Comunicato finale della 55a Assemblea Generale della CEI (Assisi, 14-18 novembre 2005)
ROMA, mercoledì, 30 novembre 2005 (ZENIT.org).- Riportiamo di seguito il comunicato finale pubblicato dalla Conferenza Episcopale Italiana al termine della 55a Assemblea Generale che si è svolta ad Assisi, dal 14 al 18 novembre scorsi. Questo l’indice dei diversi paragrafi: 1. La profonda comunione tra i vescovi italiani e Benedetto XVI; 2. L’attualità del Concilio Vaticano II: “la massima grazia” del XX secolo; 3. Lo scenario internazionale, la vita del Paese e il contributo della Chiesa italiana; 4. Il documento sulla formazione al ministero presbiterale e la vita dei seminari; 5. Per una evangelizzazione del mondo della sanità; 6. Comunicazioni, pareri e informazioni; 7. Riunioni del Consiglio Episcopale Permanente e della Presidenza della CEI.
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COMUNICATO FINALE
La 55a Assemblea Generale dei vescovi si è svolta ad Assisi dal 14 al 18 novembre, presso la Domus Pacis in Santa Maria degli Angeli. Erano presenti 223 presuli – tra ordinari e ausiliari –, 9 vescovi emeriti, il Nunzio Apostolico in Italia, S.E. Mons. Paolo Romeo. Ai lavori hanno partecipato anche rappresentanti dei presbiteri, degli istituti di vita consacrata, degli istituti secolari e delle aggregazioni laicali, educatori e formatori dei seminari ed esperti della pastorale sanitaria. Si è fatta memoria del Concilio Vaticano II, a 40 anni dalla sua conclusione, con un messaggio indirizzato alle comunità ecclesiali durante la celebrazione dei vespri nella Cattedrale di San Rufino e con la simbolica consegna dei documenti conciliari ai giovani. Al centro dei lavori assembleari, due temi fondamentali: la formazione al presbiterato con l’approvazione della nuova edizione di Orientamenti e norme per i seminari italiani; un’articolata riflessione sulla pastorale sanitaria. Altri argomenti affrontati: una valutazione circa la 20a Giornata Mondiale della Gioventù di Colonia, un bilancio del Progetto Policoro a dieci anni dal suo avvio e il cammino di preparazione al 4° Convegno ecclesiale nazionale (Verona, 16-20 ottobre 2006).
1. La profonda comunione tra i vescovi italiani e Benedetto XVI
Il Messaggio del Santo Padre, Benedetto XVI, all’Assemblea Generale, letto dal Nunzio Apostolico in Italia all’inizio dei lavori, è stato accolto con grande gioia dai vescovi. In esso il Papa ha manifestato spirituale partecipazione e condivisione dell’unica missione di “testimoniare Cristo e renderlo presente oggi, non meno di ieri, nelle case e negli animi degli italiani”. Con riferimento ai temi all’ordine del giorno, il Pontefice ha ribadito la necessità di adoperarsi perché in questo nostro tempo i sacerdoti siano consapevoli del dono di grazia che ricevono con l’Ordinazione presbiterale e con la missione loro affidata e siano in grado di agire in nome di Cristo, conformando la loro vita al modello del Buon Pastore.
Per far fronte alla diminuzione e al progressivo invecchiamento del clero, Benedetto XVI ha incoraggiato i presuli a incrementare la pastorale vocazionale e a definire sempre meglio la proposta formativa. Il progetto educativo deve caratterizzarsi per la capacità di far convergere i suoi diversi aspetti attorno alle esigenze della “carità pastorale”. Il seminario deve essere valorizzato come esperienza di vita in cui matura “la ricerca di un rapporto personale con Cristo”. La qualità dei formatori deve costituire un impegno prioritario. La preghiera incessante deve accompagnare il cammino di coloro che sono chiamati al ministero presbiterale
In riferimento alla pastorale della salute, il Papa, nel ricordare che la comunità cristiana, in tutte le epoche, ha fatto della premura verso i malati un segno della carità di Cristo, ha richiamato la significativa testimonianza di Giovanni Paolo II che “della cattedra della sofferenza ha fatto un vertice del suo Magistero”. Nel confermare l’apprezzamento per la missione dei cappellani e, in particolar modo, per le istituzioni sanitarie cattoliche – chiamate a essere esemplari nel coniugare innovazione e competenza scientifica con l’attenzione primaria alla persona e alla dignità inviolabile della vita umana dal concepimento al suo termine naturale – Benedetto XVI ha sottolineato che la malattia e la morte vanno viste “non come una negazione dell’umano, ma come il percorso che sulla scia della sofferenza, della morte e risurrezione di Gesù, ci conduce alla vita vera ed eterna”.
Con la convinta adesione a tali indicazioni, i vescovi, per il tramite del Cardinale Presidente, hanno espresso profonda gratitudine al Pontefice per la chiara connotazione “eucaristica” con cui sta contrassegnando il suo ministero petrino (interventi alla Giornata Mondiale della Gioventù, incontro con i bambini di prima comunione in Piazza San Pietro, Sinodo dei Vescovi sul tema dell’Eucaristia), esemplare modello di una missione che pone al centro l’Eucaristia “vita e speranza della Chiesa e dell’umanità”.
2. L’attualità del Concilio Vaticano II: “la massima grazia” del XX secolo
Ricorrendo il 40° anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II, i presuli hanno voluto fare memoria di questa “grande grazia di cui la Chiesa ha beneficiato nel secolo ventesimo” con la solenne celebrazione dei Vespri, il giorno 16 novembre, nella Cattedrale di San Rufino. Nel corso della celebrazione è stato consegnato a tutte le comunità ecclesiali un messaggio che ricorda l’importanza del magistero conciliare e ne ripropone la preziosa attualità, in special modo ai giovani. A una loro rappresentanza, proveniente dalle Chiese dell’Umbria, sono stati simbolicamente consegnati i documenti conciliari. La memoria del Vaticano II era stata particolarmente presente nella prolusione del Cardinale Presidente, che, alla luce dell’ecclesiologia conciliare, ha riproposto i tratti essenziali di una Chiesa missionaria e in dialogo con il mondo, generata dall’ascolto fecondo della Parola, inserita pienamente nel mistero di Cristo, rivelazione definitiva dell’amore trinitario; una Chiesa che dai sacramenti e nella liturgia attinge forza per essere popolo di Dio in cammino verso il Regno, chiamata a essere sacramento di unità del genere umano.
Nel messaggio si legge – tra l’altro – che l’impulso dato dal rinnovamento conciliare è stato fondamentale soprattutto per contrastare l’inarrestabile processo di secolarizzazione e di scristianizzazione. La Chiesa in Italia, in particolare, è stata aiutata a “comprendere le radici di questi fenomeni” ed è stata stimolata a trovare “una risposta pastorale e culturale, in chiave di missione e di evangelizzazione”. Rivolgendosi ai giovani i presuli li invitano a “conoscere meglio e ad amare il Concilio, traendone ispirazione sempre nuova per la fede, per la costruzione del popolo di Dio e per il servizio al Regno nella storia, secondo la volontà del Signore”.
3. Lo scenario internazionale, la vita del Paese e il contributo della Chiesa italiana
Con particolare attenzione ai molteplici eventi drammatici che coinvolgono vaste aree del mondo, i vescovi ancora una volta hanno rinnovato l’invito ai governanti a impegnarsi verso forme concrete ed efficaci di solidarietà. In particolare hanno ricordato le devastazioni provocate dal terremoto nel Kashmir; le persistenti manifestazioni terroristiche di matrice islamica a Bali (Indonesia), a Nalcik (Caucaso), a Nuova Delhi (India), ad Amman (Giordania); le persecuzioni dei cristiani per motivi di fede; la situazione drammatica dell’Iraq; il peggioramento della quadro in Terra Santa e il clima di tensione creato delle dichiarazioni del Presidente della Repubblica iraniana contro l’esistenza dello Stato di Israele; la diffusione in molti Paesi africani di malattie contagiose; i numerosi conflitti endemici; la mancata attuazione di alcune promesse dei Paesi del G8. In ambito europeo, è stata sottolineata la situazione di immobilismo dell’Unione Europea e l’improvviso dilagare di atti vandalici e violenze nelle periferie di Parigi, sintomo del disagio degli immigrati e della mancata attuazione della loro effettiva integrazione.
Con riguardo alla situazione italiana, i presuli hanno rilevato il crescente clima di tensione tra le parti politiche che prelude a una campagna elettorale dai toni duri; le forti polemiche che stanno accompagnando la nuova legge elettorale e la riforma della seconda parte della Carta costituzionale, che richiederà un ricorso a referendum popolare confermativo. In merito alla legge finanziaria che dovrà essere approvata dal Parlamento, i vescovi hanno espresso preoccupazione per la diminuzione dei fondi destinati al sostegno delle fasce più povere e le decurtazioni di quelli assegnati alla cooperazione internazionale.
Ancora una volta i vescovi hanno richiamato l’improrogabile necessità che a livello legislativo e istituzionale si porti avanti una politica familiare che incoraggi la ripresa della natalità e che consenta di far fronte alle esigenze connesse con l’educazione e il mantenimento dei figli. Inoltre, nel rilanciare il tema nevralgico delle politiche per il Mezzogiorno, soprattutto in materia di infrastrutture, i presuli hanno chiesto una deciso impegno dello Stato per contrastare il fenomeno della malavita organizzata, che continua a fare vittime, attraverso una reale difesa della democrazia e investimenti che diano luogo a nuovi posti di lavoro.
Infine, in merito al dibattito in atto sul tema della laicità e sul rapporto tra Stato e Chiesa, i vescovi italiani – in piena sintonia con il messaggio inviato da Benedetto XVI al Presidente della Camera dei Deputati in occasione del terzo anniversario della visita di Giovanni Paolo II al Parlamento italiano – hanno ribadito la necessità di una “laicità positiva” che abbia come riferimento i diritti fondamentali dell’uomo, compreso quello della libertà religiosa. In totale adesione a ciò che lo stesso Cardinale Presidente aveva indicato nella sua prolusione, hanno così ricordato che da parte della Chiesa l’impegno aperto e concreto a favore della persona umana, con i valori inerenti la sua dignità individuale e sociale, e in particolare la vita e la famiglia, “non rappresenta una violazione della laicità della nostra Repubblica, ma piuttosto un contributo, offerto alla libertà di ciascuno, per il suo bene autentico. Una Chiesa che tacesse su questi temi, per salvaguardare i propri pur legittimi interessi istituzionali, non farebbe invero molto onore né a se stessa né all’Italia”.
4. Il documento sulla formazione al ministero presbiterale e la vita dei seminari
Un’attenzione particolare i vescovi hanno riservato al tema della formazione al ministero presbiterale con riferimento all’esame del documento La formazione dei presbiteri oggi nella Chiesa italiana. Orientamenti e norme per i seminari. L’approvazione, con 196 voti favorevole su 202 votanti, è la tappa conclusiva di un iter di elaborazione e di consultazione dell’episcopato durato quasi due anni e giunge a venticinque anni dalla precedente edizione. Il testo dovrà adesso essere presentato alla Santa Sede per ottenere la prescritta recognitio. Il documento, alla luce delle nuove domande poste dal mondo giovanile, pone particolare attenzione all’odierno contesto culturale ed ecclesiale; valorizza l’esperienza acquisita in questi anni nel campo educativo e la integra con idonee scelte pedagogiche; recepisce le indicazioni magisteriali recenti.
Il documento si snoda su tre capitoli a partire da un quadro teologico in cui si riafferma, in consonanza con il magistero conciliare e post-conciliare, la centralità della “carità pastorale”. La conformazione a Cristo quale “pastore”, è il punto di unità di ogni considerazione sul presbitero che permette di comporre i diversi elementi del ministero e della vita presbiterale, superando quelle polarizzazioni estreme che nuocciono alla teologia, alla pastorale e alla spiritualità del prete. La stessa verginità del celibato trova in questo contesto il suo senso più profondo di conformazione totale a Cristo e dedizione indivisa alla Chiesa.
Il secondo capitolo, sulla promozione della vocazione presbiterale e i percorsi propedeutici, sviluppa una puntuale attenzione alla progettualità educativa e si sofferma in particolare su: la promozione della vocazione presbiterale; la comunità del seminario minore; la comunità propedeutica che viene considerata in collegamento con il seminario maggiore, anche se distinta da esso. Il terzo capitolo, infine, sulla comunità del seminario maggiore, costituisce il cuore degli Orientamenti e norme, sviluppando la necessità e gli obiettivi del seminario maggiore, l’identità della comunità, i protagonisti della formazione, le dimensioni e i mezzi (formazione spirituale, umana, intellettuale, pastorale), l’itinerario, il discernimento, il progetto educativo e la “regola di vita comunitaria”, la formazione permanente.
Il testo, che tiene conto anche di recenti studi e indagini sulla condizione dei sacerdoti e dei seminaristi in Italia, privilegia alcune opzioni di fondo: l’idea di seminario che, a somiglianza della comunità apostolica, si struttura attorno all’incontro con Gesù; l’accoglienza di istanze per una formazione al presbiterato adeguata alle attuali esigenze del ministero nella Chiesa e nella società; l’invito ad adattare opportunamente Orientamenti e norme alla diversa tipologia dei seminari italiani attraverso la redazione di appositi regolamenti.
5. Per una evangelizzazione del mondo della sanità
L’Assemblea Generale si è impegnata anche in una riflessione organica sul rapporto tra comunità ecclesiale e mondo della salute, finalizzata a una lettura della situazione e alla individuazione di orientamenti pastorali. Di fronte ai cambiamenti intervenuti nel mondo della sanità, la Chiesa si sente oggi particolarmente interpellata, considerato che sono in gioco dimensioni fondamentali dell’esistenza umana come la vita, la salute, la malattia e la morte.
Nell’ampio dibattito svoltosi in aula e nei lavori di gruppo sono emersi alcuni nodi problematici che richiedono scelte impegnative e di grande responsabilità: la forte incidenza degli esiti della ricerca medica e tecnologica, con l’apertura di nuovi problemi etici, e la ricaduta culturale sulla visione della persona, sulla relazione umana e sociale; l’incidenza delle limitate risorse economiche sul diritto delle persone alle cure sanitarie e al rispetto della loro dignità; il processo di aziendalizzazione e di riorganizzazione delle strutture sanitarie nel territorio, che determina il rientro in famiglia di malati affetti da patologie che superano le capacità di gestione da parte delle medesime; la crisi di identità, con conseguente disagio e disorientamento di molti operatori sanitari; la regionalizzazione del servizio sanitario nella cui attuazione va evitato che siano penalizzate le persone residenti nelle regioni a più basso reddito. Tra le urgenze si segnala il doveroso compito di umanizzare la medicina e l’assistenza ai malati; infatti, al progresso della scienza e della tecnologia medica non sempre corrisponde un miglioramento qualitativo dell’assistenza sanitaria.
L’impegno prioritario della comunità ecclesiale, anche in questo contesto, rimane l’annuncio della salvezza, accompagnato da cristiana solidarietà nei confronti dei molteplici soggetti che operano nel campo della sanità e in ascolto delle sue problematiche, a partire da una fattiva collaborazione con le istituzioni sanitarie di ispirazione cristiana. Occorre, in particolare, aiutare la ricerca di senso in coloro che vivono situazioni di dolore e di sofferenza; intervenire sui temi della bioetica cercando di far convergere credenti e non credenti su posizioni che rispettino la dignità della vita umana in ogni stadio e condizione; sostenete e promuovere la dignità umana anche nei processi sanitari. Al riguardo è stata auspicata una migliore qualificazione dei cappellani, degli operatori sanitari, dei ministri straordinari della comunione, dei volontari, ai quali è stata manifestata gratitudine per l’abnegazione che ne connota la presenza e il servizio; particolare attenzione è stata dedicata alle aggregazioni ecclesiali che operano nel settore sanitario perché, inserendosi in un contesto di pastorale integrata, promuovano un rinnovato servizio di accompagnamento nei confronti dei diversi operatori e di sostegno ai malati e alle loro famiglie.
6. Comunicazioni, pareri e informazioni
Nel prosieguo dei lavori è stata fatta una riflessione sulla Giornata Mondiale della Gioventù, svoltasi a Colonia dal 16 al 21 agosto scorso, formulando prospettive per il futuro. In questo contesto è stata ribadito il carattere prioritario della pastorale giovanile, nella quale coinvolgere educatori appassionati e operatori qualificati. È stato, inoltre, osservato che la metodologia della GMG invita a non tralasciare nella pastorale giovanile alcun linguaggio per veicolare l’annuncio della fede e l’incontro con Cristo e a valorizzare la dimensione catechistica, avvalendosi del Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, consegnato a tutti i giovani nei giorni di Colonia. Infine, con riferimento alla notevole presenza di seminaristi e sacerdoti alla celebrazione di Colonia, i vescovi hanno auspicato che siano rinsaldati i collegamenti instauratisi tra diocesi italiane, Chiese locali tedesche e alcune Missioni Italiane in Germania, Svizzera e Belgio; tali legami, infatti, costituiscono opportunità preziose per ampliare gli orizzonti dei giovani e delle comunità alla dimensione europea.
È stato poi ricordato il “Progetto Policoro”, avviato dieci anni fa dopo il Convegno ecclesiale di Palermo, che ha coinvolto le Regioni ecclesiastiche del Sud, attraverso gli uffici diocesani di pastorale del lavoro, di pastorale giovanile e della Caritas, per dare concreta risposta alla disoccupazione giovanile, facendo crescere una nuova cultura del lavoro e della legalità, attraverso la cooperazione dei tre ambiti pastorali. Attualmente il Progetto, che opera attivamente in 70 delle 101 diocesi meridionali, si caratterizza per un impegno prioritario di evangelizzazione e di formazione finalizzato a diffondere una nuova mentalità di fronte al problema dell’occupazione giovanile e a incrementare forme di solidarietà mirate a sostenere l’avvio di nuova imprenditorialità giovanile concretizzata al momento nella nascita di 248 imprese. In prospettiva si punta a sviluppare rapporti di reciprocità sui temi del lavoro e delle problematiche giovanili tra le diocesi del Sud e quelle del Centro-Nord, invitando le Chiese locali a coinvolgersi maggiormente, per favorire una fruttuosa collaborazione e la nascita di imprese giovanili agevolate.
In vista del IV Convegno ecclesiale nazionale (Verona, 16-20 ottobre 2006), sono state fornite ulteriori indicazioni per la preparazione e la celebrazione. In particolare è stato illustrato il percorso itinerante nazionale, programmato dal Servizio Nazionale per il progetto culturale in cinque tappe (Palermo, Terni, Novara, Arezzo, Rimini), per approfondire i cinque ambiti nei quali si svilupperà la riflessione sulla testimonianza e sul suo esercizio.
Con l’avvio dell’attività delle nuove Commissione Episcopali, sono stati ricordati, sulla base dello statuto e del regolamento della CEI, i criteri e gli ambiti della loro attività. Infine, l’Assemblea dei vescovi ha approvato la richiesta di proclamare Sant’Ambrogio quale patrono del Corpo Prefettizio; richiesta che dovrà essere confermata dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti.
7. Riunioni del Consiglio Episcopale Permanente e della Presidenza della CEI
Mercoledì 16 novembre 2005 si è riunito, in sessione straordinaria, il Consiglio Episcopale Permanente che ha proceduto ai seguenti adempimenti statutari:
– S.E. Mons. Felice Cece, Arcivescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, è stato eletto membro della Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi;
– S.E. Mons. Mario Meini, Vescovo di Pitigliano – Sovana – Orbetello, è stato eletto membro della Commissione Episcopale per la liturgia;
– S.E. Mons. Diego Coletti, Vescovo di Livorno, è stato eletto Presidente del Consiglio nazionale della scuola cattolica;
– S.E. Mons. Francesco Cacucci, Arcivescovo di Bari – Bitonto, è stato eletto Presidente del Comitato per i Congressi eucaristici nazionali;
– Sig. Francesco Antonetti della diocesi di Roma, è stato nominato Presidente nazionale della Confederazione delle Confraternite delle diocesi d’Italia.
Il Consiglio ha inoltre espresso parere favorevole alla conferma dell’elezione di S.E. Mons. Bernardo Fabio D’Onorio, Abate Vescovo di Montecassino, a Presidente nazionale dell’Associazione Musei ecclesiastici italiani (AMEI) e di Don Vittorio Peri, della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, a Presidente nazionale dell’Unione Apostolica del Clero (UAC).
La Presidenza della CEI, riunitasi ad Assisi il 14 novembre 2005, ha eletto S.E. Mons. Giuseppe Betori, Segretario Generale della CEI, Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Siena; S.E. Mons. Dino De Antoni, Arcivescovo di Gorizia, S.E. Mons. Salvatore Nunnari, Arcivescovo di Cosenza – Bisignano, S.E. Mons. Ernesto Mandara, Vescovo ausiliare di Roma, membri del medesimo Consiglio; ha confermato infine come membro Mons. Giampietro Fasani, Economo della CEI.
La Presidenza ha inoltre nominato membri del Consiglio nazionale della scuola cattolica, in rappresentanza della CISM, Don Alberto Lorenzelli, Presidente della CISM; in rappresentanza della FISM il Prof. Niccolò Iemmola, Vice Presidente della FISM; Mons. Carlo Faccendini, Responsabile dei Collegi Arcivescovili e delle scuole cattoliche e di ispirazione cristiana dell’arcidiocesi di Milano.
La Presidenza ha infine espresso il proprio gradimento alla nomina di Mons. Peter Fleetwood a Consigliere spirituale nazionale del Gruppo di Ricerca e Informazione sulle Sette (GRIS).
Roma, 30 novembre 2005.
[Fonte: Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della CEI]
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