutto
se affermano di essere cattolici”, ha aggiunto.
“Ogni fedele cattolico deve non solo opporsi personalmente
all’aborto, ma anche vivere quell’opposizione nelle proprie
azioni (…) Come elettori, i Cattolici sono tenuti ad
evitare qualsiasi implicazione con l’aborto, che è una
delle ingiustizie più gravi”.
Per saperne di più sull’argomento, si legga l’intervista
realizzata da ZENIT con padre Thomas D. Williams, Decano
della Facoltà di Teologia dell’Ateneo Pontificio Regina
Apostolorum di Roma, apparsa sul Servizio Giornaliero
del 26 aprile 2004
http://www.zenit.org/
ZI04050701