(ZENIT) La soppressione dell’embrione capovolgimento culturale

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Non c’è possibilità di dubbio circa l’inizio della vita umana


Intervista con la dottoressa Elizabeth Kipman Cerqueira

SAN PAOLO, lunedì, 23 maggio 2005 (ZENIT.org).- “Dobbiamo tener presente che non c’è possibilità di dubbio circa l’inizio della vita umana. La questione, per come viene presentata nei mezzi di comunicazione, confonde o diminuisce l’impatto del fatto di proporre l’interruzione o la manipolazione di una vita umana”, afferma un’esperta.

In questa intervista concessa a ZENIT, la dottoressa Elizabeth Kipman Cerqueira – ginecologa, specialista in Logoterapia e Logoteoria applicata all’Educazione, membro della Commisione di etica e Coordinatrice del Dipartimento di Bioetica dell’Ospedale “São Francisco” di Jacareí, nello Stato di San Paolo – spiega il concetto di inizio della vita umana ed affronta le questioni che si riferiscono alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.

La Legge di Biosicurezza, approvata in Brasile il 2 marzo scorso, permette la ricerca su embrioni umani. In questo contesto si è discusso a lungo sul concetto di vita umana, soprattutto nella sua fase iniziale. Molti scienziati affermano che lo zigote (il gamete femminile dopo la fecondazione) non sia altro che un insieme di cellule. Altri dicono che l’“essere umano” si costituirebbe solo dopo che lo zigote ha raggiunto i 14 giorni, quando ci sono i primi segni della comparsa del sistema nervoso.

Esiste un concetto chiaro ed universale dell’inizio della vita umana?

Dott.ssa Elizabeth Kipman Cerqueira: I trattati di Medicina continuano ad affermare che l’inizio della vita umana avviene al momento dell’unione tra l’ovulo e lo spermatozoo. Perfino grandi difensori del diritto illimitato della donna all’aborto concordano con questa definizione. Ad esempio, quando è stato chiesto al professore e filosofo Peter Singer, difensore del “diritto all’aborto”, “Per lei quando inizia la vita?”, ha risposto: “Non ho dubbi sul fatto che la vita inizi al momento del concepimento” (ALIÁS Estado de S.P, 23/01/2005 J3). Dobbiamo tener presente che non c’è possibilità di dubbio circa l’inizio della vita umana. La questione, per come viene presentata nei mezzi di comunicazione, confonde o diminuisce l’impatto del fatto di proporre l’interruzione o la manipolazione di una vita umana.

Si dice che gli embrioni congelati da più di tre anni (che in base alla nuova legge brasiliana possono essere utilizzati nella ricerca) verrebbero in ogni modo eliminati. E’ vero?

Dott.ssa Elizabeth Kipman Cerqueira: Questa affermazione deriva da una valutazione della percentuale di possibilità di successo di gestazione nel caso in cui questi embrioni venissero impiantati. Visto che la probabilità di successo diminuisce con il tempo, in genere si stabilisce questo termine. La letteratura mondiale, tuttavia, ha pubblicato notizie relative a casi di bambini nati perfettamente sani dopo essere stati impiantati nell’utero pur essendo stati congelati per più di tre anni quando erano degli embrioni. Il problema è il processo stesso della fecondazione “in vitro” con tutte le sue conseguenze, compreso quell’“eccesso” di embrioni congelati. E’ una vita umana congelata che può o non può svilupparsi in futuro. Questa argomentazione usata per dare il via libera alla ricerca sugli embrioni è ingannevole. Potremmo paragonarla ad un’affermazione totalmente priva di etica come questa: “Gli esperimenti scientifici portano alla morte clinica le persone adulte. Useremo i loro organi per i trapianti e finiremo per ucciderle, perché non torneranno in vita, senza tener conto degli esperimenti che hanno provocato la morte”.

“L’estrazione di cellule staminali embrionali derivante da interessi legati alla ricerca non conduce al successo degli esperimenti e provoca direttamente la morte degli embrioni”, afferma la dottoressa Claudia Navarini, professoressa della Facoltà di Bioetica dell’Ateneo Pontificio “Regina Apostolorum” di Roma. Perché allora tanto interesse per la ricerca sugli embrioni e non sulle cellule adulte?

Dott.ssa Elizabeth Kipman Cerqueira: C’è una concomitanza di varie situazioni: a) persone che pensano che alla Scienza tutto debba essere permesso e che niente possa fermare una possibile scoperta; i progressi della ricerca non potrebbero essere interrotti; b) scienziati che desiderano “superare” altri Paesi nel progresso scientifico ed aspirano a ricevere fondi per la ricerca; c) persone che hanno l’interesse economico e sociale di “disfarsi” degli embrioni congelati che richiedono un costo per essere mantenuti (con o senza possibile lucro derivante dalla vendita); d) persone che si sono convinte che queste cellule possano fornire la cura per malattie terribili ed incurabili, il che, per loro, diminuirebbe la gravità del fatto che si utilizzi una vita umana; e) persone che lottano per prestigio politico e sfruttano certe situazioni per richiamare l’attenzione della popolazione; f) persone che utilizzano questioni come queste, in cui si camuffano l’aborto e l’eliminazione della vita umana, per conquistare sempre più spazio ed arrivare alla legalizzazione dell’aborto senza condizioni, in qualunque momento della gestazione; g) persone che desiderano cambiare i valori fondamentali della nostra società e che manipolano tutti gli altri.

Riscontra una confusione tra i risultati positivi della ricerca sulle cellule staminali adulte e l’euforia di quanti sono entusiasti per la ricerca sugli embrioni?

Dott.ssa Elizabeth Kipman Cerqueira: Molti scienziati che ottengono risultati positivi utilizzando cellule staminali adulte non ritengono adeguata la ricerca sulle cellule embrionali. L’euforia è stata manifestata più che altro dai laici. Gli stessi difensori di questa pratica, tuttavia, accanto all’entusiasmo per la vittoria conquistata si sono affrettati ad affermare che non si può prevedere esattamente fino a che punto si arriverà con le cellule embrionali, se verranno usate e quando potranno essere utilizzate. Secondo molti scienziati impegnati nella ricerca in questo settore, l’entusiasmo provocato dal risultato dell’utilizzo di cellule staminali adulte non giustifica in alcun modo l’insistenza sulla necessità dell’utilizzo di cellule embrionali, che non hanno fatto riscontrare alcun risultato positivo. Al contrario, hanno dato segni di pericolo, come il rischio di provocare tumori per la loro crescita disordinata. Si possono ottenere ancora molti risultati (e ci sono molte meraviglie da scoprire!) con l’utilizzo delle cellule staminali adulte, che non distruggono vite umane e hanno già fatto raggiungere grandi conquiste terapeutiche!
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