(ZENIT) Niger: operazione ‘lavoro per cibo’

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Persiste la fame in Niger per due milioni di persone, avverte la Caritas


Lancia un appello per difendere il Paese africano da questo flagello

CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 26 gennaio 2006 (ZENIT.org).- “Caritas Internationalis” (CI) ha lanciato un appello chiedendo due milioni di dollari statunitensi per portare aiuto a quanti soffrono la crisi alimentare in Niger e per collaborare alla ricostruzione dei mezzi di produzione degli alimenti nel Paese africano, affinché la sua popolazione si salvi dal flagello della fame.

L’organismo cattolico di aiuto avverte che, anche se il raccolto più recente (2005-2006) è stato migliore di quello della stagione precedente, gran parte della popolazione soffre ancora di malnutrizione grave.

“Nella crisi del 2004-2005 più di tre milioni di persone hanno sofferto la fame. Attualmente, più di due milioni di persone continuano a soffrirla. Per la maggior parte si tratta di donne e bambini”, denuncia in un comunicato diffuso questo martedì.

I fondi sono necessari soprattutto per portare aiuti alimentari a circa 25.000 persone, delle quali le più gravemente denutrite, circa il 10%, riceveranno alimenti per distribuzione diretta; il resto parteciperà ad un programma di “lavoro per cibo”.

Coloro che sono in grado di farlo aiuteranno a scavare pozzi, a seminare o lavoreranno in altri modi per ristabilire i mezzi di produzione agricola in ogni comunità, in cambio di cibo. I benefici si estenderanno alle loro famiglie, vale a dire ad un totale di circa 150.000 persone.

L’economia del Niger, basata sulle attività agropecuarie, è estremamente esposta alle fluttuazioni del clima tipiche di tutta la regione del Sahel. Il Paese vive in una situazione di allarme alimentare permanente, provocata da una pluviometria scarsa che causa periodi di grande siccità.

Durante la crisi del 2004-2005 – ricorda CI – i fattori hanno venduto tutto ciò che avevano (aratri, sementi, bestiame) per comprare cibo. Sono rimasti anche senza gli strumenti necessari a recuperare il suolo e molti si sono indebitati a tal punto che la maggior parte del guadagno del raccolto venduto ora serve per pagare i debiti. Ciò che rimane riesce a coprire solo due o quattro mesi dell’intero anno.

L’area totale suscettibile di essere coltivata è inoltre diminuita, visto che gli agricoltori hanno perso i mezzi per lavorare la terra e questa é stata abbandonata. Il programma “lavoro per cibo” sarà orientato a recuperare queste terre. Per questo motivo, la Caritas incoraggerà i metodi tradizionali per raccogliere l’acqua piovana e prevenire la sua perdita.

Il programma, oltre a sviluppare fonti alternative di entrate, cercherà anche di diversificare le risorse alimentari perché la popolazione del Niger non sia completamente esposta ai capricci della natura a causa della scarsità delle piogge.

CI avverte anche che la regione è già abituata alla malnutrizione cronica, soprattutto quando arriva ogni anno il “periodo difficile”: il momento in cui il raccolto dell’anno precedente è esaurito e quello successivo non è ancora pronto.

L’organismo cattolico di aiuto supervisionerà l’istituzione e la gestione di banchi alimentari nei villaggi, anche se questi dovranno essere sostanzialmente autonomi. “Ciò aiuterà a gestire la disponibilità di alimenti durante i periodi difficili, oltre a mantenere i prezzi stabili in quei momenti”, spiega il comunicato.

Il programma includerà l’apertura di centri medici e la formazione di personale per assistere le persone denutrite.

“Caritas Internationalis” (www.caritas.org) è una confederazione di 162 organizzazioni di assistenza, sviluppo e servizio sociale cattoliche che lavora in 200 Paesi e territori.

In Niger solo lo 0,18% dei circa 11 milioni di abitanti è cattolico. L’80% della popolazione è musulmana, il resto segue religioni tradizionali.
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