Vaticano, Chiesa italiana e comunità terapeutiche contro il decreto sul quantitativo della cannabis ROMA, giovedì, 16 novembre 2006 (ZENIT.org).- Il 13 novembre, Livia Turco, Ministro della Sanità, di concerto con il Ministro della Giustizia e sentito il Ministro della Solidarietà sociale, ha emanato un decreto ministeriale con il quale viene innalzato da 500 a 1.000 milligrammi il quantitativo massimo di cannabis, espresso in principio attivo, detenibile a uso esclusivamente personale.
Un provvedimento che raddoppia la dose minima consentita dalla legislazione precedentemente in vigore e che ha trovato la rivolta unanime del mondo cattolico e delle comunità terapeutiche che si occupano di recupero dei tossicodipendenti.
“L’Osservatore Romano”, quotidiano della Santa Sede, ha scritto nella edizione del 15 novembre: “Un grave errore, un rischio e un segnale negativo per migliaia di giovani”.
Il quotidiano vaticano commenta che è “difficile da comprendere l’entusiasmo di un ministro che, almeno istituzionalmente, dovrebbe avere a cuore la salute, appunto, dei cittadini”.
“Tanto più – continua – che l’uso di cannabis, materia prima dei cosiddetti spinelli, è purtroppo diffuso soprattutto tra giovani e giovanissimi, per i quali può rappresentare un pericoloso avviamento verso altre sostanze stupefacenti . Senza contare la negatività del messaggio che un provvedimento del genere comporta”.
Molto critico anche “Avvenire”, il quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana. Con un editoriale pubblicato in prima pagina il 14 novembre con il titolo “Sulle droghe leggere troppe bugie”, don Chino Pezzoli rivolge critiche severe nei confronti del provvedimento e della cultura che rappresenta.
Don Chino, da 25 anni impegnato nel recupero psico-sociale dei tossicodipendenti e autore di diversi libri in materia, sottolinea che con il decreto della Turco i ragazzi sono autorizzati ad avere almeno 40 spinelli nelle tasche, e che non è affatto vero che hashish e marijuana sono droghe leggere.
“Queste sostanze falsamente definite leggere – ha scritto don Chino – producono nel tempo effetti pesanti. Si può clinicamente sostenere che un bombardamento di hashish e marijuana sulla struttura neurologica è psicotizzante”.
“Sono ormai documentati nelle cartelle cliniche dei diversi centri psichiatrici – ha precisato don Chino – centinaia di casi psicotici provocati da uso e abuso di cannabis”.
Critiche forti sono arrivate anche dalla Federazione Italiana delle Comunità Terapeutiche ( FICT) dirette da don Mimmo Battaglia.
Intervistato da ZENIT, il Presidente della Fict ha espresso una “personale perplessità” sul decreto varato dalla Turco, ed ha lanciato un appello al governo affinché piuttosto che “discutere di quantità” si avvii “un confronto franco e sostanziale sui livelli educativi e di prevenzione”, perché su una questione così complessa “non si possono dare risposte semplici come quelle della Turco”.
La Fict, riconosciuta come Ente Morale, dal 2000 ha ricevuto dalle Nazioni Unite lo status di Organizzazione Non Governativa (ONG); è presente in 17 regioni di tutta Italia, con una rete di 47 Centri ed Enti di Solidarietà sociale frequentati quotidianamente da circa 15.000 persone.
Ogni giorno sono attivi oltre 544 servizi, con una partecipazione giornaliera e residenziale di 2.744 giovani e 1.702 familiari. I centri sono gestiti da 1.384 tra operatori ed educatori, 187 addetti amministrativi con 1.987 volontari e 109 volontari del servizio civile.
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