Morale cattolica stravolta e “riscritta” dal vescovo di Treviri
(di Mauro Faverzani)
Provocano sofferenza e dolore le scioccanti parole pronunciate da mons. Stephan Ackermann, Vescovo di Treviri, dirompenti come un fiume in piena: rotti gli argini della fede, hanno devastato la Dottrina cattolica, ferito la sensibilità dei credenti, sconcertato tutti. Complice la solita intervista, rilasciata questa volta al quotidiano “Allgemeine Zeitung”.
Secondo un recente sondaggio, i cattolici delle diocesi tedesche riterrebbero esser fuori dal mondo i divieti imposti dalla morale sessuale della Chiesa: richiesto di un commento in merito, mons. Ackermann non ha fatto mistero di voler letteralmente stravolgere regole e precetti: «Dobbiamo rafforzare il senso di responsabilità delle persone – ha detto – ma poi dobbiamo anche rispettare le decisioni da loro assunte in coscienza». Sull’accesso ai Sacramenti per i divorziati risposati, «siamo qui a far proposte», ha ribattuto, come se tutto non fosse da sempre già stabilito e chiaro.
Circa i rapporti prematrimoniali, si è quasi rammaricato: «Non possiamo cambiare completamente la Dottrina cattolica – ha dichiarato – ma possiamo elaborare criteri per i quali in questo o quest’altro caso concreto siano giustificabili. Non ci sono solo l’Ideale da una parte e la condanna dall’altra». Evidentemente quel che insegna la Chiesa Cattolica poco gl’importa… Ancora su pianificazione familiare e contraccezione: «La distinzione tra contraccezione naturale e non – ha “esternato” mons. Ackermann – è in qualche modo artificiosa. Temo che nessuno la capisca più…».
E per l’omosessualità la Chiesa dovrebbe, a suo dire, fare appello al senso di responsabilità del singolo: «La visione cristiana dell’uomo passa attraverso la polarità dei sessi, ma noi non possiamo semplicemente bollare l’omosessualità come innaturale», benché essa non debba essere vissuta in promiscuità e quale fonte di gratificazione. Certo la Chiesa Cattolica pone come punto fermo l’unicità del matrimonio tra uomo e donna, ha proseguito, ma quando una vita di coppia, vissuta in modo fedele e cosciente, venisse iscritta in un apposito registro, «certo non potremmo ignorare l’assunzione di tale responsabilità», benché ‒ bontà sua… ‒ non ritenga essere «una soluzione» percorribile neppure la benedizione delle coppie gay promossa nelle comunità protestanti. Sconcertante.
Il celibato dei preti, a suo giudizio, non rappresenta canonicamente «un dogma», benché abbracciare il sacerdozio significhi oggi anche conformarsi a tale stato di vita. Cosa ci riservi il futuro, però, ha concluso sibillino mons. Achermann, non sarebbe dato prevedere…
Ciò che, invece, già oggi è assolutamente certo è l’atteggiamento ambiguo e provocatorio tenuto dalla Chiesa tedesca, specie in fatto di morale, tema su cui recentemente ha premuto l’acceleratore, creando in fretta e furia nuove fratture e scavando nuovi fossati: non a caso, proprio in Germania, a Francoforte, nella parrocchia di Maria Hilf im Gallus, si è da tempo autocostituita una prima comunità di credenti omosessuali, denominata Progetto: cattolico e gay, inventata per «lenire il dolore» provocato dalle gerarchie ecclesiastiche, accusate d’esser poco comprensive per il solo fatto di ribadire la Dottrina di sempre ovvero quella del buon senso e dell’adesione vera alle Scritture. L’aberrante esperimento di Francoforte fu malauguratamente approvato dall’allora Vescovo di Limburg, Franz Kampfhaus, ed a nulla sono servite le forti e vibrate critiche mosse dal suo successore, mons. Franz-Peter Tebartz-Van Elst.
Della comunità Progetto: cattolico e gay si è occupato con estrema, anzi eccessiva benevolenza il teologo Gregor Schorberger: nella tesi del suo dottorato, ha definito importante, per i credenti omosessuali, avere un luogo riconosciuto, ove sentirsi accolti anche dal clero locale. Al punto da far purtroppo sorgere analoghi tentativi anche in altre Diocesi. Nel 1972 Paolo VI ebbe a parlare di fessure, da cui «il fumo di Satana» sarebbe «entrato nella Chiesa». Oggi quelle fessure sono diventati squarci e quel fumo ha solo anticipato l’azione devastante delle fiamme infernali, che lo hanno provocato.
(Mauro Faverzani, per Corrispondenza Romana 11/02/2014)