(ZENIT) La chiesa non ha cambiato posizione sui preservativi

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 “Non è vero che la dottrina della Chiesa sul preservativo sia cambiata”
Nota dell’Ufficio di Informazione della Conferenza Episcopale Spagnola MADRID, giovedì, 20 gennaio 2005 (ZENIT.org).- Pubblichiamo la “Nota sull’AIDS e sul preservativo” pubblicata questo mercoledì dall’Ufficio di Informazione della Conferenza Episcopale Spagnola.

La nota spiega le interpretazioni giornalistiche delle dichiarazioni rilasciate martedì da padre Juan Antonio Martínez Camino, Segretario Generale della Conferenza Episcopale Spagnola (cfr. ”Proposte del segretario dell’episcopato spagnolo al Governo per prevenire l’AIDS”, ZENIT, 20 gennaio 2005).


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Il Segretario Generale della Conferenza Episcopale, p. Juan Antonio Martínez Camino, ha incontrato ieri il Ministro della Salute e del Consumo, la signora Elena Salgado, per conversare su come collaborare nel miglior modo possibile per prevenire l’epidemia dell’AIDS. E’ un argomento che preoccupa molto la Chiesa, i Cattolici e le istituzioni ecclesiali che, com’è noto, lavorano in Spagna e in tutto il mondo per assistere a livello sociale e sanitario quanti sono stati colpiti da questa malattia.

Il Segretario Generale ha commentato con il Ministro il programma di prevenzione noto come ABC, proposto da insigni scienziati ed esperti di fama internazionale (cfr. la rivista medica “The Lancet” del novembre 2004). Secondo gli esperti, le politiche di prevenzione della trasmissione dell’AIDS per via sessuale, per essere complete ed efficaci, devono basarsi sulla raccomandazione – in quest’ordine – di astinenza, fedeltà ed uso dei preservativi. Lo stesso è stato affermato anche dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

E’ stato quindi spiegato al Ministro che non sono esatte le affermazioni in base alle quali la Chiesa, promuovendo il retto esercizio della sessualità umana, orientata dalla virtù della castità, si porrebbe in contrasto con le raccomandazioni scientifiche al momento di prevenire il contagio dell’AIDS. Al contrario, l’astensione da rapporti sessuali indebiti e la fedeltà reciproca tra i coniugi costituiscono l’unica condotta sicura generalizzabile davanti al pericolo dell’AIDS. Le raccomandazioni degli esperti in salute pubblica coincidono in questo con la dottrina morale della Chiesa.

Il Segretario Generale ha risposto brevemente ai giornalisti che lo aspettavano all’uscita del Ministero della Salute che l’uso del preservativo ha un suo posto nel programma chiamato ABC, un piano integrale tecnico di prevenzione dell’AIDS. Questa dichiarazione deve essere compresa nel contesto della dottrina cattolica che sostiene che l’uso del preservativo implichi una condotta sessuale immorale.

Per questo motivo, la Chiesa collabora in maniera razionale ed efficace nella prevenzione dell’AIDS promuovendo l’educazione delle persone all’amore coniugale fedele e aperto alla vita, cercando di evitare in questo modo rapporti indebiti e promiscui, che danno luogo alle cosiddette “situazioni di rischio” sanitario. In base a questi principi non è possibile consigliare l’uso del preservativo, in quanto contrario alla morale della persona. L’unica cosa veramente consigliabile è l’esercizio responsabile della sessualità, secondo la norma morale.

In conclusione, a differenza di quanto è stato affermato da più parti, non è vero che la dottrina della Chiesa sul preservativo sia cambiata.
ZI05012002


 Proposte del segretario dell’episcopato spagnolo al Governo per prevenire l’AIDS
Incontro di padre Camino con il Ministro della Salute

MADRID, giovedì, 20 gennaio 2005 (ZENIT.org).- Il portavoce della Conferenza Episcopale Spagnola (CEE) ha reso noto martedì al Ministro della Salute del Governo spagnolo che la Chiesa, per prevenire l’AIDS, è contraria alla generalizzazione sistematica ed unilaterale del preservativo come unica misura profilattica e ritiene più pertinente la “Strategia ABC”, dalle iniziali inglesi delle parole astinenza, fedeltà e preservativi.

Secondo quanto reso noto da Análisis Digital , pubblicazione della Fondazione “García Moriente”, dipendente dall’arcivescovato di Madrid, padre Juan Antonio Martínez Camino ed il Ministro Elena Salgado si sono incontrati per affrontare il tema della prevenzione e della lotta all’AIDS.

La riunione, caratterizzata da un dialogo che il portavoce dei vescovi ha definito “molto disteso e molto piacevole”, ha affrontato soltanto l’attuale situazione medica e sociale della malattia.

Padre Martínez Camino ha affermato che la Chiesa è “molto preoccupata e molto interessata” a questo “grave problema” ed ha garantito che l’atteggiamento dell’episcopato “è avallato anche da proposte scientifiche”, come la cosiddetta “Strategia ABC”, dalle iniziali inglesi delle parole astinenza (“abstinence”), fedeltà (“be faithful”) e preservativi (“condoms”).

La strategia, pubblicata a novembre dalla prestigiosa rivista medica “The Lancet”, vuole trovare “una base comune” per la prevenzione della trasmissione sessuale dell’AIDS , fondandosi sul parere di oltre 150 esperti di 36 Paesi.

Dopo aver indicato che l’incontro ha permesso loro di verificare l’esistenza di “determinati pregiudizi” circa l’atteggiamento della Chiesa nella prevenzione dell’AIDS, il portavoce della Conferenza Episcopale e il Ministro della Salute hanno approfittato dell’incontro per sottolineare che la collaborazione di ognuno “nel proprio ambito e in base alle rispettive responsabilità è la maniera adeguata per cercare di risolvere un problema così grave come questo in Spagna e in tutto il mondo”.

Padre Martínez Camino ha spiegato inoltre di aver sollecitato l’incontro “per poter comprendere bene le posizioni (del Governo) a questo riguardo”, in modo da potersi “capire” e così che fosse possibile “collaborare”. “E’ questo il nostro desiderio – ha concluso il portavoce – e spero che in futuro si possa progredire su questa via”.

Il Ministro della Salute ha definito l’incontro “cordiale” ed ha espresso a padre Martínez Camino il proprio rispetto per l’azione pastorale che la Chiesa realizza con i suoi fedeli.

La Salgado, tuttavia, ha chiesto alla Chiesa cattolica di non mettere in discussione la validità del preservativo nella prevenzione dell’AIDS, una validità “che è stata confermata da numerose ricerche scientifiche e che è alla base delle politiche di lotta contro questa malattia avallate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), dall’Unione Europea e da altri organismi internazionali”.

Di fronte alla campagna lanciata dal Ministero della Salute per promuovere l’uso del preservativo tra i giovani come metodo di prevenzione dell’AIDS, padre Martínez Camino aveva affermato in una conferenza stampa concessa il 29 novembre che “l’unico esercizio sicuro della sessualità è quello che si esercita con responsabilità e fedeltà”.

“Non è sicuro che l’uso del preservativo sia sesso sicuro; non è certo, statisticamente non è certo, c’è un alto tasso di contagio anche quando si usa il preservativo, per cui dire che l’uso del preservativo equivale a sesso sicuro vuol dire disinformare la società e non dire tutta la verità”, aveva detto nell’incontro, secondo quanto raccolto dall’agenzia “Veritas”.

Secondo Martínez Camino, l’apporto della Chiesa alla soluzione di problemi come l’AIDS, “epidemie legate indubbiamente alla promiscuità sessuale”, è “basata sull’antropologia cristiana e sul concetto integrale dei rapporti umani”.

Per il portavoce della CEE, il preservativo non è una soluzione al problema dell’AIDS: “Usando questi strumenti si può evitare un male maggiore, ma non si evita il male; ci sono anche statistiche secondo le quali il fatto di incitare il sesso promiscuo, la moltiplicazione dei rapporti sessuali, che si credono sicuri, incrementa il pericolo del contagio”.

“Bisogna dire tutta la verità e tutta la verità è che l’ideale perché ci siano rapporti sessuali sani è la fedeltà e l’esercizio responsabile della sessualità integrato in rapporti personali non mutilati”, ha affermato allora il portavoce dei vescovi spagnoli.
ZI05012003


 Segretariato per la Famiglia dell’episcopato argentino: “La Chiesa non approva il preservativo”
Chiarimento delle interpretazioni giornalistiche delle dichiarazioni di padre Martínez Camino

BUENOS AIRES, giovedì, 20 gennaio 2005 (ZENIT.org).- Questo mercoledì il Segretariato per la Famiglia della Conferenza Episcopale dell’Argentina ha voluto chiarire le interpretazioni diffuse dai giornali circa le dichiarazioni rilasciate da padre Juan Antonio Martínez Camino, segretario generale della Conferenza Episcopale Spagnola (cfr. ”Proposte del segretario dell’episcopato spagnolo al Governo per prevenire l’AIDS”, ZENIT, 20 gennaio 2005).

Di seguito pubblichiamo il comunicato firmato da Carlos Camean Ariza, direttore delle Comunicazioni del Segretariato.


Il Segretariato Nazionale per la Famiglia della Conferenza Episcopale Argentina si vede costretto a chiarire:

– Che la Chiesa non ha approvato né giustificato l’uso del preservativo in alcun modo.

– La posizione della Chiesa non è cambiata in quanto l’unica via per prevenire qualsiasi malattia a trasmissione sessuale si basa sulla fedeltà e sull’astinenza.

– Incoraggiare relazioni promiscue con il pretesto della protezione è quanto meno azzardato, considerando che la percentuale di insuccesso di questo sistema oscilla (a seconda della malattia) fra il 3 e il 10%.

– Gli Stati hanno il dovere di essere chiari al momento di informare la popolazione su questi aspetti, senza ingannare su benefici che non sono certi.

– Il Cattolico, oltre ad aderire ai principi della Chiesa nella sua azione personale, ha il dovere di fare in modo che tutta la società viva avvalendosi dei benefici che derivano da tali norme. Agire in altra maniera sarebbe sciocco e antisociale. Nell’ambito democratico, come cittadino, ha il diritto e il dovere di porre quesiti alle autorità su questi aspetti e di dare il proprio contributo affinché venga detta la verità e lo Stato non inganni i concittadini.

– Separare in questo aspetto il pubblico dal privato sarebbe come riconoscere che non si interessa del benessere altrui finché non ne viene influenzato nel privato. Accettare che le politiche pubbliche possano andare contro i suoi principi equivarrebbe a riconoscere che questi non sono altro che norme autoimposte, anziché beni che mirano alla felicità di tutti gli uomini.

– Pochi giorni fa abbiamo celebrato l’Epifania (comunemente chiamata Festa dei Re), attraverso la quale Dio manifesta a tutti gli uomini, senza eccezione, il cammino verso la felicità piena in Lui. Tutto ciò che ostacola il cammino verso questo incontro d’amore con Dio, come l’uso indebito delle proprie potenzialità, continuerà ad essere condannato dalla morale cattolica e annunciato a tutti gli uomini che cercano il proprio bene e la propria armonia.
ZI05012001